Una tela bianca su cui disegnare in piena libertà, seguendo solo ciò che la creatività ispira e senza alcuna sceneggiatura. È questo l’approccio che Leon Faun ha voluto adottare nel suo nuovo album, ‘LEON’ (Island Records), che arriva a tre anni dal lavoro d’esordio ‘C’era una volta’. L’esigenza questa volta è raccontarsi senza sovrastrutture e di muoversi tra sonorità differenti grazie anche ai contributi dei producer Duffy, False, Sick Luke e Eiemgei.
“Questo album è il disco più umano che ho fatto. – spiega il giovane artista – Ho sempre messo un sacco di filtri ma qui l’esigenza è stata quella di scrivere in modo totalmente sincero, senza fantasy né barriere. Mi sono raccontato in maniera sincera e, dopo aver ragionato tanto sul titolo del disco, ho pensato che non poteva che essere il mio nome”.
In fondo, in questa carta d’identità musicale, il nuovo Leon Faun emerge con note di forte autobiografismo. “Ci sono alcuni brani che presentano storie che io stesso ho vissuto in modo metaforico e altri testi più diretti. In generale, il bagaglio di vita che ho accumulato mi ha aiutato a trovare la chiave per sbloccarmi e raccontarmi in prima persona. Ho sempre scritto sceneggiature e non sono mai stato sincero con la mia persona nei miei pezzi. Stavolta, come rappresentato dalla tela bianca in copertina, la sceneggiatura è vuota e il contenuto è tutto il resto”.
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Il brano manifesto? L’artista non ha dubbi: “Profezia. Ci tengo tanto sia per il testo sia perché è proprio il primo pezzo da cui è partito il viaggio. Ha sbloccato tutto il resto”. A proposito, quindi, dell’attenzione ai suoni Leon racconta di aver voluto “contaminare i suoni e le produzioni per esprimere nuovi colori. Mi sono fatto trasportare, ed è stato tutto molto naturale, rimanendo comunque coerenti”.
La rabbia, per esempio, c’è ancora. “È sempre stata la mia nemesi – spiega – una cosa con cui combatto da tanto cercando di liberarmene. Ma è anche grazie alla rabbia che, nella mia esperienza, ho trovato una grandissima forza. È un’arma a doppio taglio perché puoi usarla a tuo favore ma può essere anche qualcosa che ti butta nello strapiombo”.
“Erano in ballo alcune collaborazioni ma ho reputato giusto che non ce ne fossero. Sono andato così, diritto”, svela ancora il rapper che sarà prossimamente live. Leon Faun, infatti, ha in programma due appuntamenti dal vivo – 10 maggio all’Orion di Roma e 12 maggio ai Magazzini Generali di Milano (biglietti qui). “Roma per me sarà molto importante, perché all’Orion ho visto la maggior parte dei concerti. E poi c’è Milano, che è un po’ la mia seconda casa. Sarà importante per me tornare sul palco e cantare all’unisono col pubblico. In quel momento capisci veramente perché fai questo lavoro. È tutto”.
Cantante, rapper ma anche attore (sarà prossimamente nella serie Briganti, in arrivo su Netflix), Leon Faun non cede alle aspettative. “Non sto seguendo la corsa ai numeri, motivo per il quale non ho messo feat. Avevo anche l’esigenza di uscire da determinate dinamiche e di vivere la musica per come dovrebbe essere. La mia unica ansia in questo momento è fare bene i concerti, ma è una sana pressione che ti fa mantenere il focus”.
Foto da Ufficio Stampa