‘Moon Music’ è uno splendido viaggio sonoro tra il Cosmo e le sue suggestioni: i Coldplay al loro meglio. La recensione.
Manca pochissimo all’uscita di Moon Music, il nuovo album dei Coldplay. Un vero e proprio concept album, che riprende e massimizza i temi del precedente Music of the Spheres: un’esplorazione tematica dello spazio, dei corpi celesti e dei misteri dell’universo. «Moon Music – dice Chris Martin – è la nostra risposta a tutti i conflitti interni ed esterni. È il modo in cui noi, come band, ci sentiamo su tutto. Il modo in cui cerchiamo di rimanere positivi in un mondo in cui sembra che ci sia tanta negatività. Il modo in cui cerchiamo di tenere insieme le cose, quando ci sono forze che cercano di separarle».
Un concetto vastissimo ed eterno, analizzato in dieci tracce che – anche a livello sonoro – sembrano muoversi su differenti piani e galassie. MOON MUSìC – la title track – si apre proprio con sonorità spaziali, aperte, cinematografiche. Il sipario si alza sull’intero progetto con un brano-simbolo in cui c’è lo zampino di Jon Hopkins (e si sente): la composizione, dopo due minuti, lascia spazio al pianoforte mentre la voce di Chris Martin appare sul finale ed è quasi una fiaba. È l’intro perfetta per il tema onirico di questo album, sottolineato dalla voce flebile del frontman che ripete There’s anyone out there?. Quasi a sottolineare la piccolezza dell’uomo in confronto all’infinità del cosmo.
Con feelslikeimfallinginlove l’album entra nel vivo. Qui siamo in pieno stile Coldplay: il brano è il racconto di un amore che dura per tutta la vita e, tra gli autori, spiccano Apple Martin (figlia di Chris) e Max Martin. «Più invecchio, più credo che l’amore sia l’unica risposta. – dice in proposito Chris Martin – Ci sono molti tipi diversi di amore, naturalmente. Ma questo album parla di tutti i colori dell’amore. E questo include imparare ad amare se stessi, nonostante tutte le folli voci critiche che abbiamo dentro». feelslikeimfallinginlove è, non a caso, il primo singolo estratto da Moon Music.
Il ritmo cambia poi nuovamente con WE PRAY, che pure mantiene la propria natura compositiva e da colonna sonora. È il secondo singolo estratto e ci troviamo Little Simz, Burna Boy e Elyanna & Tini. Tra gli autori Jay-Z e tra i compositori l’italiano Davide Rossi. WE PRAY apre a una ritmica più incalzante, ma è pur sempre un potente appello: il finale è sempre lieve e fioco, quasi come se i Coldplay giocassero a spostarsi su diversi piani. Dal grande al piccolo, dal generale al particolare. Dal Cosmo alla Terra.
Il viaggio continua con JUPiTER ed è di nuovo una sorpresa: il brano inizia su una base acustica, solo una chitarra. Un’altra fotografia ritmica e musicale dei Coldplay che inneggia all’accettazione. Ad impreziosire la semplicità del brano ci sono i cori e il finale è bellissimo, aperto: una ballad. Siamo tra le stelle e così GOOD FEELiNGS rimette le cose a posto: l’intro è una cacofonia di strade e persone, siamo di nuovo sul pianeta Terra. Qui c’è il featuring con Ayra Starr, mentre Nile Rodgers è uno dei compositori. Tra i produttori ci sono i Chainsmokers, ed è presente anche Victoria Canal, cantautrice spagnola che ha cantato Paradise con i Coldplay a Glastonbury. GOOD FEELiNGS è una jam solare, una canzone positiva (come tutto l’album, del resto). Un inno felice che invita a stare sempre bene.
Siamo a metà strada quando ci imbattiamo in 🌈. È probabilmente la traccia più sperimentale, più spaziale, inserita non a caso a metà dell’album per ricordarci il tema e il contesto di Moon Music. Il finale quasi distopico viene smorzato da un’eco di chitarra, e poi ancora da sintetizzatori e suoni fiabeschi. È una storia in musica, che accompagna l’ascoltatore per mano tra alti e bassi, tra mondi visionari e musica pura, tra i cori di Chris Martin. Il campionamento finale è della scrittrice e attivista Maya Angelou, poetessa di memorie e dei diritti civili. È la traccia più lunga, l’essenza dell’album.
iAAM – che sta per I Am a Mountain – è inclusa nel videogioco FIFA ed è quasi un divertissement. Aeterna è, invece, la traccia più dance. Prima che venisse pubblicata ufficialmente, è stata eseguita e incorporata nel segmento del concerto The Lightclub dell’11 marzo 2023. Il finale è – addirittura – gospel. La chiusa dell’album è sulle note di All my love e dell’ultima traccia One World, in cui Brian Eno è presente tra gli autori, alle tastiere e alla voce insieme alla figlia di Chris, Apple Martin. È il giusto finale, con Chris Martin che ripete come un mantra che il mondo è uno solo, solo uno. Come un cerchio che si chiude, torna anche l’apertura compositiva del primo brano, stavolta sul finale. In the end it’s just love, cantano i Coldplay: che sia l’amore la risposta a tutto?
In Moon Music, i Coldplay si concedono di giocare con i generi, sfruttando la propria cifra stilistica ma aprendola verso nuovi scenari e (è il caso di dirlo) universi. Un lavoro di fino, splendidamente musicale e compositivo, in cui la voce di Chris Martin si mescola agli strati sonori e si mette al servizio della musica. Mai il contrario. Quasi un testamento per la band: sia musicalmente che da un punto di vista puramente lirico, la massima espressione dei Coldplay.