I viaggi, la vita che diventa cinica, le feste noiose: i Fast Animals and Slow Kids ci raccontano l’album ‘Hotel Esistenza’.

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È finalmente disponibile Hotel Esistenza, il nuovo (e settimo) album dei Fast Animals And Slow Kids, uscito venerdì 25 ottobre (Woodworm in licenza esclusiva M.A.S.T./Believe). Aimone Romizi (voce, chitarra), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre) ci regalano 11 tracce che sembrano indagare lo scorrere del tempo e l’arrivo di una certa consapevolezza. Anche se Aimone precisa che c’è molto di più. «Utilizziamo la musica per fare la cronistoria di noi stessi. – commenta – A noi piace pensare che, quando vorremo rivedere come eravamo da ragazzini, ci basterà ascoltare i nostri dischi. Tutti gli album sono contemporanei, ci rappresentano in quel momento storico e anche per questo c’è tanta differenza tra un disco e l’altro. Per noi è crescita musicale, perché ogni album parla di noi nel momento in cui lo stiamo scrivendo. In questo caso, c’è la percezione del tempo che scorre, ma anche tante riflessioni proprie di questa età e di tanti passaggi adulti».

Un brano come Festa – che ha anticipato l’album – non è quindi simbolo dell’età che avanza? «Mi sento di dire che c’erano feste in cui mi rompevo le palle anche a 20 anni. – ci corregge Aimone – Festa è più da contesto, la tipica situazione in cui non vuoi trovarti. Come le feste aziendali di Natale». 

Il viaggio di Hotel Esistenza

Anche il titolo – dunque – prescinde in realtà da un apparente esistenzialismo. «Quello è stato un periodo interessante della nostra giovinezza e abbiamo dato. – ci dice la band – Qui l’abbiamo visto in termini di esistenza: il lavoro dei musicisti è più esserci e apparire. È come se la musica per noi esistesse di per sé, è l’unica cosa che supera lo spazio e il tempo e si cristallizza. Queste canzoni si cristallizzeranno nel tempo, almeno per noi, all’interno di un hotel. Uno dei topoi del rock americano, ma anche una parola che contiene tante cose: miliardi di stanze ed emotività. Ci sentiamo così, pieni di sentimenti contrastanti: basta però cambiare piano. L’idea dell’hotel era perfetta perché ci riportava a casa e conteneva molte stanze, con tutte le varie esistenze». 

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Hotel Esistenza – a un primo ascolto – sembra quasi diviso in due parti. È tuttavia solo lo specchio di una tracklist studiatissima («Ogni anno la scaletta dell’album rischia di far sciogliere la band», ci dicono i FASK) che vuole prima «tirare fuori tutto e poi iniziare a pensarci». «C’è un’idea di circolarità – continua Aimone – perché c’è un racconto. Scrivere queste canzoni è stato un processo lunghissimo. Ci abbiamo messo tre anni, tra riff lasciati a marcire e canzoni scritte in un mese». Come Vita Normale, l’ultima canzone scritta. «Avevamo 42 pezzi. – precisano ancora – Un delirio, però siamo molto contenti».

Vita Normale e Brucia

Vita Normale inizia, tra l’altro, con il suono di un motore in partenza. «Un significato che ci gasava – dice la band – e ci piaceva dichiararlo. Siamo legati al concetto della musica da ascoltare in macchina e ci piace pensare che il disco inizi come un viaggio che non sai dove ti porta». È una canzone «con un’ambientazione molto chiara» Vita Normale: ci riporta in una Torino notturna («Noi ce la siamo immaginata alla fermata di un autobus»), ma conduce anche l’ascoltatore a una riflessione che ampia il concetto: «Sei tu calato nel mondo – dice Aimone – e ti chiedi cosa sia la normalità, perché tutto sembra assurdo. Forse la normalità non esiste e, per questo, quando si parla di normalità di parla di tutti. Normalizziamo la normalità».

A metà tracklist spunta invece Brucia, che «non ti fa addormentare». Dichiaratamente ispirata alla morte di George Floyd, il brano «parte da un assunto che diventa sociale, ma è una riflessione personale. – spiega Aimone – Quand’è che la vita adulta diventa cinica? Perché alcune cose che ci avrebbero fatto incazzare a 18 anni, a 30 anni quasi ci scivolano addosso. Dici Che schifo, ma rimani fermo lì, con una sorta di corazza contro le informazioni che ti fanno credere meno nel genere umano. Lo facciamo anche noi».

Fast Animals and Slow Kids: il sound dell’album e i live

Oltre le tematiche, il sound di Hotel Esistenza è incredibile e ricco di riferimenti non sempre evidenti ma presenti. «Ci abbiamo riflettuto una volta finiti i pezzi. – dicono i FASK – Cerchiamo sempre di astrarci per poi arrivare al nostro suono. A risentire i brani, ti accorgi di averli sentiti da altre parti. È un giro lunghissimo che porta a un risultato personale. È importante avere influenze, ma anche trascenderle». In fondo, poi, «la musica si genera da altra musica. – dice la band – La verità è che più ascolti, più provi. Neanche ci pensi più, sono istintive».

Il Festa Tour 2024

Martedì 3 dicembre, Padova – Hall
Mercoledì 4 dicembre, Milano – Alcatraz
Venerdì 6 dicembre, Venaria Reale (TO) @ Teatro Concordia
Sabato 14 dicembre, Padova – Hall   SOLD OUT
Martedì 17 dicembre, Roma – Atlantico
Mercoledì 18 dicembre, Firenze – Teatro Cartiere Carrara
Venerdì 20 dicembre, Bologna – Estragon Club   SOLD OUT
Venerdì 27 dicembre, Napoli – Casa della Musica
Sabato 28 dicembre, Molfetta (BA) – Eremo Club
Lunedì 30 dicembre, Catania – LAND 

Foto di Andrea Venturini