Jeson ci racconta il nuovo singolo ‘Il Mio Posto’, un biglietto da visita che ci introduce a un mondo musicale unico.
Si intitola Il Mio Posto (Epic Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo di Jeson. Una sorta di biglietto da visita che, in un certo senso, traccia una nuova strada maturata negli ultimi anni. Complice la pandemia, il cantautore romano ha infatti giocato con le note e la voce. Sperimentando nella ricerca della massima rappresentazione di sé. «Ho sempre scritto di me in questo modo – ci dice subito Jeson – ma con questo pezzo c’è più maturità. Era importante farlo uscire, perché è un modo per presentarmi di nuovo dopo anni di lavoro e ricerca col mio produttore. Siamo partiti da questo brano non perché abbia qualcosa in più da dire. Non mi sono mai posto il problema di essere criticato, scrivo per uno sfogo mio. Dentro Il Mio Posto c’è tuttavia una versione di me che guarda al passato e capisce che il suo posto è nel presente. La musica che ho trovato ora mi rappresenta al 100%».
Il sodalizio con il produttore MDM è del resto ormai consolidato, e lo dimostra la «produzione epica» de Il Mio Posto. «Il nostro è un rapporto di amicizia, lavoriamo da anni insieme. – ci racconta il cantautore – Abbiamo attraversato un periodo difficile, quello del Covid, ma siamo riusciti a trasformarlo in qualcosa di positivo per quanto riguarda il nostro percorso. Abbiamo tirato fuori idee che abbiamo poi sviluppato più tardi, quando ci siamo visti. Sono iniziati anni di lavoro anche a Milano, abbiamo avuto la possibilità di conoscere artisti e produttori e siamo cresciuti grazie a queste esperienze. Il nostro obiettivo era trovare una nostra identità che potesse rappresentarci, ma anche distinguerci da tutto il resto. Spero di esserci riuscito. Considera che ogni giovedì chiudevamo un pezzo, immagina quante cose avevamo. Il Mio Posto è un biglietto da visita. Io sono questo, poi c’è molto altro, ma è il primo tassello di un percorso più grande».
L’importanza degli errori e le reference musicali
Se è vero che sbagliando si impara, è anche innegabile l’ispirazione che viene dalla sperimentazione. «Abbiamo ricominciato a lavorare almeno tre volte su queste cose. – ci confessa Jeson – All’inizio avevamo un progetto molto più rap/trap. Poi ho conosciuto Giorgio, il mio manager, che ha visto del potenziale nella mia voce. Abbiamo buttato tutto e ricominciato da capo. Con il Covid ci siamo fermati di nuovo, abbiamo cancellato di nuovo tutto e ricominciato. Dopo la pandemia però avevamo le idee chiare, avremmo cestinato forse 4 pezzi, ma non è detto che non li recuperi in futuro. Ora i brani sicuramente devono essere all’altezza di quello che faccio. Io e MDM vogliamo superare quello che abbiamo già fatto e che ci ha portati lontano a livello musicale. Non viene capito subito, ma una volta che ci entri dentro e ti prendi tempo per ascoltare entri in un mondo da cui ti stacchi molto difficilmente».
Dietro a Il Mio Posto le ispirazioni sono tantissime, a partire dal mondo gospel verso cui Jeson nutre una dichiarata fascinazione. «Però tutto è uscito in modo spontaneo. – ci spiega il cantautore – Avevamo qualche reference musicale. Non mi reputo un grande appassionato, ma sono stato sempre affascinato dalla cultura gospel. Ho voluto in qualche modo prendere elementi e inserirli all’interno del progetto personalizzandoli molto. I miei punti forti sono non tanto la tecnica, ma la scrittura e l’interpretazione. Le canzoni vanno interpretate come un film. Ovviamente io vesto i panni di me stesso».
Il video
Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Davide Rosano. Il protagonista è lo stesso Jeson, in un racconto che unisce passato e presente. Sullo sfondo due luoghi diversi, ma egualmente isolati: una chiesa sconsacrata e una vasta pianura, spoglia, in cui rifugiarsi lontani dai timori e dalle paure nati durante un’infanzia non sempre facile. «Sembra girato all’estero – scherza Jeson – ma sono le solfatare di Pomezia. Però è un bell’ambiente e ci ha permesso anche di fare riprese col drone. Siamo molto contenti».