Dopo il brano Primo al mondo, a fine marzo, Wax pubblica l’EP ‘Exit’ (21co/Warner Music Italy)accompagnato in radio dal singolo per l’estate Caravan. Annunciato via social solo qualche giorno prima della release, il lavoro del giovane talento che il pubblico ha conosciuto ad Amici 22 conferma lo spirito creativo e libero dell’artista, difficile da imbrigliare. Al centro delle tracce, Wax racconta i sentimenti vissuti sulla pelle, dall’amore al tradimento passando per la paura di affidarsi con fiducia agli altri.
Come hai lavorato all’EP?
‘Exit’ è un disco composto da sette canzoni a cui ho lavorato nell’ultimo anno assieme ad altri autori e produttori. Siamo tutti molto soddisfatti del risultato perché è la prova, nero su bianco, di una crescita personale. Mi sento davvero tanto cresciuto rispetto a prima dell’estate dell’anno scorso.
‘Exit’ come via d’uscita da cosa e verso che cosa? Cosa vedi oltre la porta che campeggia sulla copertina?
Da qualsiasi situazione in cui qualunque persona possa trovarsi verso una situazione migliore. Nel mio caso, oltre quella soglia vedo me molto più pulito, molto più me stesso e molto più consapevole di quello che sto facendo e di quello che vorrò fare. Con degli obiettivi in testa ben precisi e molto più concreto. Quella porta l’ho aperta, e attenzione non sfondata: l’ho aperta con calma e con gentilezza.
Tra i temi che affronti in queste canzone c’è una forte presenza della fiducia, o meglio della paura di dare fiducia. Quanto questa diffidenza è legata a tue esperienze personali? Ti sei sentito tradito dalle persone a te vicine?
Sì, alla fine quello che racconto è quello che vivo e quello che vorrei vivere. Sicuramente non vorrei vivere un tradimento, situazione che ho passato sia con amici, sia nel lavoro. Nell’ultimo periodo, anzi, è successo più spesso nelle amicizie che evidentemente non erano tali. Sono stato tradito anche in amore e quando questo succede ti lascia il segno ma, nello stesso tempo, ti rende sempre più consapevole di te stesso. Quindi, quando ne esci, capisci diverse cose. In questi pezzi racconto soprattutto l’amore e il tradimento d’amore che, personalmente, credo sia la cosa più forte che ci possa essere. Io mi sono sfogato attraverso la musica.
Raccontare l’amore può essere un’arma a doppio taglio, perché il rischio è quello di cadere nel già sentito. Come si riesce, secondo te, a mantenere un racconto fresco e nuovo?
Io credo che qualsiasi persona faccia musica, alla fine, scriva qualcosa che è già stato detto. Poi, appunto, dipende come la stai raccontando e dipende se, quando la canti, sei te stesso. Certo, quella cosa può non piacere e dipende da un sacco di fattori… Sicuramente quello che ho detto all’interno dei pezzi è già stato detto perché l’amore è uno degli argomenti più diffusi nelle canzoni ma dipende dalla voce che usi e da chi sei. Quindi ti dico semplicemente che sono io, se a qualcuno piace va bene, non fa niente.
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A livello di produzioni che tipo di lavoro hai fatto?
In ogni sessione musicale c’è sempre stata una reference precisa. Ci siamo ispirati in particolare al mondo di Kid Laroi e Post Malone per dare al cantautorato italiano un tocco più internazionale. Da questo punto di vista sono stato fortunato a incontrare delle persone disposte a fare questo percorso con me, professionisti che sono anche amici con i quali si è creta una bella sintonia. Ci sono stati tanti confronti e ci siamo sostenuti a vicenda. Ogni volta che incomincio una canzone, sono abituato a fare una cosa prima di una session, ovvero devo spiegare come sto e raccontare quello come mi sento. Mi succede tutte le volte, quando faccio musica penso costantemente a una cosa e le mie canzoni sono come libri e spero che le persone li possano leggere per riconoscersi nel personaggio di cui parlo.
Da quel racconto iniziale, quindi, ha inizio tutto.
Sì, e può essere qualsiasi tipo di racconto: dal tradimento della mia ragazza per cui sto male all’incontro con un clochard. È importante, per me, raccontarsi le cose anche se la session magari si trasforma in una seduta psicologica.
È sempre stato così il tuo processo creativo?
No, solamente ora ho le palle di raccontare le cose, ecco. Te lo dico proprio così, alla francese. In questo periodo riesco a esprimermi di più e questo si trasforma in una scrittura più libera e anche più matura grazie anche alla modalità che mi hanno insegnato gli autori. Riesco a mettere nero su bianco le cose e penso di aver raggiunto una consapevolezza diversa proprio nello scrivere, per cui tutto deve essere collegato alla frase prima. E tutto deve essere vero, l’emozione che sto raccontando deve essere vera.
Abbiamo parlato di fiducia ma come vivi, invece, la solitudine?
Non ho paura di rimanere solo perché so che, nel caso, riuscirei a incontrare subito un’altra persona. Perché mi piace parlare gli altri. Piuttosto ho paura di non essere me stesso, questo sì, ho sia nei confronti degli altri sia nei miei. Cioè, ho paura di fingere di essere un’altra persona diversa da quello che sono, anche nella musica. Non a caso in Fallire dico proprio “o sono me stesso oppure non faccio niente” ovvero preferire fare altro se non avessi più niente da dire perché dico sempre quello che penso.
In Exit dici anche “forse siamo nel posto sbagliato”, quanto ti senti sbagliato o cosa ti fa sentire così?
Succede a tutti di non sentirsi a proprio agio, in qualsiasi posto dal supermercato alla casa discografica, dentro una discoteca o in famiglia. Può essere qualsiasi ambiente. Nel caso della canzone specifica, l’abbiamo scritta pensando a un dialogo tra me e una prostituta.
Ora che estate ti aspetta?
Spero di viaggiare un sacco, è l’obiettivo della mia vita, non certo lavorare e basta. Spero di scoprire il più possibile cose faccio nuove e di portarle in musica. ‘Exit’ è anche questo, lo uso come sinonimo di scoperta. Inoltre, spero di poter fare qualche live per capire il pubblico che ho e per raggiunge un pubblico più stabile, o meglio più numeroso. Io, da parte mia, continuo a fare musica e spero di farlo bene, dando un buon esempio.
Questa la tracklist di ‘Exit’:
- Exit
- Caravan
- I nostri giorni
- Sopradime
- Fallire
- Primo al mondo
- After
Immagini da Ufficio Stampa