Da Raffaello a Van Gogh, da Leonardo a Picasso. Nel percorso di un artista, l’autoritratto è forse l’opera più difficile da delineare, quella che arriva dopo lunga ricerca, analisi, consapevolezza. Richiede sguardo interiore, lucidità, onestà. E passa inevitabilmente attraverso svariate revisioni prima di trovare la sua espressione più calzanti. Al pari di tempere e pennelli in pittura, Renato Zero disegna il ritratto di sé con note e parole in tredici nuove tracce. Si intitola, infatti, ‘Autoritratto’ il nuovo album del cantautore disponibile a partire dall’8 dicembre per Tattica.
“Ho voluto tirare un po’ delle somme”, esordisce Zero presentando il progetto. “Diciamo che, nella mia vita, ho subito parecchie varianti e il teatro mi ha dato tanto. Tutti siamo stati contaminai da qualcuno. E quel bisogno di verifica, poi, ti conferisce sicurezza. Perché ti dici ‘se lui è riuscito a fare una certa cosa, vorrei almeno pareggiarne la statura’. La mia non è una meta, ma una serie di opportunità, incontri e condivisone anche di brutte sorprese. Fa tutto parte di questa verifica. Zero è uno strumento, come fosse un paracadute o una liana per attraversare una foresta. È il supporto ideale ma è sempre il signor Fiacchini a doversi poi prendere la responsabilità di quello che fa”.
A inaugurare il nuovo viaggio nel sé di ‘Autoritratto’ è il brano Quel bellissimo niente. “Rappresenta l’apertura sorridente di un tracciato, quel niente con cui è nata la mia generazione non è inoperosità ma campo libero per il cuore di battere come vuole. Da parte mia, il nulla mi è servito per assaporare meglio quello che poi ho ottenuto. Siamo noi a dare senso al nulla. Mai avrei sospettato di arrivare a essere quello che sono oggi, con i sedicenni io che mi chiamano maestro. È un ruolo che quasi mi imbarazza. Eppure è successo”.
Renato e Zero: il faccia a faccia
“La musica era un gioco che è inventato una professione, ma anche una specie di pronto soccorso perché le mie canzoni hanno guarito l’anima di molte persone”, prosegue. “Una canzone non chiede tanto, vuole solo essere canticchiata anche da chi non ha vinto Sanremo. Eppure, se ci pensiamo, la canzone ha fatto anche le guerre, è la madre di tutti i tempi, degli umori e degli sconfitti”. E a proposito di battaglie, Renato Zero è reduce dall’aver portato in scena il conflitto allo specchio tra Zero e Renato.
“Il nostro primo nemico siamo noi stessi – racconta – e dobbiamo stare attenti perché c’è il pericolo che l’ego si ammali. Io, questa doppiezza, l’ho cantata anche nel tour precedente con uno Zero che reclamava il primato. Fare il punto penso sia importante per un’anagrafe certa, è decidere che queste due entità, possano convivere nello stesso corpo. È meglio accettare entrambi gli inquilini”.
Un’autoanalisi, quella che compie l’artista in ‘Autoritratto’, che passa anche attraverso il confronto con il tempo che passa e sottrae compagni di viaggio. “Ho perso diversi amici nell’ultimo periodo e questa privazione ti mette di fronte a una mancanza di appoggi per cui diventi più responsabile del tuo stesso operato. L’assenza ti costringe anzi a fare di più proprio per colmarla. Penso a Raffaella (Carrà, ndr), che era mia vicina di casa e me la immaginavo a 90 anni a canticchiare. Così, invece, non è stato. Quest’esigenza di misurarmi è un sondaggio anche anatomico per capire se la nostra salute ci permette di essere ancora palpitanti. Semplicemente, ho reso pubblica questa mia analisi perché non voglio essere reticente con il pubblico. Perché con lui nasco, cresco e mi ci formo. Adesso? Tana libera tutti!”.
La (dis)educazione dei giovani, la tv e l’appello a non stare fermi
In un tempo in cui – dice Zero – “la persona è sparita e c’è un’anagrafe bugiarda”, l’appello dell’artista è quello di non rimanere indifferenti. “Avendo attraversato molti Natali, belli e poetici, questo Natale è sbiadito, si è impoverito e non può promettere quella pace che gli abbiamo sempre attribuito. Un armistizio che sarebbe una resa che non fa comodo a chi della guerra fa strumento di ricchezza e speculazione, che ha la guerra nel sangue. Ci ostiniamo ad assumere un atteggiamento di rivalsa verso un potere che poi non è legittimo e non ha senso di esistere”.
“Raccomando sempre di scendere in piazza e non rimanere a compiangersi nelle quattro mura”, ripete più volte il cantautore. “Si è sempre ottenuto qualcosa solo mettendosi la faccia. Mai come adesso questa piazza dovrebbe ripopolarsi. Il rammarico che è ora che c’è urgenza di un’azione di comparizione verso il potere, stiamo casa davanti alla TV che è un altro sonnifero, una bugia, una macchinazione. E vorrei ricredermi. Invece, siamo messi male perché a quella TV abbiamo dato l’importanza e il tempo che non abbiamo dedicato ai nostri amici e alla famiglia. Siamo spettatori impotenti, ci manca quel po’ di coraggio che ci porterebbe a riacquistare dignità”.
A proposito, poi, dei ragazzi di oggi, Renato Zero spiega: “Non accolliamo ai più giovani, che sono esposti, anche la responsabilità di legiferare addirittura il comportamento degli adulti. Credo, anzi, siano vittime loro stessi di carenze che nascono nelle famiglie. Se il padre si rivolge alla madre dandole della zoccola, questo viene raccolto dai figli e, quando si raggiunge un microfono, diventa veicolo di quella carenza originaria. Dobbiamo andare alle famiglie e lì troveremo la risposta alla non educazione”.
“I giovani bisogna preservarli integri, allora tutto quello che faranno sarà credibile. Oggi i ragazzi, secondo me, faticano a manifestare i loro bisogni. Sono talmente frustrati di non possedere i requisiti necessari per godere di un’adolescenza e di una formazione soddisfacente, che usano scudi come la ritrosia per pareggiare una mancanza. Di fonti, di un esercizio comportamentale che favorisca la crescita e la sicurezza. Nei giovani noto soprattutto l’insicurezza che è una brutta bestia perché quando si è insicuri tutto diventa difficile e farraginoso. Se sei stato giovane bene, la vecchiaia è un viaggio meraviglioso ma se tu questa gioventù la rendi già vecchia, carente, sdentata e claudicante, come pretendi che i ragazzi divengano uomini?”.
Un’insicurezza, prosegue Renato Zero, che si lega anche a una politica distante. “Quante volte i politici oggi menzionano i giovani? Non trovo che ci sia questa volontà e lo si è visto anche con la questione degli alloggi. Uno che vuole accedere all’università e vuole prendersi una laurea, si trova di fronte all’impossibilità di avere €600 al mese per potersi mantenere. Lo trovo ma offensivo. Forse adesso c’è una legge per cui verranno realizzati degli alloggi appositamente per gli studenti universitari ma è tutto comatoso, a rilento”.
“Il tempo gioca un ruolo fondamentale, come nei casi di violenza di genere”, osserva ancora. “Se le precauzioni non si prendono per tempo, è inutile fare talk show in televisione in cui parla questo o quell’altro. Se non si pensa ‘potrebbe succedere anche a me’, non ci si rende conto [della situazione] perché sono fatti talmente cruenti e assurdi… Va bene denunciare, ma denunciare è un percorso lento: dalla denuncia alla salvezza di una di queste ragazze ce ne corre. È necessario che, anche singolarmente, si approfitti di quella piazza per poter cominciare anche in silenzio. Questo creerebbe un tale imbarazzo nei governi e nelle istituzioni che si vedrebbero costretti a prendere dei provvedimenti. Aggiungo che questa burocrazia è una bestia, che viene alimentata costantemente, ingrassata e cresciuta. La burocrazia dovrebbe essere assolutamente debellata non esiste altra medicina per stoppare questo coma vergognoso”.
Il tour 2024
Dopo aver calcato con successo i palchi teatrali negli ultimi mesi, Renato Zero annuncia un nuovo viaggio live per riabbracciare i suoi fan con i Concerti Evento. Da marzo 2024, dunque, l’artista sarà protagonista nei palasport di Firenze e Roma, portando dal vivo anche i brani di ‘Autoritratto’. “È ancora tutto da immaginare – confessa Zero – nel senso che ho una certa velocità nel concepimento e nella formulazione di una presenza sul palco. Non lascio alla casualità, perché non mi piace, ma ho bisogno di sorprendere me stesso”.
“Devo dire che la coerenza mi aiuta a scegliere un repertorio che vada bene per il tempo e sia adatto a un certo vestito”, aggiunge concludendo. “Probabilmente la direzione va verso il minimalismo, perché i pastelli e le maschere sono ormai già dentro di me. Fanno parte di me come il trucco di un pagliaccio che, anche quando si toglie l’abito, resta tale, avendo messo in salvo quello che è”.
Di seguito il calendario:
- 2, 3, 5 e 6 marzo 2024 – Firenze, Nelson Mandela Forum
- 13, 14, 16, 17, 20 e 21 marzo 2024 – Roma, Palazzo dello Sport
I biglietti per i Concerti Evento di Firenze e Roma saranno disponibili dalle ore 11:00 del 7 dicembre 2023 su renatozero.com, vivaticket.com e in tutti i punti vendita Vivaticket.
Foto di Roberto Rocco da Ufficio Stampa / Grafiche da Ufficio Stampa