I Picasso Cervéza ci raccontano l’EP di debutto ‘Faccia a Faccia’, che raccoglie i brani dalla formazione fino ad oggi.

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Si intitola Paura dei Caccia il debut EP del collettivo pugliese Picasso Cervéza, disponibile da venerdì 7 luglio per ADA Music Italy. Preceduto dai singoli Faccia a FacciaDi Domenica e FRAGILE (Affirmation), Paura dei Caccia conta sette tracce. «Siamo cinque. – ci racconta il gruppo – Questo EP raccoglie un po’ di pezzi dalla formazione del gruppo a oggi. Il primo brano, Paleena, è quello ultimato per primo e che ha dato un genere in cui ci identifichiamo. Il testo parla di un incontro con la ex storica. Si finisce a letto per una sera e c’è l‘illusione di lei che propone di tornare insieme. Ma a lui mi piace essere frainteso».

Seguono gAJA e Anticonvenionale, «un’accoppiata azzardata – dice la band – ma ci sembrava da fare perché si legavano bene». Se gAJA è «uno skit di pochi secondi sull’essere single per scelta degli altri (e per sfiga)», Anticonvenziale «è l’opposto e scriverlo è stata una sfida». Prima della pubblicazione, il brano aveva infatti «un’attitudine molto più rock. Era anche più lento e non l’abbiamo mai pensato in chiave così pop».

«In tutto il disco c’è qualcosa da dire, tutto il disco è un messaggio», spiegano i Picasso Cervéza, che poi ci raccontano Faccia a Faccia. «Sulla cover c’è una panda – aggiungono – e Faccia a Faccia è esattamente il suo brano. Una dedica alla nostra prima auto e a tutte le esperienze che abbiamo fatto». Di domenica è, invece, un pezzo «molto personale, una cura per il più grande nemico dell’amore: il rancore». Poi – continua il gruppo – «arriva l’amaro a fine pasto. Fragile è l’azzardo più grande del disco. È nato passandoci i file prima, durante e dopo la pandemia. È stato rimaneggiato tante volte, suonava male ma era perfetto».

Infine, a chiudere la tracklist c’è Siamo Liberi. Un «brano nato per suonarlo dal vivo, ed è sempre la nostra chiusura dei live. Lo volevamo registrare in presa diretta. È stato massacrante ma bellissimo, avevamo tutti quell’idea in testa. Volevamo che fosse il nostro lascito, è il genere che ci ha fatto iniziare a suonare».