Un concerto dedicato all’amore di un musicista per il suo strumento. Alex Britti all’Auditorium Parco della Musica ci racconta la storia della sua passione per la chitarra. I successi, i viaggi e le tribolazioni del cantautore romano che ci ha donato tante hit indimenticabili.
Era il 1998 e usciva “Solo una volta”, colonna sonora di tante storie d’amore estive. Così il grande pubblico scopre Alex Britti e se ne innamora senza forse conoscere la lunga carriera con la chitarra in mano che il cantautore romano già aveva alle spalle. Un folto pubblico è comunque accorso nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica per festeggiare con Alex Britti i 40 anni dal giorno in cui sbocciò l’amore fra lui e il suo strumento – nel 1978, alla tenera età di 10 anni. Noi c’eravamo: ecco com’è andata.
Un concerto “a lume di candela” per celebrare l’amore fra un musicista e la sua chitarra
Il concerto inizia senza troppe cerimonie: il primo brano è Gelido, di seguito Prendere o lasciare e Le cose che ci uniscono. Solo alla fine di quest’ultima canzone il cantautore decide di rivolgersi al pubblico: “scusate se non ho parlato all’inizio. Non l’ho fatto perchè innanzitutto sono un timido… e poi preferisco parlare di meno e suonare di più”. Il pubblico non può che apprezzare la scelta, considerando che stiamo parlando di un cantautore famoso per la sua abilità come strumentista. Nella prima carrellata di canzoni lo accompagnano Giulio Rocca alla batteria, Matteo Carlini al basso, Stefano Sastro alle tastiere e Daniele Leucci alle percussioni. Viaggiamo nella sua produzione, da Speciale a Un attimo importante.
Da Sanremo alle colonne sonore per il cinema: la carriera musicale di Alex Britti
È tempo di ricordare gli appuntamenti sanremesi, dalla prima emozione sul palco dell’Ariston alle partecipazioni più mature, che lo hanno visto duettare con Ray Charles e tornare a proporre nuovi brani con Bianca Atzei; c’è spazio per ironizzare: “a Sanremo ci si va’ per tanti motivi: c’è il mare, si mangia il pesce buono…” ma traspare la gratitudine dell’artista per il Festival e le occasioni che ha avuto di frequentarlo. È arrivato il momento di chiamare sul palco Cassandra Di Rosa e Debora Cesti, che lo accompagnano nell’esecuzione di Immaturi, altro fiore all’occhiello della produzione di Britti, felice di vedere le immagini dei suoi testi prendere colore, forma e vita in un’opera cinematografica. Segue l’esecuzione da brividi di Una su un milione, cantata in coro da tutta la platea, e poi è il momento di La vita sognata. L’atmosfera si sta scaldando ma Britti ha voglia di parlare un po’ con noi.
Come ce li vedreste Enrico Papi e Orietta Berti a Sanremo?
Una riflessione contemporanea senza polemiche: Alex Britti ricorda “anche io sono emigrato”
Una canzone molto amata dal cantautore romano, Milano, è introdotta da un discorso chiaro ma senza polemica o aggressività. “È difficile di questi tempi parlare di migranti” inizia Britti “ma mi sento in dovere di ricordare che anche io sono emigrato.” Il cantautore sul palco spende dei buoni minuti a raccontare di quando c’erano poche possibilità in Italia per un giovane strumentista.