Il cast della finale del Festival di Castrocaro edizione numero 65 è fatto: a selezionare i dieci finalisti una giuria presieduta dal Maestro Beppe Vessicchio. Al suo fianco il Patron e Produttore Esecutivo del festival Carlo Avarello e l’autore Salvatore Mineo che hanno ascoltato i 58 artisti arrivati alle audizioni dal vivo dopo la scrematura dei 250 curata da Serena Brancale, FIAT 131 e Manuel Finotti. Ora non resta che attendere la serata del 22 settembre, a Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC), condotta da Clementino che proclamerà il vincitore 2023.
“Vogliamo avvicinare il format del Festival ai giovani che oggi sono sempre più presenti sulle piattaforme digitali”, commenta Carlo Avarello. “L’intento è, pur rimanendo ancorati sulla ricerca delle belle canzoni, del talento e del contenuto che rimane il focus, prendere atto che oggi il mercato è in continuo movimento. Il web e i social stanno dettando sempre di più la popolarità degli artisti e le posizioni più alte nelle classifiche. Per questo motivo abbiamo scelto di coinvolgere alcuni degli influencer tra i più seguiti in Italia. Accompagneranno in qualità di tutor i finalisti in gara due settimane prima del 22 settembre per far conoscere questi talenti anche dalla fetta sempre più importante del pubblico del mondo digitale”.
“Il Festival segna la continuità di un percorso prestigioso che ha reso il nostro Comune protagonista nella storia della musica nazionale”, afferma il Sindaco di Castrocaro Terme e Terra di Sole Francesco Billi. “È un’importante vetrina per il nostro territorio. Ma soprattutto per tanti giovani che ancora oggi a Castrocaro si sentono a casa proprio perché qui possono fare emergere i loro sogni e il loro talento musicale”.
Le parole del Maestro Beppe Vessicchio
“È stata un’esperienza molto interessante”, interviene quindi il Maestro Vessicchio in conferenza stampa. “Carlo Avarello ha creato le condizioni per un confronto su più livelli, con una visione anche imprenditoriale e di mercato. Io ho cercato di fare la mia parte, usando l’esperienza e le orecchie per valutare un talento collegato al linguaggio che sta utilizzando. Il confronto è stato molto interessante perché l’incontro di diverse visioni, che avrebbe potuto essere conflittuale, si è immediatamente rivelato avere come comune denominatore il linguaggio”.
“E i linguaggi si sono incontrati quando è arrivato il candidato che rifletteva, attraverso il suo modo di esprimersi anche fisico, la vocalità e contenuti coerenti tra loro”, prosegue il direttore d’orchestra. “Abbiamo visto subito che ci siamo trovati allineati immediatamente e non abbiamo avuto problemi a definire quelli che sicuramente dovevano accedere alla finale. Abbiamo davanti non solo una finale, ma anche le aspettative dei giovani e molti segnali di diversità che vanno accolti. Ci sono elementi che ampliano il panorama e questo, secondo me, fa sempre bene. Fa bene innanzitutto alla comunità dei concorrenti, perché possono vedere rispecchiate le proprie propensioni e aspirazioni”.
“Qualcuno – osserva ancora Beppe Vessicchio – si trattiene dal calpestare alcuni cammini perché pensa di essere solo. Invece, vedendo che c’è qualcun altro che ci prova e che magari ci riesce, si sente magari incentivato a dar fondo ai propri istinti. La cosa più comune che di questi tempi riscontriamo è il fatto che esiste un’omologazione importante data dalla persistente interazione con i media e il web. Quindi, qualche volta ci facciamo fuorviare rispetto a quella che è una nostra naturale propensione. Io sono per la diversità a tutti i costi, quindi sarebbe bello poter vedere qual è la propensione naturale che è nascosta dentro di noi. È questo che ci rende realmente unici. E qualche volta bisogna scavare sotto la scorza e il talento emerge quando sei a confronto con gli altri, salta immediatamente salta fuori”.
Allargando lo sguardo a una valutazione complessiva, Vessicchio osserva: “La sensazione che ho avuto è che esiste una capacità di esprimere se stessi. Ma in un periodo di bombardamento mediatico importante, perdiamo di vista certi fenomeni. Da un lato le tendenze sui social media ci danno indicazioni su come muoverci e orientarci. Ma volte sovrabbondano e addirittura deviano quello che è un percorso che invece ci renderebbe assolutamente unici. E io sono per la biodiversità. Il fatto che uno possa esprimere se stesso è il valore più grande, sia per lui sia per l’insieme comunitario di coloro che si esprimono in musica. E può esistere anche chi ha poco mercato, ma ha tantissimo da dire; e lo dirà sempre, e avrà comunque coloro che lo seguirà”.
I dieci finalisti del Festival di Castrocaro 2023
Ecco i nomi dei 10 finalisti:
- Bosco (Alberto Boschiero, cantautore, 25 anni, Venezia)
- Chiara Bruno (cantautrice, 26 anni, Palermo)
- Tobia Lanaro (cantautore, 23 anni, Vicenza)
- Frenèsya (Flavia e Federico Marra, cantautori, 22 e 28 anni, Roma)
- i Kaotika (Pietro Peloso, cantautore, 22 anni, Foggia)
- Djomi (Domenico Pini, cantautore, 21 anni, Ravenna)
- Sara Russo (interprete, 24 anni, Bacoli-Napoli)
- Virginia Toniato (cantautrice, 24 anni, Padova)
- Nicole Vioto (interprete, 19 anni, Venezia),
- i Senza Volto (band formata da Nicola Colomboni, cantante, 26 anni, Nicolae Giuliani, batterista, 25 anni, Nicola Ragnetti, bassista, 31 anni, Tommaso Golaschi, chitarra e seconda voce, 28 anni, Foggia)
Il Festival di Castrocaro si rivolge ai nuovi talenti e rappresenta un’istituzione del mondo della musica italiana e prende il nome dalla cittadina dell’Emilia-Romagna dove è nato nel 1957. Per la sua 65° edizione, il concorso torna in una veste totalmente rinnovata, prodotta e diretta da Carlo Avarello per la sua label Isola degli Artisti, che si è aggiudicata il bando per i prossimi 3 anni.
Foto da Ufficio Stampa Parole & Dintorni