Diss Gacha e la ‘Cultura italiana’: «Tradizione artigianale senza paura di innovare»

La cosa importante è mantenere i piedi per terra e capire quale sia la vita vera. Alle volte questo mondo tende un po’ a distaccarci da quello che conta veramente, per farci correre dietro a cose che non sono poi così importanti”. Sono queste le prime parole di Diss Gacha quando lo incontriamo in occasione della pubblicazione del primo album ‘Cultura italiana Parte 1”, disponibile dal 31 maggio. Non certo quelle che ci si aspetterebbe da un giovane trapper, almeno nell’immaginario – e a volte pregiudizio – comune.

E durante la chiacchierata il torinese Gabriele Pastero ci stupisce più volte, per spontaneità, entusiasmo, maturità e limpidezza. Non è un caso, del resto, che il brano Spirito puro sia la traccia che sente come più rappresentativa di sé in questo momento.

Cover album da Ufficio Stampa

Cosa differenzia questo tuo primo album dal precedente EP ‘Cultura’?
Intanto sono sicuro che gli ascoltatori troveranno un Diss Gacha più maturo, sia come persona sia come artista e quindi nei contenuti che puoi trovare all’interno. Ho parlato molto di più di me, imparando a matchare le cose stilose da dire a quelle con un significato più pesante rispetto al passato. Il fatto che i miei fan mi capiscano mi ha proprio dato modo di sentirmi ancora più tranquillo nel potermi aprire in maniera consapevole.

Com’è stato il viaggio che ti ha portato a questo lavoro?
Tutto è nato sicuramente dall’esigenza di voler fare un disco, il nostro primo disco, che è una cosa importante per un artista. Significa che hai più consapevolezza di cosa hai intorno e di quello che vuoi comunicare. Nel complesso, poi, il viaggio è stato molto naturale e molto genuino, giusto. Volevamo descrivere delle cose anche tramite dei suoni nuovi e lavorando, lavorando è uscito fuori il tutto.

Titolo impegnativo, ‘Cultura italiana’.
In realtà è dal 2020 circa che voglio chiamare il mio primo disco ‘Cultura italiana’, motivo per cui l’EP precedente avevamo deciso di chiamarlo solo ‘Cultura’. Questo disco, secondo me, rappresenta la cultura italiana perché è un po’ l’unione della tradizione e dell’innovazione. Cultura, specialmente in Italia, è legata molto alla parola tradizione perché siamo un paese molto tradizionalista, ma c’è anche l’innovazione. Penso che il mio modo di fare musica sia proprio l’unione delle due cose, quindi c’è la tradizione del fare le cose per bene, l’attenzione al dettaglio quasi artigianale. E allo stesso tempo, l’innovazione nel portare qualcosa che non c’è o che magari qui non si fa, ma arriva dall’America. Facciamo un po’ import-export delle cose e questa, secondo me, è cultura italiana. Un cultura italiana semplicemente evoluta, 3.0.

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America e Italia come si incontrano nel tuo immaginario?
Secondo me si incastrano in maniera molto giusta, nel senso che semplicemente noi facciamo le cose che ci piace fare e che ci va di fare. Quando andiamo in America, tanti contenuti li realizziamo lì perché secondo noi sta bene col nostro immaginario. Quasi per assurdo è come se ci fosse una linea, con un piede in Italia e l’altro in America. Mi piace prendere qualcosa dalla tradizione quando ne ho bisogno ma aggiungere anche qualcosa di nuovo. Unire le due cose, per me, è l’apice dell’arte perché significa prendere il bello di entrambe le cose. È funzionale al tutto

Perché la divisione in due parti?
So bene che a maggio praticamente escono tantissimi artisti e c’è tantissima musica. Noi avremmo voluto, in realtà, prenderci uno slot che fosse in un momento senza troppe altre uscite… il fatto di dividere il progetto in due parti, secondo noi, è una cosa innovativa e bella perché intanto esci due volte. E quindi hai doppia attenzione da parte del pubblico. Poi siamo in un mondo dove se tu fai uscire un prodotto di 16 tracce, i fan le ascoltano ma il resto delle persone che vorresti raggiungere no. Ci sembrava una scelta giusta, quindi, pubblicare due volumi con un numero inferiore di brani. Questo, poi, serve anche a far capire bene ogni brano e dare la giusta importanza a ciascuno. Con due blocchi c’è il giusto tempo per assimilare il primo e passare al secondo.

Foto da Ufficio Stampa

A che punto sei, allora, con la Parte 2?
La Parte 2 è ovviamente ancora in lavorazione e posso anticipare che si sentirà il collegamento. Non so come dire, è la stessa cosa ma è diversa.

Se dovessi scegliere una traccia manifesto di questo tuo primo album, quale sarebbe?
Direi Spirito puro con Vegas e Izi. È stato bello lavorare insieme perché eravamo in America e il tutto è nato in maniera molto naturale, per quanto particolare. È stato assurdo, ci siamo ritrovati nello stesso posto casualmente e abbiamo pensato di provare a fare un pezzo insieme. Così è nato Spirito puro che penso sia la collaborazione più alta della mia vita a livello artistico e spirituale. Sono proprio felice e fiero di aver fatto questo pezzo con loro perché penso che dentro ci sia una profonda spiritualità. Sono una persona credente, e a quanto ho capito anche gli altri, quindi è stato bello lasciare un po’ questa traccia di luce all’interno del buio che viviamo tutti i giorni. Spirito puro poi è una parola che sento tanto mia perché sono una persona genuina e pulita. Per questo dico che è la traccia che, secondo me, mi descrive meglio.

Ci racconti il feat. con Rosa Chemical?
Opera è un pezzo nato in maniera super spontanea. Io e Rosa siamo di due paesini del torinese che distano dieci minuti l’uno dall’altro, quindi quando ci vediamo abbiamo esattamente gli stessi riferimenti, ci ritroviamo su tante cose. Era da tantissimo che dovevamo fare un pezzo insieme fino a quando, lo scorso anno, a Gallipoli mi ha fatto salire sul palco con lui. A un certo punto, non so perché, al microfono ho annunciato che presto sarebbe uscito un nostro feat. Ma non avevamo ancora lavorato a nulla!

Da quel momento mi sono reso conto che i fan volevano questa collaborazione e sono felice di aver fatto questo brano perché spacca tantissimo. È una chiave nuova, lo definirei proprio trap. Abbiamo già ricevuto commenti super positivi perché in tanti sono stati felici di questo comeback di Rosa alla trap. Non posso che essere felice di averlo nel mio disco e di averlo con questa traccia. Ne sono fiero perché Rosa è una persona con cui mi trovo proprio bene.


Cosa vorresti che si cogliesse da questo disco?
Mi piacerebbe che venisse ascoltato come fosse una motivazione giornaliera da cui prendere qualcosa per arricchire il bagaglio personale. Come a dire che questa è la musica giusta che devi ascoltare per raggiungere gli obiettivi che hai nella vita. Quindi spero che questo album, insieme alla roba che avevamo fatto uscire prima, sia un una motivazione per i ragazzi che possano dire “lui ce l’ha fatta, si sta prendendo quello che vuole r me lo sta dicendo. Posso e devo farcela anch’io”. Penso che tutti possiamo lasciare una traccia più profonda di quella che stiamo lasciando e chi vuole capire, secondo me, all’interno di questo disco può prendere tanti spunti.

Sarai live quest’estate?
Sono felice di poter avere un’estate ricca di live e cercheremo di portare sui grandi palchi lo show migliore che possiamo offrire. Non mancheranno gli appuntamenti in discoteca a cui invito tutti i miei fan per far casino insieme e ascoltare le canzoni nuove. Il live è proprio la cosa che mi piace di più di questo lavoro e vorrei fosse un’esperienza anche per chi non mi conosce. I grandi palchi, poi, sono un’altra cosa e sarà una bella emozione.

La tracklist di ‘Cultura italiana Parte 1’ e i prossimi live di Diss Gacha

Questa la tracklist completa dell’album

  1. Intro + Coro
  2. 4Sheesh
  3. Opera feat. Rosa Chemical 
  4. Spirito Puro feat. Izi, Vegas Jones
  5. Mai!
  6. +++!
  7. Mississippi Drive feat. Wiz Khalifa
  8. 2 minuti e 10

Quest’estate Gacha porterà dal vivo le nuove canzoni con Cultura Italiana summer tour, passando dai principali eventi live estivi come il MiAmi Festival (24 maggio), il Nameless Festival (15 giugno) e il Red Valley Festival (17 agosto). Di seguito le date:

  • 8 giugno – Pattaya – Camposanto (MO)
  • 15 giugno – Nameless Music Festival – Annone di Brianza (LC)
  • 20 giugno – Lumen Festival – Vicenza
  • 22 giugno – Zeta Festival – Montevarchi (AR)
  • 26 giugno – Acque Minerali – Imola
  • 10 luglio – Akua – San Benedetto del Tronto
  • 13 luglio – Paradise Bissò – Montereale Valcellina
  • 17 luglio – La Suerte – Laigueglia (SV)
  • 20 luglio – Peter Pan – Riccione (RN)
  • 27 luglio – Le Indie – Cervia (RA) 
  • 02 agosto – Granirò Beach Club – Nuoro 
  • 07 agosto – Follonica Summer Nights – Follonica (GR)
  • 10 agosto – Le Gall – Porto San Giorgio (FM)
  • 16 agosto – Riobo – Gallipoli (LE)
  • 17 agosto – Red Valley – Olbia (SS)
  • 23 agosto – Mizar Club – Badesi (SS)
  • 24 agosto – Mamamia Festival – Senigallia (AN)

Immagini da Ufficio Stampa