Siamo stati al Primavera Sound 2024 per assistere ai live degli artisti sudcoreani tra scoperte e conferme.
Globalizzazione e Hallyu hanno indubbiamente portato le istanze discografiche occidentali ad allargare le line-up dei festival. In questo il Primavera Sound è sempre stato attento, chiamando a raccolta band e artisti da ogni parte del mondo, con una maggiore dedizione negli ultimi anni. «Facciamo molti viaggi in Giappone e Corea per conoscere nuovi artisti. E i rapporti con le agenzie sono solidi: spesso sono loro a suggerirci i loro gruppi», ci aveva detto Marta Pallarès, Head of Press del Festival, qualche mese prima dell’inizio dell’evento.
E infatti già lo scorso anno il Primavera Sound aveva ospitato le Red Velvet (della SM Entertainment) aprendo la strada del K-pop ad altri Festival europei (l’esempio più calzante è proprio il nostrano I-DAYS che quest’anno ospiterà a Milano gli Stray Kids). Per il 2024, però, il Primavera Sound sembra aver scelto la strada più complicata, andando a scovare – all’interno della cosiddetta Korean Wave – le gemme più nascoste e meno note. Se il successo del fenomeno K-pop è innegabile, è pur vero che l’attenzione discografica verso il mercato coreano ha portato alla ribalta anche la musica nazionale underground, rock o alternative. Ed è proprio lì che il Primavera Sound, nel 2024, è andato ad attingere.
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Al K-pop mainstream, gli organizzatori hanno preferito il sound contaminato dei Balming Tiger e il rock dei Silica Gel, al loro primo concerto europeo. Fuori categoria la dj Peggy Gou che non ha bisogno di presentazioni e che è ormai una aficionada dei festival europei e mondiali. Non una scoperta insomma, quanto più una conferma. E poi, sempre dall’Asia, la scelta di celebrare il J-pop con le ATARASHII GAKKO!, definite una «piccola enciclopedia» del genere.
I Balming Tiger al Primavera Sound tra hip hop e sperimentazione
I Balming Tiger – per quanto si definiscano un «gruppo di alternative K-pop» – sono in realtà più alternativi e sperimentali che squisitamente pop. Qui il termine K-pop va inteso come pop coreano nel senso più letterale del termine, più che come riflesso del genere ormai noto e celeberrimo in Occidente. I Balming Tiger non sono una band ma un collettivo e la loro presenza scenica è piacevolmente caotica e quanto di più distante possibile dalle perfette e complicatissime coreografie dei gruppi femminili e maschili che popolano ormai anche le nostre classifiche. Il loro primo singolo, I’m Sick, risale al 2018 e parte della loro popolarità è dovuta anche ad una collaborazione con RM dei BTS nel brano Sexy Nukim, inserito ovviamente nella scaletta del live di Barcellona.
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Il loro live, sul palco Pull & Bear, ha attratto fan ma anche curiosi. Sembrava del resto impossibile resistere all’energia del collettivo che – in abiti coordinati e servendosi di una consolle – ha dato vita a uno dei live più bizzarri dell’intera kermesse. Tra i brani inseriti nella setlist anche Trust Yourself, scritta dal rapper Omega Sapien durante il complicato periodo pandemico: «L’ho scritta per me – dice l’autore sul palco – ma sono felice di condividerla con voi». Il live si è poi chiuso con Big Butt tra l’euforia generale: i Balming Tiger sono divertenti e, al di là del sound che propongono (di difficile classificazione), sembrano intenzionati a non avere confini sonori né etichette.
Il rock sporco dei Silica Gel
I Silica Gel sono la rock band coreana del momento. Di fatto, ai recenti Korean Music Awards 2024 hanno portato a casa ben tre premi: Musician of the Year, Best Modern Rock Album (per Machine Boy) e Best Modern Rock Song (per Tik Tak Tok Feat. So!YoON!). Al Primavera Sound va il grande merito di averli portati per la prima volta in Europa: un’iniziativa premiata da un live (sul palco di Amazon Music) irresistibile e (finalmente) di rock puro, senza mediazioni o incertezze. Ai Silica Gel (Kim Geonjay, Kim Chunchu, Kim Hanjoo e Choi Woonghee) piace suonare e va da sé che suonino come Dio comanda brani perfetti per mandare in tilt le regole discografiche dei nostri tempi con code musicali lunghissime.
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Gli assoli di chitarra, soprattutto sul finale del live, erano magicamente infiniti (applausi al chitarrista Chun-chu Kim) e, se è vero che il proposito del Primavera Sound quest’anno fosse quello di far scoprire la Corea del Sud oltre il K-pop, l’obiettivo può considerarsi più che riuscito.
Foto: Primavera Sound