Mavka e La Foresta Incantata è il film di animazione di cui tutti parlano. Firmato dai talentuosi Oleksandra Ruban e Oleg Malamuzh Mavka, Mavka e la foresta incantata sta raccogliendo un successo straordinario in tutta Europa, e non solo, con incassi per oltre 12milioni di euro. Quando c’è il film e la narrazione si eleva grazie a sentimenti alti il pubblico torna al cinema, la prima cosa che viene da dire dopo aver visto la pellicola che consigliamo a tutti.
Mavka e La Foresta Incantata, oltre 12 milioni di incassi sulle note dell’italianissimo Dario Vero
La storia si basa sul poema classico La canzone della foresta (1912) della poetessa Lesya Ukrainka. Il film racconta la storia di una bellissima ninfa della foresta, Mavka, conosciuta dagli umani come Anima delle Foreste, impegnata nella difesa del suo ambiente dall’invasione degli umani. Affiancata dal suo animale custode, Mavka incontra Lucas, un essere umano. E tutto si complica. Ambiente, sopravvivenza, amicizia, mondi distanti che si incontrano e dialogano solo grazie all’incredibile forza dell’amore: queste le chiavi che stanno portando il progetto ad un successo globale. Una storia di distanza, evoluzione e coesistenza. Complice del tutto una colonna sonora straordinaria scritta dall’italianissimo Dario Vero. Un colonna sonora portante, un’opera ciclopica pubblicata proprio oggi sulle piattaforme internazionali per quasi novanta minuti di musica.
Cosa vuol dire oggi scrivere una colonna sonora per un film di animazione? Vuoi parlarci del tuo percorso lavorativo, dall’ideazione alla produzione della colonna di questo bellissimo film?
«La musica, nell’animazione in generale, ricopre un ruolo speciale. Aiuta a indirizzare sentimenti e sensazioni del pubblico. E aiuta anche molto la squadra di registi e animatori che, per mezzo delle sensazioni veicolate dal suono, riescono a dare quel qualcosa in più. Quel contributo che, nel nostro caso, ha reso Mavka un film unico. Per Mavka il lavoro è iniziato da lontano. Ho iniziato a scrivere i temi sulla sceneggiatura. Le animazioni erano ancora un miraggio. Mi confrontavo con Egor Olesov, produttore del film e anche attento e talentuoso produttore musicale per Mavka. Il lavoro è stato tantissimo e la responsabilità enorme, perché al centro della storia c’è proprio la musica. Lukash conquista Mavka proprio suonando per lei una bella canzone. Una melodia unica. Doppia difficoltà e doppia responsabilità quindi. Colonna sonora e musica diegetica. Un mix di tradizione colta, canti popolari e canzoni leggere».
La composizione di Mavka prevede diversi temi. Come hai sviluppato i singoli personaggi? Qual è stata la maggiore difficoltà e quale scena ti ha più coinvolto?
«I temi sono fondamentalmente tre: il tema di Mavka, il tema di Kilina (la nostra antagonista) e il tema di Lukash (l’umano musicista che si innamora della bella Mavka). Ho dovuto trovare il modo, con escamotage compositivi non semplicissimi, di far coesistere questi temi uno dentro l’altro. Inoltre sono stato messo a dura prova varie volte perché ho dovuto declinare i temi musicali in molteplici maniere. Mavka è buona, bella, brava e giusta. A questo corrisponde un’atmosfera maggiore con scale a accordi maggiori. Fin quando Mavka perde la pazienza e…. qualcosa di terribile accade. Ed è li che il tema di Mavka diventa minore e si intreccia con il tema di Kilina. Durante la loro sfida i temi si confondono uno dentro l’altro e il richiamo del flauto di Lukash (altro tema importante) si sovrappone. Da fuori, come fossimo in un’opera italiana, il richiamo del coro a complicare il tutto. Un musical a cartone animato come struttura, ma più dinamico e moderno. Kilina ha avuto tutto un suo studio di strumentazione con clavicembalo, timpani, archi e ottoni. Sequenze di accordi minori paralleli… insomma il lavoro sui temi è stato molto impegnativo, ma anche molto divertente. Tutta la parte finale del film è stata molto complessa. Le battaglie e gli scontri diretti tra Mavka e Kilina in particolare».
Il film sta raccogliendo un importante successo nei paesi in cui è distribuito. A tuo avviso, quali sono le caratteristiche vincenti del progetto?
«Il progetto parla da sé. Grande qualità e un bel messaggio, che arriva proprio nel momento giusto. Ci troviamo nel mezzo di un conflitto che assomiglia molto a una guerra mondiale e i nostri amici ucraini hanno fatto centro raccontando una storia di amore e di inclusione. Divertente, leggero, con tanto ritmo, ma al tempo stesso mai banale e profondo. Poi l’animazione piace alle famiglie ed è uno dei pochi generi che porta gli utenti al cinema. È un film che appassiona e che è anche molto social. Abbiamo avuto l’endorsement di tutti, in primis il WWF. Si, perché Mavka parla anche di ambiente e di natura. E questo sui social ha dato il via a una grande catena di condivisione e repost. Un successo incredibile. Ne siamo molto lieti».
Il progetto rappresenta uno step molto importante nella tua carriera, un’ulteriore conferma del tuo talento, una conferma dal mercato estero. Pensi che all’estero ci sia più attenzione al talento o è solo un caso?
«Ho la fortuna di far parte di grandi produzioni internazionali, dunque la dimensione locale italiana la vivo un po’ dal di fuori. Sono una specie di turista che vive a Roma ma lavora con americani, ucraini ed europei. L’Italia non è un paese che premia molto i lavoratori volenterosi, è un fatto noto. Le logiche sono un po’ quelle del clan. A seconda del clan di cui fai parte ottieni dei lavori o dei riconoscimenti. Non appartenendo ad alcun gruppo politico sono un po’ lontano da queste logiche. La mia non è una critica, ma una constatazione. In Italia lavoro con Rai e i suoi partner a progetti importanti, ma trovo più spazio all’estero. Europa e U.S.A. hanno un occhio di riguardo per la musica. Si pretende il massimo. Pagano molto di più e investono il doppio, il triplo o il quadruplo se necessario. Sono puntuali e seri. Hanno le idee chiare. Hanno anche una grande tradizione musicale (specie gli americani). In Italia il mercato e l’industry vivono una crisi strutturale, una sorta di crisi di identità. Dunque moltissimi prodotti non sono più competitivi e non sono esportabili. Ne paga le spese anche Il comparto musica. All’estero al contrario puntano molto sulla competitività e sulla commercializzazione internazionale dell’opera. Quindi mi viene sempre chiesto di orchestrare, dirigere e registrare la musica con grandi orchestre dal vivo. Fortuna vuole che abbia trovato la quadra con una delle orchestre più incredibili del mondo: i Kiev Virtuosi, con i quali collaboro già dal 2018. Come diceva il famoso cantante sono un ragazzo fortunato».
Foto gentilmente concesse da Notorious Pictures