Manca poco all’unica data italiana dei Tokio Hotel, che in questa intervista ci raccontano l’album ‘2001’ e il ritorno ai live.
Sarà unica la data italiana dei Tokio Hotel, prevista per mercoledì 10 maggio al Fabrique di Milano. Una data attesissima soprattutto dopo l’interruzione del tour mondiale Melancholic Paradise a causa della pandemia. Il Beyond The World Tour 2023 sarà dunque l’occasione per abbracciare il pubblico della band, a cui è stata donata anche una nuova versione di Monsoon, il singolo apripista dell’album di debutto internazionale Scream. «Penso che la pandemia sia stato un periodo molto confuso per tutti. – ci dice subito Bill Kaulitz – Ci abbiamo messo un po’ per assestarci e capire cosa fare. Di solito facciamo minimo 70 concerti l’anno. Abbiamo dovuto improvvisamente cancellare il tour e tornare a casa». Di sicuro, i Tokio Hotel non si sono «seduti sugli allori».
«Ho chiamato la Sony – continua a raccontarci Bill – ho detto Facciamo un album e siamo partiti da Monsoon. Siamo stati in studio e abbiamo passato tanto tempo insieme di persona, perché non eravamo distratti da altre cose. Abbiamo usato quel tempo per frequentarci ed è stato bellissimo per noi. Altri producer e autori si sono uniti a noi. Io e Tom siamo stati a Berlino per lavorare alla musica ed è stato bello avere tempo, spazio e nessuna pressione. Ovviamente ci mancano i live e non vediamo l’ora».
Ne è uscito 2001, il settimo album dei Tokio Hotel: un omaggio all’anno d’esordio della band tedesca e anche un melting pot di influenze e ispirazioni. «L’album – ci dice Bill – ha queste diverse ispirazioni perché lo abbiamo scritto in tanto tempo. È il best of di cinque anni di scrittura. E in cinque anni è successo di tutto. È la colonna sonora della nostra vita negli ultimi cinque anni, per questo ha tanti colori e tanti generi. Non è un concept album come Dream Machine, ma è più colorato e potente».
Tokio Hotel, il ritorno al live
Quando chiacchieriamo con i Tokio Hotel, la band ci preannuncia che il tour è un work in progress. «Quando abbiamo annunciato il primo live – dice Bill – avevamo un’idea precisa di come volevamo il palco. Ma poi le canzoni sono cambiate, quindi è un tour che continua ad evolversi. Credo che, come l’album, sarà colorato e pieno di energia. Ci siamo trattenuti per tanto tempo. Sarà uno show per tutti, i vecchi e i nuovi fan. Abbiamo tanti album ormai nella nostra discografia, ma sarà uno show coeso con generi diversi». Di sicuro, «tutto cambia finché non saremo sul palco»: «Chi ci conosce – conclude Bill – sa che i nostri live sono pazzeschi. Ora, con un nuovo album, sarà anche meglio».
I featuring di 2001
Ci sono diversi featuring in 2001, e sono tutti una piccola sorpresa. C’è il duo musicale Vize in White Lies, VVAVES in Just a Moment e Berlin, ÁSDÍS in Smells Like Summer e Daði Freyr in Happy People. «Le nostre collaborazioni devono essere organiche. – dice il frontman – Ci deve essere una connessione e dobbiamo innamorarci di quel musicista. Non solo della sua arte, ma a livello personale. Non potrei mai fare un featuring solo perché l’artista è cool. ÁSDÍS e Daði Freyr li abbiamo incontrati durante il percorso e lavorare con loro è stato facile. Il più delle volte è qualcosa che succede in studio, una connessione che non speravi e che avviene per pura coincidenza».
E la nuova versione di Monsoon? «Volevamo farla da tempo – dice Bill – ne abbiamo parlato tantissimo. Sapevamo di dover fare una nuova versione per i fan e ci siamo detti Facciamola, prendiamo il testo e sperimentiamo chiedendoci come suonerebbe oggi. È stato divertente e amiamo la nuova versione. L’originale però sarà sempre una grande parte della nostra identità. E non cambierà mai. È stato solo un omaggio».