Giovanni Allevi, nelle sale il film concerto Equilibrium: “Ora per me lo squilibrio è una necessità”
Un album, un libro e ora un film evento, in 150 sale dal 18 al 20 giugno.
Equilibrium è più di un disco, è più di un’opera sinfonica ed è molto più di una parentesi artistica: il compositore Giovanni Allevi ce lo dimostra chiaramente, dando vita a un universo quasi trans-mediale in cui ad essere narrata è sì la creazione e la realizzazione del progetto discografico (uscito il 20 ottobre del 2017), ma soprattutto la continua e quasi estenuante ricerca da parte dell’artista di un equilibrio, che culmina infine con una risoluzione che – di per sé – potrebbe dar adito a nuove ricerche e nuove riflessioni.
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Perché per Allevi – che ne aveva già parlato nel libro L’equilibrio della lucertola (Solferino) – la vera salvezza è probabilmente lo squilibrio e le sue derive: un mal comune, diffuso e contemporaneo, che rappresenta tuttavia il futuro.
Allevi lo spiega ai nostri microfoni, raccontandoci questo Equilibrium – The Film Concert, opera prima del regista Fabrizio Cavada, distribuito da NewGold Film e Duemilauno Distribuzione e prodotto da Bizart.
Il film imprime su pellicola la première dell’opera tenutasi al Teatro dal Verme di Milano: una performance live che viene arricchita con riprese in esterna del compositore, momenti catturati per le vie della città e interviste agli altri ospiti del concerto. Protagonisti del film, insieme a Giovanni Allevi, sono infatti gli artisti internazionali Jeffrey Biegel e Jeffrey Reed, già interpreti del suo Concerto n°1 per pianoforte e orchestra durante la prima mondiale negli Stati Uniti, qui accompagnati dai professori dell’Orchestra Sinfonica Italiana.
“Ero squilibrato, sentivo di esserlo in tutti gli aspetti della mia vita e non riuscivo neanche più a stare in equilibrio su un piede solo. – racconta Allevi ai nostri microfoni – Questo succedeva un anno e mezzo fa. Poi ho iniziato un percorso interiore, accanto a cui c’era la composizione dell’album sinfonico Equilibrium. Ho raggiunto l’equilibrio? No. Sono arrivato alla conclusione che sia necessario perderlo”.