Non poteva che essere la sua Vimercate a fare da sfondo alla presentazione dello show che celebra i 15 anni di carriera di Emis Killa. Così, in questo inizio estate, il rapper ci dà appuntamento nella sua città, il luogo dove tutto è cominciato e continua. “Ho iniziato a fare musica qui ed eravamo in tre. – esordisce – Vimercate mi ha dato tanto, è qui che ho assorbito tante cose e ho un ricordo per ogni angolo. Queste sono la mia città e la mia gente. È vero, ci sono stati anni in cui sono stato a Milano, ne avevo bisogno ma quando ogni volta che rientravo a casa a trovare mamma c’era quella sensazione di familiarità che mi ha portato a tornare qui”.
Per raccontare i momenti clou del suo percorso artistico, Killa ha scelto alcuni riconoscimenti iconici. “Sono partito come freestyler (ed ecco il primo premio, quello per il Tecniche Perfette nel 2007. In giuria Ensi, che oggi modera l’incontro; ndr). Allora non avevo l’ambizione a scrivere dischi perché vivevo il rap come intrattenimento. Così è stato fino al primo disco importante, del 2012, ‘L’erba cattiva’: quell’album ha cambiato le cose. Non ero abituato al contatto con la gente né al fatto che le persone conoscesse le parole dei miei testi”.
E qui il secondo premio (l’MTV TRL Award come Best New Generation Artist nel 2012) con aneddoto annesso. “Ero in un van con altri grandi artisti, ricordo Marco Mengoni e Giorgio, e io ero abituato al fatto che nessuno mi conoscesse mentre sentivo i boati quando gli altri scendevano. Non pensavo che la gente mi conoscesse, ma quando è toccato a me c’è stata una reazione enorme, un megaboato. In quel momento ho capito che stavo facendo qualcosa di concreto. La mia è stata una crescita ma con alcuni momenti particolari”.
Uno di questi fu proprio quello che portò a quel premio, ovvero l’album del 2012 che conteneva il singolo Parole di ghiaccio di cui Emis ricorda: “fu scritto e provinato per un’altra cantante che alla fine mi ha tirato il pacco. Non ero convinto di farlo io, ero insicuro e lo feci ascoltate a Ensi che mi diede un’iniezione di fiducia”.
Lo show a Fiera Milano Live
Ora, quindici anni dopo l’esordio, Emis annuncia per il 2 settembre il concerto evento EM15 a Fiera Milano Live. Perché non San Siro? “Dopo il Forum di Assago molti si buttano e fanno lo stadio ma in questo momento, senza neanche un album, lo sentivo come un rischio. Ho preferito cercare di capire come fare una crescita progressiva che avesse un senso. E Fiera Milano Live è la soluzione migliore: se fai 15mila persone a San Siro è un flop, se le fai in quel contesto viene fuori comunque qualcosa di bello”.
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A proposito dello spettacolo in costruzione, il rapper racconta che “le idee sono ancora in corsa… vorrei che ci fossero almeno 15 ospiti, averne esattamente 15 sarebbe il goal. Abbiamo pensato a due palchi, di cui uno dedicato a contest di freestyle, e a una sezione per i writers. Voglio fare un tributo all’hip hop culture, qualcosa di svanito ma che era quello che ci portava a fare rap. Personalmente, facevo musica e facevo graffiti perché mi affascinava tutto quel mondo delle jam. Lì ti confrontavi con tutte le discipline che facevano parte di quella cultura. Non sono figlio del rap, ma mi sento figlio dell’hip hop”.
Già annunciati on stage Sfera Ebbasta, Rhove, Neima Ezza, Massimo Pericolo, Paky, Jake La Furia, Kid Yugi e J-Ax. A loro si aggiungono Salmo, Geolier e Lazza. “Sono tutti amici che hanno dato subito la loro disponibilità; ora tocca mettere in piedi un bello show. Fin quando non ho tutti i nomi, la scaletta non può essere definitiva. Da parte mia farò tutte le mie hit, non voglio che la gente pensi sia un asciugo quindi ci sarà qualche chicca ma saranno soprattutto i pezzi più importanti. E vorrei fare in modo che gli ospiti possano avere anche uno piccolo spazio tutto per loro”.
E dopo EM15? “Sto scrivendo nuova musica e sto lavorando con un team nuovo. Quest’anno ho fatto un po’ un reset. A questo punto del mio percorso penso di aver fatto il mio e non ho più il complesso di dover dimostrare che so rappare. Vorrei che il prossimo progetto rappresenti una crescita intelligente anche nel mainstream. Ho già parecchi provini nel computer ma non ho ancora fatto ordine… Diciamo che c’è di tutto”. Sull’ipotesi Sanremo, Emis Killa è laconico lasciando aperta ogni possibilità: “Carlo Conti mi sta simpatico”. Non una parola di più.
Il rap italiano, ieri e ogg
Ripercorrendo la sua carriera, per Emis Killa c’è spazio anche per qualche riflessione sul passato e il presente del rap in Italia. “Sono tanti gli artisti che mi hanno ispirato, sicuramente Bassi Maestro, Fabri Fibra nella sua stagione pre-major e poi i Club Dogo di ‘Mi Fist’. È il disco che mi spronò a rappare resta il mio album di rap italiano preferito, perché raccontava esperienze in cui mi riconoscevo”.
“Oggi faccio più fatica a trovare nuovi riferimenti musicali, non ho ora un artista x che amo su tutti. Resto affezionato a certi punti cardine. L’importante è mantenere la fame di scrivere”. Quindi, una stoccata al complesso sistema musicale di oggi che rende più articolato il rapporto fra gli artisti per cui si frappongono figure intermedie. “Il rap è diventato un mercato complicato. Una volta bastava una pacca sulla spella, oggi bisogna parlare con mille persone”.
“Per questo dico che molti colleghi mi hanno dato direttamente la disponibilità per settembre ma ora tocca ai management e alle etichette. Nel complesso sta proseguendo bene ma se ve lo state chiedendo, sì, mi sono fatto biondo per nascondere i capelli bianchi di questo periodo!”, sorride. Dopo quindici anni, Emis Killa sente di essere stato mentore dei più giovani? “Sì ed è bello quando te lo dicono, è come se la storia continuasse. Alcuni di quei giovanissimi sono poi diventati anche nomi importanti, penso a Neima Ezza che mi raccontò di essere rimasto folgorato dal videoclip di Parole di ghiaccio. È un orgoglio quasi paterno perché ho amore per questa musica e sapere che andrà avanti anche con artisti che hanno iniziato anche grazie a te è davvero bello”.
“Siamo in un mondo che dimentica tutto ma tutti vogliono rimanere nella storia della musica. Sappiamo bene che i più saranno dimenticati, e anche io lo sarò. Quindi sarebbe che un ragazzino potrebbe citare me in futuro sfogliando un manuale di storia dell’hip hop non può che farmi piacere”. Rimpianti o rimorsi? “A volte mi sono comportato bene con certe persone che in cambio non hanno fatto altrettanto con me. Col senno di poi avrei potuto essere di gran lunga meno educato”.
Immagini da Ufficio Stampa