A Rock in Roma Capannelle grande musica e tanto divertimento. Il concerto dei Megadeth è stata una perla rara per chi ama il Metal. Il gruppo di Dave Mustaine ha ricevuto l’energia positiva di un pubblico caldo, vivo, amante della musica.
Tutta l’energia positiva di un pubblico caldo per il live dei Megadeth
Il concerto dei Megadeth a Rock in Roma è stata una perla rara per chi ama il metal, soprattutto il trash-metal. Una vera e propria subcultura che, nella sua versione stereotipata, richiama alla mente giacche di pelle nera, borchie e lunghi capelli roteanti sul blast beat, infiniti assoli di chitarra elettrica e … molteplici birre in corpo.
Al contrario di quanto ci si potesse aspettare a Capannelle si sono riunite famiglie, giovani e gruppetti sparsi di amici la maggior parte vestita con il tanto amato chiodo nero o maglietta magari dell’edizione dei Gods Of Metal. La piacevole sorpresa è stata l’energia positiva di un pubblico caldo, vivo, amante della musica, una grande festa per un genere musicale a volte incompreso ma sicuramente energico e appassionato: il metal.
Il concerto dei Megadeth a Capannelle: 35 anni di storia del trash-metal
Neanche la pioggia – che ha determinato un piccolo ritardo nel cambio palco fra Killswitch Engage ed il gruppo di Dave Mustaine – è riuscita a spegnere l’emozione del pubblico, fremente nell’attesa di assistere all’appuntamento romano del tour mondiale dei Megadeth, che celebrano i 35 anni di carriera. Dal momento in cui sono risuonate le prime note di Hangar 18 ha avuto inizio un live travolgente che ci ha fatto ripercorrere la storia di questo gruppo, che al momento mantiene della formazione originale solo Dave Mustaine e il bassista David Ellefson.
I Megadeth non perdono un colpo, in un susseguirsi di ringraziamenti al pubblico per il loro affetto e puro show, grazie al disegno luci pulito, quasi teatrale, a sottolineare il differente mood di ogni brano. Tanti i classici degli anni ’90 riproposti durante il concerto: il pubblico ha intonato con commozione In My Darkest Hour, brano dedicato al bassista dei Metallica Cliff Burton, morto in un incidente stradale nel 1986, ex compagno dello stesso Mustaine quando anche lui era un componente del gruppo fondato da James Hetfield. E il pensiero di molti di noi è subito andato ad un altro grande musicista, Vinnie Paul, batterista dei Pantera, recentemente scomparso. Un’ora e quaranta di concerto è scivolata via fra risa e commozione, un po’ di pogo che non guasta mai – a dire il vero anche abbastanza “educato” rispetto ad altri concerti – canzoni cantate in coro, a squarciagola e per alcuni, ammettiamolo, tantissimi ricordi che solo l’aggressività della chitarra di Dave Mustaine riesce a riportare alla mente così vividi.
Le indiscrezioni parlano di nuovi brani, un nuovo album in arrivo: chissà cosa ci riservano i Megadeth, tornati alla ribalta in grande spolvero per questo tour così emozionante.