A pochi giorni dalla partecipazione a Buon compleanno Mimì, Leo Gassmann annuncia le nuove date live autunnali. L’artista, dopo il singolo estivo Capiscimi, è pronto infatti a ripartire per presentare dal vivo anche l’ultimo album ‘La strada per Agartha’. Non solo, come ci ha raccontato proprio a margine dell’evento dedicato a Mia Martini, il cantautore sta lavorando a nuova musica e promette novità discografiche per le prossime settimane. Sul palco del teatro Manzoni a Milano, lo scorso 23 settembre, Leo ha portato due suoi brani – Caro Lucio e Terzo Cuore – a incorniciare la personale interpretazione di E non finisce mica il cielo.
In che modo un artista della tua generazione si confronta con il mondo di Mia Martini?
Mia Martini è stata una delle più grandi interpreti della musica italiana e credo che, oggi, essere qui per ricordarla sia molto importante. Attraverso la sua voce era in grado di far percepire anche tutte le esperienze e le sofferenze che si portava dentro. E per questo, secondo me, una serata come quella di Buon compleanno Mimì ha una doppia valenza perché cerchiamo di rendere omaggio a un’anima che era immensa. È bello che ci siano tanti artisti e tra il pubblico ci siano anche ragazzi giovani che possono conoscere la stagione degli interpreti, una stagione finita da tempo dato che oggigiorno tutti scrivono le proprie canzoni.
Viviamo in una società molto diversa rispetto a quella di Mimì ma la sua è stata un’epoca molto importante, che non va dimenticata. In quegli anni si dava molto più peso alle parole anche nell’interpretazione. Le loro parole erano massi erano, massi pesanti, e credo che questo sia stato il segreto di ieri della musica di quegli anni. È anche il motivo per il quale personalmente ci sono legato e sono onoratissimo di poter dare il mio piccolo contributo.
Mi hai anticipato in parte perché la mia domanda successiva riguarda proprio che cosa può insegnare la generazione di artisti a cui appartiene Mia Martini ai cantautori di oggi.
Ah, sicuramente a dare più peso a quello che si dice proprio perché lei stessa, attraverso un’intenzione e con una sola parola, raccontava un mondo dietro. Oggi si fa si dà meno peso alle parole, anche nella scrittura. Non voglio generalizzare, perché ci sono grandissimi artisti anche emergenti che scrivono cose bellissime però, anche per come è costruita la società, si tende ad essere frettolosi sia nello scrivere che nell’interpretare. Inoltre, Mia Martini credo rappresenti anche la dedizione alla musica e tutta la passione che c’è dietro a questo mestiere che è il più bello del mondo. Insegna ancora ora ad andare più in profondità nella ricerca di senso.
LEGGI ANCHE: — Aka 7even per ‘Buon compleanno Mimì’: «I pezzi di Mia Martini sono storia»
Nella tua tripletta di brani, porti un pezzo come E non finisce mica il cielo: come mai proprio questa scelta? C’è un verso o un passaggio in particolare che ti emoziona?
Non finisce mica il cielo è una canzone che sento molto e che mi fa emozionare moltissimo perché parla di un amore che non si sa se tornerà. Un amore in fuga, insomma, in cui chi canta è una persona che continua ad aspettare chi gli manca nella propria vita. È una canzone che sento molto vicina e di cui, diciamo, intuisco il motivo per il quale è stata è stata scritta. Nella sua interpretazione, poi, Mia Martini nasconde una profonda fragilità e, quindi, è un brano che va cantato secondo me in modo disperato ma allo stesso tempo anche molto delicato. È una piccola perla.
C’è un verso o un passaggio in particolare che ti emoziona?
Penso che la parte che mi emoziona di più è quella finale, quando dice aspettando te potrei scoprirmi ancora sulla strada per ritornare a me, per ritornare in me. Lei parla di qualcuno che potrebbe sostituire un’altra persona però poi alla fine, in realtà, non c’è e non ci crede neanche lei. Lei sa esattamente quello che vuole. È una canzone che ha fatto la storia della musica e, secondo me, è una delle più belle in assoluto del suo repertorio. Anzi, forse è anche quella un po’ più difficile da cantare perché Mimì la interpretava in maniera molto libera non avendo una vera e propria metrica. Spero di poter esserne all’altezza o comunque di andarci almeno vicino.
E poi ci sono anche due tuoi brani: come li hai lavorati per adeguarli al palco di Buon compleanno Mimì?
Delle mie canzoni ho voluto portare Caro Lucio. Non è tra i miei pezzi più conosciuti ma è un brano che le persone che mi seguono conoscono bene e al quale sono affezionato. È una lettera di risposta a L’anno che verrà di Lucio Dalla e ho pensato che in questo contesto sarebbe stato perfetto anche in una veste più orchestrale. In questa canzone, poi, mi rivolgo sempre a qualcuno che non c’è più e credo che possa far sentire più vicino alla causa e al contesto di questo evento. E poi c’è Terzo cuore, che è stato un brano che quest’anno mi ha dato tante possibilità e ha regalato tante emozioni alle persone. Molti ancora oggi mi scrivono e credo sia bello poter portare su questo palco un brano che è stato protagonista del mio recente percorso.
Oggi ripensando al tuo Festival di Sanremo che immagine ti viene in mente in maniera istintiva?
Sì, i miei amici. Ho condiviso l’esperienza sanremese con tanti amici, sia musicali che non musicali. Le persone che mi amano veramente sapevano quanto fosse importante per me essere lì quest’anno dopo gli anni difficili che tutti abbiamo passato. Il festival ce lo siamo conquistato con sangue e dedizione, quindi ho voluto condividere quest’avventura con tutte le persone a me più care. In una cinquantina si sono presi una villa vicino a Sanremo e sono partiti da tutta Italia senza conoscersi tra loro, solo per supportarmi.
Ogni volta che tornavo dall’Ariston, c’erano Edoardo Bennato con Riccardo dei Pinguini Tattici Nucleari e tutti gli altri miei amici da Roma e della Calabria. Questa, per me, è stata la cosa più bella: sono felice di aver creato anche nella musica una sorta di famiglia. Soprattutto in questi ultimi anni mi sono creato una piccola grande famiglia che piano piano cresce e chiunque voglia entrare è il benvenuto.
Il filo che ti unisce a Mia Martini potrebbe, a breve, aggiungere un altro nodo. I rumors dicono che interpreterai Franco Califano in una fiction a lui dedicata: cosa puoi dirci in merito?
Ehhh, questo ancora non si può dire. Non si sa.
E allora, nell’attesa, torniamo alla musica: che cosa c’è in cantiere?
C’è molta musica nuova in arrivo. Questi ultimi sono stati mesi di concerti ma ho anche scritto tante canzoni nuove per cui ci sono dei progetti che usciranno a breve e dei quali sono molto felice. Quindi le novità non mancheranno e ci sarà il mio primo tour nei club con date a Roma, Milano e Napoli. Ma potrebbero non essere le uniche città. Sarà un tour bellissimo perché avrò la possibilità ancora una volta di vedere i volti delle persone che mi seguono e che quest’anno sono diventate tante.
La cosa bella è che, di concerto in concerto, la gente è diventata sempre più numerosa e molti mi hanno seguito da una città all’altra, facendo amicizia e viaggiando insieme. È una roba veramente bella, della quale sono molto grato. Il mio è un percorso lento ma che mi porta sempre tante soddisfazioni e me lo godo proprio. Con i miei amici, con le persone che amo. Che bella avventura la vita.
Di seguito le date del Dammi un bacio Tour:
- mercoledì 22 novembre – Roma, Monk
- giovedì 23 novembre – Napoli, Auditorium Novecento
- martedì 28 novembre – Milano, Mosso
I biglietti sono disponibili sui circuiti ufficiali. Quelli per la data al Monk di Roma e per la data al Mosso di Milano su DICE.fm, mentre quelli per lo show all’Auditorium Novecento di Napoli su www.etes.it.
Foto da Ufficio Stampa