Donato Dozzy de Il Quadro di Troisi ci racconta il nuovo album ‘La Commedia’, tra ironia e analisi dei tempi in cui viviamo.

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Si intitola La Commedia il nuovo e secondo album de Il Quadro di Troisi (42 Records e Raster). Un nuovo lavoro e una nuova line up: il cerchio perfetto disegnato a mano libera da Eva Geist (Andrea Noce) e Donato Dozzy (Donato Scaramuzzi) diventa un triangolo con l’entrata in pianta stabile di Pietro Micioni, che già aveva collaborato al disco precedente e nelle esibizioni live de Il Quadro.

Tutto cambia e anche il mondo non è più lo stesso del 2020, quando uscì il primo omonimo disco. La crisi globale generata dalle guerre e dalle pandemie vissute come specchio di crisi individuali e cambiamenti personali – anche irreversibili – hanno attraversato l’intero periodo di composizione del nuovo album finendo per influenzarne la scrittura.

«Il disco precedente – ci dice Donato – poggiava la sue radici in un periodo pre-covid. La società e la vita quotidiana erano diverse da adesso. Le radici de La Commedia sono state poste quando stavamo completando i lavori del primo disco. Dal 2020 quindi. Alcuni brani sono nati in lockdown e poi abbiamo completato tutto l’anno scorso. È stato un periodo di gestazione molto lungo e anche figlio di tempi diversi. Adesso la vita si è complicata per tutti. Noi, che abbiamo un sottile filo d’ironia nel modo di comunicare, abbiamo pensato che il nome più adatto fosse La Commedia, come ciò che stiamo vivendo. Senza questo senso di ironia saremmo finiti».

Del resto, Donato Dozzy «da una vita» vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Ma, per amor di verità, precisa anche che «il titolo in sé deriva da una frase, poi tolta, da uno dei brani dello scorso album: Intenzioni. Si parlava della commedia di un traliccio al sole ed era il nome che avremmo voluto dare all’album, ma sarebbe stato troppo lungo. La Commedia è un termine che sintetizza i tempi che viviamo. Anche i TG, i politici sono tutti una commedia».

Il Quadro di Troisi: il lavoro in studio e le collaborazioni

La Commedia non è sicuramente un album di semplice ascolto e si percepisce subito dalla qualità sonora delle tracce. «La quadra la troviamo presto perché siamo felici di lavorare insieme. – ci dice Donato – A richiedere tempo è l’affinamento dei dettagli. Io e Pietro siamo maniaci: abbiamo curato la produzione in studio e anche le registrazioni. Abbiamo aspettato tre anni per pubblicare l’album e abbiamo avuto tempo a sufficienza. Sicuramente non è un disco destinato ad un uso e consumo veloce, che è un’altra cosa che detesto dei tempi in cui viviamo. Tutto viene gettato nell’immondizia velocemente e noi non lo accetteremo mai».

Tante anche le collaborazioni presenti nel disco: da Suzanne Ciani ad Aimée Portioli, meglio conosciuta come Grand River. E poi gli archi di Fiona Brice, il violino eclettico di Francesca Colombo, l’agitatore culturale e icona di Roma Est Stefano Di Trapani aka Demented Burrocacao, il maestro Daniele Di Gregorio e Tommaso Cappellato.

«Le collaborazioni sono tante e corali, perché non sono state semplicemente acquisizioni fatte tanto per farle, ma derivano da anni di amicizia e comune apprezzamento. – dice Dozzy – Siamo felici di aver accolto in famiglia veri artisti che hanno portato un vero abbellimento. Ognuno di questi artisti è unico e irriproducibile. Laddove si sentiva la mancanza di qualche elemento, è stata contattata la persona giusta. Tutto è dedicato alla costruzione musicale».

I live e la copertina

Il Quadro di Troisi si prepara anche a tornare dal vivo: le prime date live annunciate del tour, organizzato da 3D agency, sono il 4 giugno in Triennale a Milano, l’11 luglio a Villa Ada Festival a Roma, il 2 agosto a Dekmantel Festival ad Amsterdam, il 31 a Letz Festival a Terni e il 28 settembre al Locomotiv Club a Bologna. «In studio c’è stata una complessità di costruzione molto profonda, quindi dal vivo non c’è modo di rifare i suoni e costruire questi strati. – commenta in proposito Donato – Il concerto sarà basato su ciò che facciamo sul palco. Ci stiamo preparando e abbiamo una serie di strumenti con cui improvviseremo anche. Faremo quello che faremmo in studio, provando a creare l’atmosfera. Prendendoci anche una buona dose di rischio».

Infine, chiediamo a Donato Dozzy della copertina realizzata da Francesco Messina. «Era un nostro desiderio che Francesco Messina facesse la copertina. – risponde – E per una serie di collegamenti siamo entrati in contatto con lui. Si è instaurato da subito un rapporto schietto, ha fatto questo lavoro perché ha apprezzato il disco e per noi è stata una soddisfazione. Lui non è persona a cui è necessario dire quello che deve fare. Ha ragionato sul passaggio dal bianco e nero al colore e ha creato una copertina concettuale e poetica che rappresenta il passaggio dal primo progetto embrionale al nuovo album focalizzato sulla forma-canzone. Ora abbiamo un amico in più».

Foto di Marco Rotondella