I Santi Francesi ci raccontano il loro debutto a Sanremo, tra cover e nascita causale del brano che porteranno sul palco.
Si intitola L’Amore in Bocca il brano che i Santi Francesi portano sul palco dell’Ariston per il loro debutto al Festival di Sanremo. Un titolo nato per caso e una canzone nata in una sessione improvvisata, come ci raccontano Alessandro De Santis e Mario Francese.
«Il titolo – ci dice Alessandro – nasce per caso, come tutta la canzone. Un annetto fa stavo scrivendo una nota sul mio telefono, non ricordo in quale occasione. Dovevo scrivere l’amaro in bocca, ma ho digitato male e con il correttore è uscito l’amore in bocca. Ce la siamo salvata perché ci ha affascinato e l’abbiamo tenuta lì per un po’ di mesi. Poi, sempre per caso, abbiamo incontrato Cecilia Del Bono, un’autrice che adoriamo. Abbiamo organizzato con lei una sessione senza pretese. Eravamo a colazione e ci siamo detti Rilassiamoci, vediamo se riusciamo a lavorare insieme. In quattro ore abbiamo scritto il brano e mai ci saremmo aspettati di eseguirlo a Sanremo».
Non sono nuovi alle sessioni improvvisate i Santi Francesi («Una canzone indotta è sempre peggio di una canzone dedotta», dice Alessandro), che ci spiegano bene anche le leggeri differenze tra il brano sanremese e Occhi Tristi, la canzone presentata a Sanremo Giovani. «Avevamo sul piatto questi due pezzi, ma già sapevamo quale presentare per i Big e quale per i Giovani. – commenta Mario – Per Sanremo Giovani siamo andati subito dritti su Occhi Tristi perché era un biglietto da visita più immediato rispetto a L’Amore in Bocca. E anche perché L’Amore in Bocca si prestava di più per un arrangiamento orchestrale. Entrambe sono un buon riassunto di quello che facciamo e di ciò che siamo, ma tendiamo a cambiare molto spesso. Siamo contradditori anche con noi stessi».
Santi Francesi: Sanremo, la cover e il mondo della tv
Eppure sono bastati due brani per capire a pieno il mondo dei Santi Francesi e Alessandro ne approfitta per ricordare i tempi di Amici: «Il nostro problema e la critica più comune era Chi siete? o Qual è la vostra direzione?. Non ci siamo mai impegnati per trovarla in realtà, ma il suono viene fuori da solo se lavori tanto insieme. Ci fa piacere essere riconoscibili, ma mettiamo le mani avanti». Indubbiamente, l’approccio del duo a Sanremo è più scevro di aspettative rispetto agli esordi. «Rispetto a Sanremo Giovani, Sanremo per noi sarà sicuramente meno ansiogeno. – dice Mario – La gara dei Giovani prevedeva un’esclusione e abbiamo sentito il peso della gara. A Sanremo vogliamo e siamo sicuri di volerci distanziare da questa percezione di competizione. Non è il nostro obiettivo, vogliamo far vedere chi siamo. Se qualcuno si affeziona, ci vediamo ai concerti».
Nessuna gara ma solo una ricerca constante («Lanciamo ami – dice Alessandro – e aspettiamo che abbocchi qualcuno che abbia voglia di salire in barca con noi») e, del resto, la tv non è neanche un mondo nuovo per il duo. «Siamo abituati e il palco è la variabile che meno ci spaventa. – dicono – Non perché siamo sicuri, ma perché è il nostro mestiere. Siamo musicisti e il nostro compito è suonare e offrire qualcosa a chi ci vuole seguire. Il resto è contorno».
Sulla cover (i Santi Francesi eseguiranno Hallelujah di Leonard Cohen insieme a Skin), i ragazzi infine chiosano: «Avendo fatto X Factor ci teniamo parecchio alla cover e ci divertiamo molto. – commentano – Sulla falsariga di Creep, faremo un pezzo intoccabile e vedremo cosa succede. Non abbiamo mai sentito una versione simile di questo brano».
Foto di Mattia Guolo