Si intitola L’inizio il nuovo album di inediti di Biagio Antonacci, il sedicesimo in studio e un ricco lavoro che – tra tematiche e sonorità – sembra elogiare le consapevolezze e il cambiamento. Sono trascorsi cinque anni da Chiaramente visibili dallo spazio: anni in cui Antonacci ha scritto e poi lasciato sedimentare queste 15 canzoni. Curioso che la title track porti la firma di Giorgio Poi e non quella del cantautore, non proprio avvezzo a cantare canzoni prestate. Stavolta, però, valeva la pena fare un’eccezione.
«Mi piace pensare che un giovane cantautore scriva qualcosa per me, dopo aver scritto sempre tutte le mie canzoni. – dice Biagio – Le poche canzoni che mi sono state scritte erano firmate da autori importantissimi ed enormi come Paolo Conte o Battiato. Ho chiesto a Giorgio, che avevo appena conosciuto, di scrivere una canzone sull’inizio. Cosa vede un giovane ancora non padre nei confronti di un padre che torna ad esserlo? Ti porta curiosità o ti fa paura? Come mi vedi? È bello sentirsi interpretare da altre penne e Poi ha scritto questo brano, uno dei più belli dell’album. Sono contento di aver fatto solo il cantante».
Biagio Antonacci, L’inizio e la paura del cambiamento
Ricordiamo ad Antonacci che – escludendo L’inizio – l’album è in realtà tutta farina del suo sacco ed è un lavorone artistico e umano. In questi brani, il cantautore riflette sul cambiamento e sulla vita in generale. «Le scelte fatte sono coraggiose. – precisa – C’è sempre chi dice Chi te lo fa fare?. Quando vedi una persona che cambia vita, non va giudicata. Il disco analizza la paura del cambiamento e la paura di essere liberi e consapevoli. Si fa fatica ad esserlo, quindi o cerchiamo la libertà o ci abituiamo e accontentiamo del presente. Nell’album lavoro su questa doppia interpretazione della libertà: la paura di viverla e l’impossibilità di farlo. Vinco dicendo che siamo nati in un luogo, ma siamo figli di gente che ha attraversato e girato il mondo. Siamo spermatozoi che hanno vagato per tutta la galassia. E siamo piccoli se rifiutiamo di affrontare una cosa nuova».
A proposito di ricordi storici, nell’album il brano Anita celebra proprio la signora Garibaldi. «Mi hanno detto che è la prima femminista, ma all’epoca non si parlava di femminismo. – spiega Biagio Antonacci – Lei cercava l’indipendenza, quello che oggi tutte le donne giustamente pretendono: rispetto, indipendenza e la libertà di essere considerate alla pari dell’uomo. Anita ha fatto tutto questo prima che le donne del mondo pensassero di poter essere Anita. Ha avuto coraggio, ha trovato un uomo che l’ha capita e che l’ha fatta diventare combattente. Un uomo come Garibaldi, visto anche come un bracconiere oltre che come un eroe. Anita ha vissuto trent’anni, ma quante cose ha fatto?».
Il possesso e un’analisi sull’era dei social media
Tra i temi dell’album anche la critica al possesso («Dire Sono suo padre e È mio figlio sono due cose differenti», dice Antonacci). «Abbiamo un ego in testa che galleggia in base all’età e alla forza. – spiega il cantautore – Ma l’ego può essere condottiero o il peggior nemico. Colpa del senso di possesso occidentale, perché in Oriente il concetto è più ciclico: la natura non ha una fine o un inizio». In Non diamoci del tu, Antonacci riflette invece sulle relazioni contemporanee, in cui la confidenza toglie il cielo dalla stanza. «È poetico – ci spiega – perché la confidenza in realtà fa chiudere un ciclo. La conoscenza non è appartenenza. Oggi spesso ci fidiamo di tutti perché i social entrano nelle case e pensiamo di possedere le persone che stiamo seguendo. Siamo specchi riflessi in tutte le case e, nella nostra, ci sono altrettanti specchi riflessi. Ma quando si spaccheranno, perché ci sarà una rivoluzione nella comunicazione, chi sei? Dove ti cerchi? Siamo figli di un sistema e, se qualcuno schiaccia off, non siamo più niente. Non possiamo basare le nostre vite su una piattaforma. C’è un’alternativa, ma devi sapere che esiste».
L’album L’Inizio contiene anche il nuovo singolo A Cena con gli Dei, i brani pubblicati tra il 2022 e il 2023 (Seria, Telenovela e la collaborazione con Benny Benassi in Tridimensionale) e la nuova versione del successo del 2007 Sognami (in collaborazione con Tananai e Don Joe nata in occasione della partecipazione come ospite dell’edizione 2023 del Festival di Sanremo). «A livello sonoro – chiosa Antonacci – c’è un team di persone, da Michele Canova a Davide Simonetta, che ha sposato le canzoni prima ancora di produrle. Hanno cercato di vestirle nella maniera migliore».
Foto di Paola Cardinale