L’album meno pop di Ed Sheeran è anche il suo lavoro più onesto e spoglio: la musica, in ‘- (Subtract)’ diventa terapia.
A tutte le notizie, le immagini e le dicerie sul processo – che hanno sfortunatamente tenuto banco in questi giorni – Ed Sheeran sembra rispondere con la musica. Scagionato dall’accusa di plagio appena ieri, il cantautore presenta oggi l’atteso album – (Subtract), l’ultimo della serie matematica. Un album che – per consistenza, testi, profondità – segna indubbiamente una tappa fondamentale nella carriera e nella vita del cantautore.
– (Subtract) non solo è un album corposissimo (la versione Deluxe vanta 18 tracce, di cui 4 bonus track) ma è chiaramente il frutto di un viaggio nel dolore, dello scavare a fondo in posti oscuri in cui forse Sheeran non si era mai musicalmente addentrato. «Nel giro di un mese, a mia moglie incinta è stato detto che aveva un tumore, senza cure fino a dopo il parto. Il mio migliore amico Jamal, un fratello per me, è morto improvvisamente e mi sono ritrovato in tribunale a difendere la mia integrità e la mia carriera di cantautore. Stavo attraversando una spirale di paura, depressione e ansia. – ha dichiarato l’artista sull’album – Mi sentivo come se stessi annegando, con la testa sott’acqua, guardando in alto ma non riuscendo a risalire per prendere aria».
Vita e dolore: Ed Sheeran racconta – (Subtract)
La vita è entrata di prepotenza nei piani decennali del cantautore, quasi costringendolo a una virata artistica per amore di onestà. «In questo album mi sono spogliato musicalmente perché mi sono successe tante cose che mi hanno spinto verso nuovi esperimenti. – dice Sheeran – 11 anni fa non credo che avrei potuto scrivere un album così ed essere preso sul serio. Per me è stato un viaggio». Curioso che la sperimentazione per Ed Sheeran siano queste tracce fondamentalmente acustiche, magistralmente impacchettate da Aaron Dessner dei The National: – (Subtract) riporta Sheeran quasi alle radici, alle origini stesse della nascita di una canzone, lasciandola senza orpelli. È probabilmente l’album meno pop di Sheeran (nonostante la ballad Eyes Closed che ha fatto da apripista) a cui va riconosciuto però il talento unico di riuscire a far arrivare qualsiasi messaggio a chiunque. Anche quando lo sforzo è verso la pura sottrazione.
Eliminando strati e suoni, tuttavia, Ed Sheeran ha sperimentato ancora di più con la voce rendendola spesso l’unica protagonista struggente del messaggio. Nell’individuare i brani che massimamente rappresentano questo album, non è un caso che il cantautore scelga Boat («È la prima traccia che ho scritto, ha dato una direzione all’album», dice in proposito): una canzone sulla resilienza – così la definisce Sheeran – scritta sulle spiagge inglesi in inverno. «Vedevo le onde rompersi e pensavo che fosse una bellissima metafora in quel momento per me. Da qui nasce la frase Le onde non romperanno la mia barca» chiarisce l’artista via Subtract Sundays.
All’elenco dei suoi brani preferiti della tracklist, Ed aggiunge anche Sycamore e No Strings: la prima parla della scoperta del tumore della moglie e la seconda – forse – di un amore incondizionato, senza secondi fini. «Sono le tracce per me che riassumono il messaggio dell’album. Mi sono commosso ed emozionato cantandole», dice il cantautore.
La brutale onestà di – (Subtract)
Nella sua più brutale onestà, – (Subtract) ci mostra il volto più vulnerabile di Ed Sheeran. A colpire però è soprattutto la capacità del cantautore di rendere i suoi pensieri condivisibili, anche quando sono cupi e oscuri. «La musica è una terapia – dice Sheeran – se pronunciassi le frasi che scrivo ad alta voce, la gente potrebbe preoccuparsi o pensare che sia strano. Ma se le metti in musica, puoi scrivere qualsiasi cosa senza essere giudicato. Nessuno giudica ciò che dici, perché è parte di una canzone. Lo trovo terapeutico». Ma è terapeutico soprattutto ritrovarsi in queste tracce, che raccontano i lati in ombra della quotidianità che non mostriamo. Anche per questo, Ed Sheeran per l’ennesima volta ci ha regalato un album che parla di ognuno di noi: delle cadute, delle oscurità e – a volte – di quanta forza serva per cercare un piccolo bagliore di luce.