Seconda volta al Festival di Sanremo per i The Kolors che tornano all’Ariston con un brano destinato a farci ballare. Le parole di Stash e compagni.

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Sono stati i dominatori delle radio negli ultimi dodici mesi (Italodisco vi dice nulla?) e ora per i The Kolors i tempi sono maturi per il ritorno all’Ariston. Così, dopo la partecipazione nel 2018 con Frida (Mai, mai, mai), Stash e compagni tornano al Festival di Sanremo con un brano che è figlio prediletto della super hit del 2023. Un ragazzo una ragazza – questo il titolo della canzone per la kermesse – “non deluderà chi ha cantato, ballato e dato di matto con Italodisco. È un tormentone dichiarato, con lo scopo di far ballare tutto l’Ariston. Questa band sembra aver trovato la propria quadra e sembra inarrestabile”, questo il nostro commento dopo il primo ascolto in anteprima (qui l’articolo completo).

E se lo scorso anno ha riportato alla ribalta il gruppo dopo un periodo certamente meno brillante degli esordi, il 2024 vuole confermare la nuova onda positiva. Da Sanremo al primo Forum di Assago il prossimo 3 aprile, i The Kolors vogliono dirci che sono tornati. E hanno intenzione di restare a lungo.

The Kolors
Foto da Ufficio Stampa

Quali sono le emozioni dei The Kolors per questo ritorno all’Ariston?
Siamo felici e, in questi giorni, abbiamo letto anche alcuni commenti dei giornalisti dopo il primo ascolto. Cosa possiamo dire? Siamo davvero contenti del fatto che si parli di suono The Kolors, qualcosa che per una band è il goal principale. Sapere che se ne parli ci fa sentire bene al 100%, soprattutto in questo momento. Andare a Sanremo con questa percezione che ci arriva da fuori ci fa sentire ancora più a posto con noi stessi.

Come è nata Un ragazzo una ragazza?
Il brano è stato scritto diversamente da Italodisco che era nata proprio one shot. Un ragazzo una ragazza è nata in più sessioni ed cambiata mille volte, ha avuto molte versioni diverse sia per le strofe sia nei ritornelli. Tutto è iniziato più di un anno fa: eravamo in stazione Centrale a Milano con Davide Petrella, quando vediamo giù dal treno un ragazzo che tentava di rompere il ghiaccio con una ragazza. Abbiamo proprio osservato la scena perché nascondeva il concetto di un approccio offline a giorni nostri, ai tempi dell’online. Quel ragazzo doveva trovare un’idea continentale, diciamo nel pezzo, doveva trovare un gancio. E quel momento ci ha dato il là per raccontare quell’aspetto attraverso mille immagini per trasportarlo nella vita di tutti i giorni. Non è quindi il racconto di un relazione ma della nascita, dell’approccio.

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E dal punto di vista dei suoni, invece, come avete lavorato?
Il pezzo è nato prima di Italodisco ma, poi, appunto è cambiato tante volte nel tempo. E proprio per l’arrangiamento non volevamo ripetere Italodisco, che è la nostra hit più grande ma allo stesso tempo volevamo far sentire la nostra palette di suoni di questo momento. Perché ora siamo questo e crediamo si debba sentire. CI abbiamo messo il funk che questa volta strizza l’occhio alle chitarre e con i fiati sul finale. È il nostro racconto declinato ai giorni nostri e vogliamo rimanere una band funk.

Amadeus ha raccontato che il vostro brano, insieme a quello dei Ricchi e Poveri e di Mannini, è stato fra i primi da cui è partito per questo Sanremo 2024?
Consideriamo Sanremo, soprattutto in questi anni, la Champions League nel pop. Nel pop italiano, oggi, c’è chi ammette di voler fare Sanremo e chi mente! È l’ albo d’oro  del pop! Appena abbiamo avuto la prima demo, il germoglio di Un ragazzo una ragazza l’abbiamo mandato ad Amadeus. Quella di oggi è un po’ diversa da quella che avevamo inviata; Amadeus aveva poco più di un minuto, un pezzo in fase proprio embrionale. Anzi, ci sentiamo di ringraziarlo perché, come ha già dimostrato, ha una visione d’insieme. E in questo momento, per noi, essere al festival è la cosa più giusta. Lo ringraziamo di aver abbracciato il nostro progetto in questa forma, a questo punto speriamo arrivi a tutti.

The Kolors 2024
Foto da Ufficio Stampa

Ma avevate proposto anche Italodisco?
No. Italodisco non è stata inviata. L’abbiamo fatta uscire in tarda primavera del 2023 e poi è successo quello che è successo.

A questo proposito: un brano come Italodisco vi portato, o meglio riportato, letteralmente sulla cresta dell’onda. Qual è il potere di una canzone?
Ci ha spiazzato, è incredibile che una canzona abbia avuto la forza di raccontare un progetto che ha alle spalle anni di lavoro, studio e momenti difficili dal punto di vista dei riscontri del pubblico. C’è da dire anche che, in mezzo ci sono stati, primi posti in classifica e dischi di platino ma non certo come Italodisco. La forza di un pezzo è che con un solo brano sia arrivata la musica nella vita delle persone, che è stata abbracciata da tutti nonostante sia stata presentata da una band che in quel momento non aveva un certo tipo di hype.

Ma forse quei momenti di down la prossima volta ce li godremo perché preparano il rinculo artistico. E senza quei momenti di down non avremmo avuto la convinzione di chiuderci in studio e lavorare. Italodisco è stato un grande dolce di fine pasto dopo un mese di dieta e palestra. È stato il dolce più buono del nostro percorso.

Con un successo di questo tipo, avete l’ansia di bissare?
Nella sua riconoscibilità, Un ragazzo una ragazza non è sovrapponibile a Italodisco. Anzi, è sbagliato paragonare le canzoni così come pensare di ripetersi. Diventeremmo imprenditori e non ci piace ragionare in questi termini. Italodisco ci ha dato, anzi, la conferma che la sincerità del racconto e il flow naturale sono la cosa principale. Davanti a un microfono non comunichi solo un testo ma un mood. Siamo felici che con una sola canzone siamo riusciti a riposizionare il nostro progetto e di essere una proposta con una propria identità sonora. Per questo dico che sentir parlare di suono The Kolors è sempre stato un obiettivo grande per noi. Oggi è un traguardo grande.

Per Italodisco avevi mostrato sui social la reazione di tua figlia. Con Un ragazzo una ragazza come sta andando?
O mia figlia vuole fare la cantante o questa è un’altra hit (ride, ndr). A volte al mercato inizia a cantare il brano… Su Italodisco ho in mente una scena emblematica per me, dopo mia figlia, che mi ha fatto caprie quanto fosse trasversale il pezzo. Il momento in cui ho visto una nonna e una nipotina che cantavano il ritornello. Ecco, ho pensato potesse avere le carte in regola per arrivare a tutti. Quella è stata la scena che mi ha fatto capire che potessimo essere sulla strada giusta. Da papà ho capito che ai bambini arriva tutto ciò che è puro e sincero. Per esempi, molte cose mia figlia non le fila di striscio, altre invece le restano. C’è sempre un motivo per cui certe cose diventano per tutti e i bambini ne sono un grande segnale.

L’approccio dei The Kolors è sempre stato attento al palco e alla resa live. Come avete pensato alla presenza dell’orchestra all’Ariston?
Abbiamo sempre avuto una grande attenzione alla parte strumentale. Sono talmente fissato per certe cose perché vengo dalla produzione, prima ancora di salire sul palco. Sono un nerd. La parte playability è stata una proprietà per noi anche in questo caso perché sapevamo di proporre il brano per Sanremo. E volevamo dare importanza alla quarta dimensione di quel palco, ovvero l’orchestra. Abbiamo deciso di non farla suonare a mo’ di tapppetone come abbiamo fatto in altre occasioni e come succede spesso. Così abbiamo scritto degli archi che ricordano la disco e affondano radici nella fine Anni Settanta.

Come sono andate le prove finora?
Nella prova a Roma abbiamo proprio toccato con mano questa cosa ed è stata godibile per noi. L’orchestra e gli archi hanno allargato ancora di più l’orizzonte della sonorità del brano e siam felici di farlo sentire la prima volta proprio in quel modo. Pensiamo che l’orchestra e la nostra performance in generale debba essere una bella fetta del goal sonoro di questo pezzo. Tutti sentiranno il brano su quel palco e abbiamo a disposizione dei musicisti professionisti a cui vogliamo dar loro importanza. A livello di frequenza, ripeto, l’orchestra ha allargato la nostra possibilità di raccontare il pezzo. Con l’orchestra diventiamo 4D, la quarta dimensione.

Tornate a Sanremo a sei anni da Frida: come vuole essere il vostro approccio rispetto alla vostra prima partecipazione?
Sicuramente c’è un po’ di consapevolezza dal punto di vista proprio strumentistico. Inoltre, il fatto di aver già vissuto un festival ci dà la possibilità di godercela di più anche nei momenti di ansia e preoccupazione. La differenza sostanziale rispetto a sei anni fa è che vogliamo stare coi piedi per terra e vivere al 100% quello che accade anche nella fase di preparazione.

Per la cover invece che cosa potete dirci?
È stato un argomento a cui abbiamo dato molta importanza perché vogliamo approfittare dell’occasione per raccontare un altro lato della nostra artisticità. Abbiamo le idee chiare, anzi è tutto pronto. Possiamo direi che volevamo dare una sfumatura diversa dall’uptempo ma rimaniamo super coerenti con il nostro racconto. Ci sarà tanto dal passato ma declinato ai giorni nostri… tocchiamo dei capolavori che rimangono ancora oggi super contemporanei.

Sarà un medley, quindi?
Sì, diciamo che non ci bastava un pezzo solo quindi ne faremo più di uno. Sarà internazionale e come ospite abbiamo esattamente il nostro sogno, quello che volevamo e di cui abbiamo spesso parlato anche nelle interviste passate. È stato un lavoro lento e lungo ma siamo riusciti ad avere on board questo grande nome.

The Kolors
Foto da Ufficio Stampa

E in caso di vittoria, come vi vedreste all’Eurovision?
Siamo sempre napoletani… (scherzano scaramanticamente, ndr). Credo che tutti e trenta saremmo felici di andarci, sarebbe ovviamente la cosa più bella in assoluto da vivere. Ci sembra scontato sia così per tutti gli artisti in gara: chi non vorrebbe arrivare primo?

Com’è oggi il vostro rapporto con Maria De Filippi? Vi sentite?
Lei è la vera mamma di questo progetto dal punto di vista artistico. Dalle serate alle scimmie con le creste gellate ci siamo ritrovati ad Amici. È stata la prima persona che ha creduto in questo progetto ed è una persona che sento spesso. Anzi, è la prima a cui mi rivolgo quando ho bisogno di un consiglio. Si percepisce il bene che ti vuole, non solo dal punto di vista personale.

Ci sono album in vista?
Ovviamente l’album o EP è qualcosa di cui parliamo da tanto e che effettivamente non è ancora uscito. Mi sento di dire che sarà una decisione di team. Noi scriviamo canzoni, arrangiamo, produciamo e cantiamo pezzi. E ce ne sono tanti, che stanno cambiando nel tempo e necessitano ancora di lavoro di studio e produzione. Ora siamo concentrarti su Sanremo e sui live al Forum di Assago quindi non sappiamo dire se uscirà qualcosa a breve o se aspetteremo. Certo è che nel 2024 uscirà un bel po’ di musica dei The Kolors.

E veniamo proprio ai live: cosa avete in mente?
Stiamo cercando di raccontare a 360° il nostro percorso. Il 2024 sarà l’anno del nostro primo Forum, e il primo Forum non si scorda mai. Ha un’importanza gigante, è una delle pietre miliari del nostro percorso. Stiamo lavorando tanto per preparare lo spettacolo così come per Roma. Sul palco vogliamo riuscire dire grazie a tutte le persone che, in questo momento per noi glorioso, ci stanno dando la possibilità di fare quello che sogniamo. Già nel 2015 avevamo avuto la possibilità di fare qualche palazzetto ma, ora dico per fortuna, abbiam aspettato. È questo il nostro momento migliore. Stiamo preparano qualcosa di gigante per i nostri fan e per chi vorrà diventarlo.

Foto da Ufficio Stampa