47 è il titolo del primo album di Raanko Moneti, da venerdì 25 ottobre in tutte le piattaforme digitali. Raanko Moneti è un progetto misterioso dietro al quale si cela un’entità, un artista che si definisce uno dei tanti Nessuno. Quelli che (r)esistono per strada e non esistono per l’ufficio delle imposte o per l’anagrafe bancaria. Un progetto artistico che unisce il rap e il metal. Se il tappeto sonoro del disco si sviluppa tra sonorità nu-metal e crossover, le liriche in italiano, inglese, spagnolo e francese, spaziano dalle barre rappate al recitato teatrale, passando per il cantato unito a melodiosi cori di voci femminili. Distorsioni trash hardcore abbracciano ritmiche serrate, dove chitarre sature si alternano ad arpeggi e chitarre acustiche. Un’atmosfera melodica si evolve poi in ruvide suite dalle sonorità potenti, che lasciano spazio anche alle ballate e a qualche intermezzo electro.
Con 47 ha dato voce al suo quaderno, interpretando e romanzando la sua vita e le sue rime, in prima persona, con un genere crudo, sincero e di trasversale, come lui. Con il supporto del produttore paraguayano Madatracker, Raanko Moneti ha unito riff, sequenze armoniche e pattern ritmici, in un elaborato disegno di ascolto immediato, ma complesso da descrivere. Raanko Moneti è un genio prestato al crimine, di quelli che si guadagnano da vivere con attività illecite, ma nei ritagli di tempo leggono Jo Nesbo, Ludovico Ariosto, Arthur Rimbaud, Il Milione.
47, il primo album di Raanko Moneti
È solo, un cane sciolto, di quelli senza padroni o capi clan a cui sottostare, senza famiglia o legami di amicizia e amore veri. È in fuga, da chi lo minaccia con aut-aut di vita di clan o di morte, e da sé stesso, incapace di dare una svolta positiva alla propria vita. Raanko perché Ancora, quella che continuamente è costretto a riprendere in mano, con la doppia A e la K in omaggio a Helsinki dove non avrebbe mai pensato di arrivare. Moneti perché Timone, quello che talvolta non riesce a manovrare e che ha imparato ad usare da solo. Raanko Moneti, en verlain.
La pubblicazione è accompagnata dal videoclip della traccia Come il clima firmato dal regista e visual artist Jordi. Un piccolo film dalle atmosfere gothic, con la sceneggiatura che verte sul testo della stessa canzone. Un bianco e nero onirico accompagna i muri di chitarre distorte e le ritmiche serrate, dove le rime del rap si contrappuntano ai vocalizzi di Angela De Nardis.