Maldestro: «La mia nudità ora è la mia forza. E non me ne vergogno»

Maldestro: “La mia nudità ora è la mia forza. E non me ne vergogno”

Il 9 novembre è uscito Mia madre odia tutti gli uomini, il nuovo album di Maldestro. Avevamo lasciato il cantautore campano tra i suoi mille live, dopo l’innegabile successo del brano Canzone per Federica, che al Festival di Sanremo 2017 (nella sezione Nuove Proposte) conquistò il secondo posto e il Premio della Critica del Festival della canzone italiana Mia Martini, oltre al Premio Lunezia, al Premio Jannacci, al Premio Assomusica e al Premio Miglior Videoclip.

Il nuovo lavoro ha visto Maldestro lavorare con Taketo Gohara, responsabile della produzione artistica, ma soprattutto mettersi un po’ più a nudo, ponendosi al centro dei propri racconti e svestendo i panni del semplice tramite (o narratore, che dir si voglia).

“La genesi di questo album è stata naturale. – ci racconta Maldestro – Dopo questo percorso artistico di due anni, ho cominciato a raccontare le cose in maniera diversa, forse per una maggiore consapevolezza di me. Ho iniziato a scrivere di me. Nei dischi precedenti raccontavo storie viste dall’alto, in cui nascondevo la mia. Qui ho deciso di fermare un pezzo della mia vita. Come un flusso di coscienza, ho buttato giù momenti che mi hanno segnato e che mi hanno fatto diventare quello che sono“.

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L’incontro con Gohara è stato, invece, a dir poco illuminante.

“Lui è stato l’unico produttore della mia vita che, dopo avermi guardato e parlato, mi ha detto ‘Tu sei così e da te tirerò fuori questo’. – racconta il cantautore – La cosa sorprendente è che mi spingeva a chiedermi come facesse a sapere esattamente quello che avevo dentro. Mi ha stupito perché non è solo un genio musicale e un mago del suono, ma è prima di tutto una persona che ascolta. Credo che sia il ruolo del produttore che fa la differenza. In questo disco, sono sincero, non ci sono pippe (ride, ndr). Si entrava in studio e si giocava”.

Chiediamo a Maldestro, infine, da cosa nasca esattamente questo album.

Al nulla preferisco il dolore. – ammette – Quando riesci ad accettarlo, a cooperare, ti viene tutto più facile. Sei consapevole della tua vita pienamente. Dal dolore escono cose fantastiche quando lo accetti. Puoi allontanarlo o nasconderlo, ma verrà sempre fuori. Meglio guardarlo in faccia. Prima la mia nudità forse era un limite, ne avevo paura. Siamo in un mondo in cui i cazzotti arrivano da ogni angolo, ma oggi la mia nudità anche se fragile è la mia forza. E non me ne vergogno”.