Uscirà il 2 dicembre e sono gli stessi ragazzi della band a definirlo -ossimoricamente – onesto, ma anche molto autoreferenziale.

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Esce il 2 dicembre il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari: si chiamerà Fake News ed è stato anticipato da un simpatico gioco enigmistico, lanciato dalla band via Instagram, per scoprire il nome delle undici tracce rimaste inedite dopo la pubblicazione dei singoli Ricordi, Giovani Wannabe e Dentista Croazia.

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Chissà se i fan più accaniti della band bergamasca sono riusciti a svelare gli undici arcani. A queste e a tutte le altre domande, i Pinguini hanno risposto durante la conferenza stampa di presentazione del loro ultimo lavoro, che arriva a tre anni da Fuori dall’hype, pubblicato nella primavera del 2019.

Iniziando dal nome dell’album, che ossimoricamente viene invece definito onesto da Riccardo Zanotti e i suoi. In realtà l’idea di questo nome nasce da due momenti di riflessione, uno generico affrontato dai ragazzi intorno al potere che oggi hanno le fake news di determinare il dibattito politico e sociale e uno più personale, che fa riferimento a quando proprio Riccardo è stato vittima di una fake news, cioè quando quest’estate si è trovato a fronteggiare la notizia (falsa) di una sua possibile carriera solista.

«È un album autorefenziale – affermano i Pinguini – è un rischio ma, come ci ha insegnato il rap, parlare del proprio vissuto interessa il pubblico».

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Pinguini Tattici Nucleari: Fake News e la paura della solitudine

Sono autorefenziali le canzoni Zen, che parla della pressione che si subisce facendo questo lavoro, ma anche BarFly e Non sono cool. È un album maturo, ma non marcio, che rivela anche dei lati intimisti. Ci sono canzoni come Forse e Hikikomori che parlano della solitudine del lockdown e della pandemia. La solitudine è il peggior incubo per i Pinguini Tattici Nucleari, che affrontano la vita in formato band. «In un mondo in cui le band stanno scomparendo noi portiamo avanti questo stendardo», affermano i ragazzi.

Uno stendardo portato avanti con grande successo. La band che ha iniziato suonando nei piccoli club e facendo cassa comune per finanziare i tour, è arrivata al tutto esaurito di due stadi (l’11 luglio al Meazza di Milano e il 23 luglio all’Olimpico di Roma) e ora ne ha ben 10 in calendario, date le cui vendite stanno andando bene oltre ogni aspettativa: ad oggi su 430mila biglietti a disposizione, ne sono stati venduti oltre 300mila.

Di montarsi la testa però non se ne parla. «Bergamo è una medicina incredibile, veniamo da un contesto dove l’etica è quella del lavoro, più va bene e più ci mettiamo a lavorare. Il divismo è alieno al nostro DNA (…) lombardi noi e il manager veneto, potete immaginare?».

La storia della band nasce dai live. Come raccontato in apertura di conferenza stampa, i Pinguini vennero individuati dalla Sony proprio dopo un live all’Alcatraz, durante il quale avevano particolarmente colpito il talent scout per il rapporto che avevano con il pubblico. E sono proprio i numeri incredibili dei live che danno la cifra del grande salto che questi ragazzi, con grande umiltà, stanno facendo. Non vogliono definirsi generazionali, ma vogliono lasciare un segno e l’impressione è quella che ci stiano riuscendo alla grande.