Protagonista del film ‘A Beautiful Life, che ha conquistato la vetta di Netflix in ben 70 Paesi, Christopher è anzitutto un musicista: la nostra intervista.

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Tutto è iniziato nei primi giorni di giugno, quando incappo nel film danese A Beautiful Life che scopro essere al primo posto tra i titoli più visti in Italia (insieme ad altre decine di paesi). Impossibile scindere la visione della pellicola dalla musica che l’accompagna, in un mix perfetto di canzoni e scene cucite addosso al protagonista Elliott. E presto scopo che il motivo è molto semplice: a interpretare il personaggio – un pescatore dal passato doloroso con un talento tutto da coltivare – è il danese Christopher, che cantautore lo è nella vita. Prima che attore. E si sente, tanto che merito del successo del film è da attribuire alle canzoni non meno che alla storia filmica.

Qualche mese dopo, incontro proprio Christopher, di passaggio a Milano tra una tappa e l’altra del tour mondiale. In attesa di una data live anche in Italia, l’artista ci racconta di questo periodo fortunato e di come Elliott, in fondo, gli abbia cambiato la vita.

Christopher
Foto di Nikolaj Thaning Rentzmann – Courtesy of Netflix

Intanto, Christopher, benvenuto in Italia. È la tua prima volta o ci sei già stato?

Grazie! Sono stato qui qualche volta in passato, ma è la prima volta che per promozione in Italia e interviste. Anzi, spero di tornarci a breve, entro la fine dell’anno, per un concerto questo è il nostro obiettivo.

Sei un artista, un musicista, ma la maggior parte del pubblico italiano ti ha probabilmente conosciuto come attore. La scorsa estate, infatti, A Beautiful Life ti ha dato un’enorme popolarità. Ti saresti mai aspettato un tale successo internazionale così improvviso?

Non me lo aspettavo per niente, lo speravo certo. Sai, questo è un film danese con canzoni inglesi – ho sempre scritto le mie canzoni in inglese – e io sono un artista da dieci anni. Mi sono buttato in questa esperienza di recitazione quasi per una coincidenza. Il regista (Mehdi Avaz, ndr) è venuto da me, ormai tre anni fa, e mi ha chiesto se volevo interpretare il ruolo principale nel suo prossimo film. E ho detto subito di sì, ma nella mia testa pensavo tipo ‘cavolo, come farò a farlo!’. Quindi è stata un po’ una sfida e un processo creativo davvero spaventoso per me, perché fuori dalla mia portata sotto molti punta di vista. Era una grande produzione Netflix in cui mi sono trovato a interpretare il ruolo principale, senza sapere in cosa mi stavo cacciando o cosa stavo realmente facendo in certe situazioni. Quindi, sicuramente non me lo aspettavo, ma mio Dio! Vedere [il film] esplodere in quel modo e andare al numero uno in 70 paesi è stato assolutamente fantastico, straordinario.

A Beautiful Life
Locandina Netflix

Che cosa, quindi, ti ha convinto ad affrontare questo set e come ti sei preparato al ruolo?

Sono stati circa otto mesi di preparazione nei quali ho cercato di capire chi fosse il mio personaggio, Elliott Winter. Nel mentre la sceneggiatura veniva completata praticamente scrivendo ruolo per me e ci sono state alcune cose su cui ho davvero insistito per il personaggio. Per esempio, il fatto che dovesse avere un lato comico o almeno non fosse super depresso per tutto il tempo. Ha un background difficile, i suoi genitori sono morti quando lui era molto giovane e, crescendo, quando lo incontriamo nel film è in una sorta di posto perduto.

È super confuso. Ha questo talento nascosto di cui non sa davvero cosa fare e, sì, è stato proprio così. Un processo di conoscenza di questo nuovo personaggio anche perché, ripeto, non avevo alcuna esperienza nel cinema. Quindi ho dovuto seguire un metodo di recitazione completo per diventare questo ragazzo.

Il personaggio di Elliott

A Beautiful Life è un film che parla di tutto il lavoro, la dedizione, la passione ma anche i cambiamenti che un artista deve affrontare per costruire una carriera. A maggior ragione agli esordi: in che misura Elliott rappresenta la tua stessa esperienza personale e il tuo modo di vivere la musica?

Direi molto nonostante, in realtà, all’inizio mi sembrasse di non avere nulla in comune con lui. Tuttavia, soprattutto dopo il film, è un po’ come se il film avesse preso vita e fosse quasi diventato reale. Siamo arrivati [a Milano] direttamente dalla Spagna dove ho tenuto i miei primi concerti a Barcellona e Madrid. La gente praticamente mi urlava questi testi e queste canzoni ed è quasi come se il film, sì, fosse appena diventato vita reale. In questo momento, poi, sto per affrontare un tour mondiale, andremo in America Latina e in Asia, suoneremo in tutta Europa.

Ho due figlie a casa e starò lontano per molto tempo, quindi questo sicuramente richiede sacrifici ma fa parte del lavoro e ne ero consapevole. Faccio questo mestiere da dieci anni, ma questa è una scala diversa e penso che ci siano molte cose che non ho in comune con Elliott. Ma il viaggio da zero a cento così veloce lo abbiamo sicuramente in comune. E poi, ovviamente, la passione per la musica che è uh, che è tutto.

Christopher
A Beautiful Life. Christopher as Elliott. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Nel corso del film Elliott deve anche imparare a gestire i suoi sentimenti, sia per non perdere le persone che ama sia per riconoscere certi falsi amici intorno a lui. Hai mai avuto a che fare con situazioni simili? Come hai reagito o come reagiresti nel caso?

Non sento di aver vissuto un caso simile ma ovviamente, man mano che cresci, ti rendi conto che sei solo la somma delle persone di cui ti circondi. Quindi vuoi circondarti di brave persone e se quando sei giovane hai tipo dieci, venti migliori amici quando invecchi restringere il campo fino ad arrivare al nocciolo delle persone con cui vuoi veramente passare il tuo tempo. Sono stato costretto a farlo ma è molto, molto difficile essendo io una persona non che ha paura dei conflitti, ma sai, rompere con un amico è qualcosa che troverei così difficile da fare. E sento di aver voluto bene a molte persone nella mia vita che non sono migliori amici ma che sento ancora amici, con cui ci vediamo ancora. Perché alla fine è così.

La colonna sonora di A Beautiful Life

Per quanto riguarda la colonna sonora, come ci hai lavorato e come hai trovato la corrispondenza perfetta tra le canzoni e le scene del film?
Allora, lavorare alla colonna sonora è stata una storia completamente diversa per me. Sono abituato a stare in studio, a scrivere canzoni, a far parte di quella parte del processo creativo. È stato molto è stato divertente scrivere adottando il punto di vista di Elliott e non il mio personale. Inoltre, ho scritto canzoni con la chitarra per dieci anni, quindi mi è sembrato fresco e nuovo. Era come tornare a casa e c’è molto del mio DNA in questi brani, ma fonderli con Elliott e la sua storia, sapendo che sarebbero poi uscite su Netflix insieme alle immagini del film, ha reso tutto molto più significativo.

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Ci sono alcune cose su cui ho voluto davvero concentrarmi durante la scrittura, e sono aspetti che anche Elliott deve affrontare nel film. Ovvero la domanda “perché scriviamo canzoni? Qual è la cosa più importante nello scrivere canzoni?”. Per me una delle cose più significative è avere qualcuno a cui cantarle e questo è diventato il concetto chiave, quasi il fulcro del film. È stato come dire letteralmente a Elliott che doveva trovare qualcuno per cui cantare altrimenti non avrebbe avuto senso. Perché qualcuno dovrebbe identificarsi con quello che scrivi se non lo senti davvero? Quindi è stato molto bello che Stefan (Jaworski, ndr), lo sceneggiatore, è riuscito a inserire alcune di queste battute musicali nei dialoghi del film. L’ho davvero apprezzato molto.

Christopher
Foto di Nikolaj Thaning Rentzmann – Courtesy of Netflix

Se dovessi scegliere una sola canzone, o magari un verso, dell’album per rappresentare l’intero progetto, quale sarebbe e perché?

Penso che sarebbe I Hope This Song Is For You, che contiene il verso in cui dico se non hai niente per cui morire, per che cosa vivi? Questo riassume più o meno il motivo per cui [Elliott] decide di andare in tour e di fidarsi di persone che ha appena incontrato. È così raro nella vita avere qualcosa di cui sei davvero appassionato ed è ancora più raro avere un vero talento per qualcosa, che quando scopri che puoi davvero metterlo in pratica devi semplicemente andare. Sono un grande sostenitore del fare un atto di fede e credere nel realizzare i tuoi sogni… ed è anche grazie a questo che oggi sono in tour. Potrei essere a casa con le mie bambine, ma ho questa opportunità che cerco da dieci anni e per cui ho lavorato sodo.

Ora sono qui, quindi devo farlo perché mi sento vivo quando lo faccio e morirei per esperienze musicali come quelle che abbiamo avuto negli ultimi a Barcellona e Madrid. È semplicemente magico creare questo spazio in cui davvero abbiamo qualcuno per cui cantare. È lì che allora tutto il duro lavoro acquista senso. Quindi, sì, penso che sia I Hope This Song Is For You.

Certo, A Beautiful Life è sempre stata la mia pietra angolare, la battuta baby I’m pregnant she said ripensandoci ora è quasi iconica considerando che era l’unica canzone che avevamo prima della stessa sceneggiatura. Quindi l’intera sceneggiatura è in un certo senso natta attorno a quella canzone. È stata l’inizio di tutto e alla fine è diventata la titletrack. La cosa divertente è che tutti noi desideriamo una bella vita ma nessuno ha la risposta giusta alla domanda cosa sia una bella vita. Dipende da cosa è per te e tutti noi semplicemente cerchiamo di trovare la strada per una vita felice.

Christopher
Foto di Nikolaj Thaning Rentzmann – Courtesy of Netflix

Dalla Danimarca, e in generale dal Nord Europa, come sono viste l’Italia e la musica italiana? C’è qualche artista che ascolti?

Ne conosco alcuni. Direi che la musica italiana per me è qualcosa di molto specifico e di tanto in tanto c’è qualche artista italiano che emerge sulla scena ma personalmente non ho avuto la possibilità di ascoltare molta musica italiana di recente. Ho trascorso qualche vacanza in Italia ma, sai, quando si viene qui a visitare il paese per un paio di settimane alla fine ci si innamora della tradizione. Vai al ristorante e ti innamori dei suoni tradizionali, cose del genere, quindi ho una visione molto romantica di cosa sia la musica italiana. Tra i nomi, il primo che mi viene in mente, è quello di Andrea Bocelli e quel tipo di musicalità enorme e quel genere di musica.

Sei in tournée ovunque, ma al momento non ci sono date in Italia: quando ti potremo ascoltare? Ci stiamo lavorando e speriamo di riuscire a suonare in Italia a novembre ma se non dovessimo riuscirci di sicuro all’inizio del prossimo anno. Sto chiudendo il mio nuovo album, ora siamo in tour, ma c’è un album in uscita l’anno prossimo quindi lo porterò sicuramente in tour e voglio venire a suonare qui. Intanto mi fermo qualche giorno giusto il tempo di mangiare della buona pasta e ascoltare Andrea Bocelli.

Credits foto Netflix / Ufficio Stampa Warner Music Italy