Partito da Padova ‘Marco negli Stadi 2023’, tour già sold out che vede Marco Mengoni protagonista di uno show che è festa e condivisione. Le parole dell’artista prima del live.
È in quel di Padova che, nella notte che inaugura l’estate, si conclude il countdown per il via ufficiale al tour Marco negli Stadi 2023. Mengoni, dopo aver assaggiato San Siro e l’Olimpico un anno fa, è pronto ad attraversare l’Italia con un calendario già sold out. Un coronamento che celebra a tutti gli effetti un anno che l’artista difficilmente potrà dimenticare, da Sanremo all’Eurovision fino alle prospettive estere. E la cavalcata da nord a sud si concluderà esattamente al centro, a Roma, con una festa al Circo Massimo il prossimo 15 luglio.
Lo show, che nella sua ossatura riconferma lo spettacolo portato in scena nell’estate scorsa, è una produzione che nulla ha da invidiare all’estero. Si aggiunge, dal punto di vista scenografico, l’elemento del prisma, che fa da collante definitivo con il progetto ‘MATERIA’ e diventa elemento di connessione e condivisione totale con il pubblico. Proprio alla platea, Marco Mengoni si rivolge a inizio spettacolo con un invito che è anche un augurio. “Non ho molte pretese – dichiara – vi chiedo solamente di sentirvi liberi, come siamo nati d’altronde. Questa sera potete permettervi di fare quello che volete: cantare, ballare, sudare. Siate voi stessi”.
Alla vigilia della prima data, hai un tour negli stadi già sold out. Come ti fa sentire?
I numeri non mi fanno mai effetto, a dire la verità, ma mi fa effetto sentire quello che arriva una volta salito sul palco. Lì, seduta stante, non è che ti metti a contare le persone che hai davanti ma senti la connessione che si crea. Ti dico, a Bibione su Due Vite mi sono ritrovato con una botta totale. Non la so descrivere: la gente ha cominciato a cantare con una forza e un’energia assurde. Credo che sarà poi quello che capiterà un po’ in tutti gli stadi ed è qualcosa a cui mi stavo preparando, cioè me lo immaginavo un po’… ma quando ci sei immerso, beh, è qualcosa di forte.
Oltre a Due Vite, quali sono i passaggi di questa scaletta che senti più emotivamente impattanti?
Eh… parlando di emotività, mi emoziono ancora tanto e ci sono diversi pezzi anche in questo show. Si alternano un po’… Penso a Ti ho voluto bene veramente che a volte non riesco a reggere per intero ma anche Luce e Proteggiti da me. Devo dire che quel gruppo è la parte con il maggior trasporto emotivo ma, ripeto, Due Vite è una cosa a parte. Crea una simbiosi ancora più che con L’Essenziale… Quando parte l’inciso, esplode tutto altro che la luna! C’è una partecipazione che ormai so di potermi aspettare ancora più di prima con qualunque altro brano.
E come vivi questo momento di ‘simbiosi’?
Mi sento sempre di peccare, forse, di assenza di umiltà ma quest’anno è stata la riprova che ci sono tantissime persone che mi hanno capito. E in quel momento, evidentemente, sento proprio questa cosa. Sento che sono incluso, compreso, che non sono distante o indecifrabile. Diretto.
In passato, invece, ti sei sentito incompreso?
Forse più che altro incompreso da me stesso perché, in fondo, siamo i primi datori dei nostri giudizi e prima mi facevo attraversare troppo. Oggi mi sento più grande e consapevole anche dei difetti e dei limiti che ho. Credo sia un discorso di evoluzione personale, psicologia e fisica che sto facendo. Non è solo estetica scoprire il proprio corpo: non sono mai stato contento dei mei difetti e prima lo coprivo perché me ne vergognavo io per primo. Parte tutto da lì.
Superati i dieci anni di carriera e di discografia, quanto è difficile costruire una scaletta che necessariamente fuori diversi pezzi?
Eh, è proprio difficile ma necessario. Altrimenti avrei dovuto fare tipo Beyoncé, con un medley dopo l’altro! Davvero, mi piange il cuore lasciarne fuori certi ma sai cosa? Vorrei fare un tour solo con i brani che non sono diventati singoli. Non sarebbe male, no?
Alla partenza dello scorso tour negli stadi mi dicevi che avevi trascorso la notte dopo la data zero a riguardare tutto il live per capire cosa migliore. Questa volta come è andata?
Quest’anno no. Ho capito che, alla fine è tutto istinto. Le cose definite sono ormai decise mentre il resto è sempre talmente diverso che non lo puoi neanche comandare.
La tournée estiva si apre a Padova, che proprio in questi giorni ci porta alla cronaca dato che la Procura ha impugnato 33 trascrizioni sui registri di figlie di due mamme. Cosa ne pensi?
Da essere umano, e non da polito che non sono, mi sembra una cosa. Stiamo parlando di bambini, di vite e di emotività; la famiglia è quella che ti insegna vivere e non coincide strettamente con mamma e papà. Nel mio caso, per esempio, ho preso molto da mio nonno, mi ha insegnato a vivere. In amore nulla deve essere proibito, l’unica cosa che dovrebbe essere proibita è decidere cosa sia famiglia.
Si chiude a Roma, con una grande festa.
Sì, con me dal pomeriggio ci saranno dj e producer che hanno collaborato al progetto ‘MATERIA’ mentre la sera ci sarà il live vero e proprio. La scaletta sarà leggermente modificata anche perché saranno ospiti Samuele Bersani, Elodie, Bresh e Gazzelle. Alla fine saranno due ore e mezza e poi si fa festa. L’afterparty sarà sul palco. Non volevo solo un concerto ma volvevo che fosse proprio una festa in cui succederanno delle cose da vedere e da vivere. Vere e proprie experience…
E dal 16 luglio, cosa farai?
Torno in studio! (sorride, ndr) Seriamente, dopo Sanremo e l’Eurovision anche dall’estero stanno spingendo e vogliamo mettere a fuoco diverse cose…
Marco negli Stadi: la scaletta
- Cambia un uomo
- Esseri umani
- No stress
- Voglio
- Muhammad Ali
- Psycho Killer
- Credimi ancora
- Mi fiderò
- Luce
- Proteggiti da me
- Parole in circolo
- Due nuvole
- L’essenziale
- Pazza musica
- Due vite
- Fiori d’orgoglio
- Sai che
- Hola
- Ti ho voluto bene veramente
- Guerriero
- Ma stasera
- Pronto a correre
- Io ti aspetto
- Proibito
- Buona vita
Foto da Ufficio Stampa WFY