In attesa dell’uscita del nuovo album – Keep Me Fed – atteso per il 28 giugno, la rock band al femminile The Warning sta girando l’Europa per il primo tour da headliner. Le tre sorelle messicane stanno anche procedendo a rilasciare nuova musica: il nuovo progetto è stato infatti già anticipato dai singoli Hell You Call A Dream, Qué Más Quieres, S!CK e MORE. I quattro brani mostrano diverse sfumature che fanno presagire un album diverso dal solito: non a caso le ragazze lo definiscono l’inizio di «una nuova era». La nostra intervista alle The Warning.
Come mai Keep Me Fed rappresenta una nuova era per le The Warning e cosa è cambiato rispetto al passato?
«Keep Me Fed rappresenta una nuova era perché siamo cambiate noi come esseri umani. Lavoriamo tantissimo e da tanto tempo, da quando eravamo bambine. In questo periodo siamo in tour e questo ci ha permesso di vivere nuove esperienze. Tutto ciò si è tradotto in nuova musica. Questo album inoltre è stato realizzato in un momento particolarmente strano per noi, perché abbiamo registrato e scritto nel bel mezzo del tour. E tutto quel caos si sente in questi brani. Cambia però anche il modo in cui suoniamo live e non vediamo l’ora di mostrare ai nostri fan la nostra nuova musica».
Tra i brani già lanciati c’è Qué Más Quieres. Quanto è importante per voi cantare nella vostra lingua?
«È molto importante per noi. Amiamo rappresentare così la nostra cultura. Dobbiamo ammettere però che per noi è più difficile scrivere in spagnolo che in inglese. Proprio per questo abbiamo messo l’anima in questa canzone. È il primo brano che abbiamo scritto pensando di fare qualcosa di divertente in spagnolo e che potesse rappresentare un elemento diverso in questo album. E sì, le canzoni hanno vibes differenti: succede in ogni nostro album perché ci piace avere un po’ di tutto, ma forse per questo disco in particolare si nota un po’ di più».
Hell You Call A Dream racconta invece la vita in tour. Quando è un incubo e quando è un sogno?
«Essere in tour può essere difficile per tantissime ragioni. Dormi e mangi a malapena, il corpo è stanco, fai live ogni giorno. Per questo tour abbiamo in programma 19 concerti in 24 giorni: parliamo di sei live a settimana, è tantissimo! Non sei mai nello stesso posto per più di un giorno. Fai tantissime cose che il tuo corpo e la tua mente non riescono sempre a processare, ma ovviamente ci sono aspetti bellissimi. Serve equilibrio. Di sicuro incontriamo i nostri fan, viaggiamo in tutto il mondo e soprattutto condividiamo la nostra musica e la nostra passione. È già un grandissimo privilegio avere l’opportunità di poterlo fare, ma è come un tira e molla: ti senti stanco ma anche molto felice. La canzone parla di questo».
Avete scritto il nuovo album in tour. Questo ha in qualche modo ispirato anche il sound?
«Tutto ciò che abbiamo vissuto in qualche modo ci ha ispirato. Neanche lo abbiamo notato, ma era lì. Crescendo, i desideri e i bisogni in studio sono cambiati. Le ispirazioni dietro questo album sono state molteplici e inoltre è la prima volta che lavoriamo con altre persone per la scrittura. Avere delle menti creative che collaborano con noi sul concept è qualcosa che volevamo provare questa volta. Quindi sì, è un album pieno di cose diverse. Vogliamo sempre mantenere l’energia live nella nostra musica, ma questa volta era già lì. Soprattutto quando sentirete queste canzoni dal vivo, vi accorgerete dei cambiamenti nella musicalità anche solo per il modo in cui sono stati scritti i brani».
E sul tour cosa potete dirci? Come vi sta accogliendo l’Europa?
«Il tour è fantastico, siamo molto emozionate. È il nostro primo tour da headliner in Europa e avere ogni singolo show sold out è pazzesco per noi. Il fatto che la gente voglia vederci è un onore. Con i live ci sentiamo realizzate e siamo orgogliose non solo come band, ma come squadra. Quando vedi quella risposta dal pubblico, non vedi l’ora di tornare. L’Europa ci sta dando molto amore».