Dopo il recente e bellissimo ‘Spirit of the Past’ (Felmay) la M.P. & Records di Vannuccio Zanella pubblica Visione dei Tarocchi, lavoro che contiene le registrazioni, effettuate nel 1985, per sonorizzare l’omonimo balletto della coreografa statunitense Barbara Schaefer.
È uscita, inaspettatamente, una nuova testimonianza discografica del pianista e compositore romano Arturo Stàlteri. In realtà non si tratta di un vero e proprio nuovo lavoro. La registrazione di Visione dei Tarocchi è infatti del 1985. Fu fatta dallo stesso Stàlteri allo studio Citadel, successivamente mixata da Maurizio Campagnano e Arturo Stàlteri allo studio Seven Hills.
LEGGI ANCHE: ‘Rush!’, il nuovo album dei Måneskin dal 20 gennaio 2023
Dopo l’ottimo Spirit of the Past, recentemente uscito, è però davvero un piacere tornare a riascoltare sonorità che ci giungono da questo grande artista. Un artista che fa della poliedricità e della qualità due dei principali cardini del proprio percorso creativo. E, comunque, sarebbe stato un vero peccato se questo lavoro (masterizzato da Mauro Mulas nel 2022 e scenario musicale ideale per un balletto della coreografa statunitense Barbara Schaefer) fosse rimasto in un cassetto.
Lode quindi a Vannuccio Zanella e alla sua M.P. & Records per aver creduto nell’urgenza di pubblicare finalmente la testimonianza sonora di Visione dei Tarocchi. Una performance andata in scena dal 28 al 31 maggio del 1985 al Teatro in Trastevere di Roma. Un album ispirato, come il balletto, dalle carte dei tarocchi. La Morte, L’Imperatrice, L’Appeso, Gli Amanti sono alcuni dei titoli dei brani con in evidenza il lato più onirico e sperimentale del pianista e compositore romano.
Sulla scia di analoghe ricerche sonore elaborate da artisti e band come il primo Battiato, Terry Riley, Tangerine Dream (ma anche ELP) all’estero, Stàlteri si muove agevolmente fra traiettorie musicali elettroniche e acustiche. In Visione dei Tarocchi riemerge lo spirito prog e di ricerca dei Pierrot Lunaire (suo primo gruppo). Non mancano tuttavia episodi pianistici minimali ed evocativi, come quelli racchiusi ne Gli Amanti o L’Imperatrice.