Un concerto dedicato all’amore di un musicista per il suo strumento. Alex Britti all’Auditorium Parco della Musica ci racconta la storia della sua passione per la chitarra. I successi, i viaggi e le tribolazioni del cantautore romano che ci ha donato tante hit indimenticabili.

Con grande onestà Britti racconta la storia di un artista che, come tanti, ha fatto gavetta lontano dai cari e dalla sua città, trovando accoglienza in Germania, in Olanda. “Certamente non scappavo da una guerra, la mia situazione non contemplava nessuna tragedia. Ma la verità è che sono emigrato anche io. E poi” prosegue il cantautore “sono emigrato di nuovo, ma al Sud. E sono andato a Milano. Milano è il Sud dell’Europa. Ed ho trovato un’altra città che mi ha accolto e di cui mi sono innamorato”.

Dal jazz ai successi pop rivisitati, la fine di un live ricco di emozioni

Per confondere ancora un po’ la timeline di questo concerto, è il momento di Esci piano, scritta con Roberto Kunstler 25 anni fa “è una canzone a km0” scherza Britti “perché Roberto abita qui dietro: se lo chiamo troppo forte forse lo sveglio”. Forse il cantante si sente meno timido dopo più di un’ora di live, o semplicemente ci tiene a raccontarci quanto amore ha messo nel comporre i suoi brani.

Scherza un po’ sulla storia di JazzChi suona in sala? Ci sono musicisti? (…) Alcuni di voi sanno che, quando si suona, si arriva ad un genere che ci sconvolge e ci prende completamente. Io ho scritto una canzone sul jazz. Il jazz fa bene alla mente ma poi attenzione perché se ti prende diventa totalizzante: esci la sera e chiedono – che c’ha? Niente ascolta jazz. E poi avrei potuto metterci un po’ di fantasia a scegliere il titolo e invece niente… non mi sono impegnato e l’ho chiamata, semplicemente, Jazz”.

A conclusione, lega subito Oggi sono io – altri cori dal pubblico in visibilio – e di seguito Britti ci da un assaggio di cosa sa fare in a solo, giocando con il pubblico intento a dare il tempo battendo le mani. Le mani al cielo per 7.000 caffè e poi ci si avvicina alla chiusura. “Una chiusura… punk? Direi un punk piccolo, una punkina. Però nel punk si poga!” Tutto il pubblico in parterre risponde all’appello e corre sotto palco per La vasca, Solo una volta e Baciami (e portami a ballare): una chiusura in grande stile per un concerto denso e di qualità.

La scaletta del concerto

Gelido

Prendere o lasciare

Le cose che ci uniscono

Speciale

Zingaro felice

Tanti anni fa

Buona fortuna

In nome dell’amore

Un attimo importante

Immaturi

Milano

Esci piano

Jazz

Oggi sono io

7.000 caffè

La vasca

Solo una volta

Baciami (e portami a ballare)