È proprio nel giorno in cui arriva la notizia dell’assoluzione nel processo per diffamazione nei confronti di Bugo che Morgan ha dato appuntamento alla stampa. Il luogo la dice lunga: Warner Music Italy. L’artista, infatti, a oltre un decennio di distanza torna a lavorare con una major per la quale ha già pubblicato il brano Rutti. “Sono elettrizzato perché mancavo da undici anni dal mondo della discografia”. Ma la musica non è mai mancata nella vita di Castoldi: “senza la musica non riesco a stare – dichiara – studio o compongo ogni giorno anche se ne ascolto poca, piuttosto preferisco leggerla. In pratica avrei pronti diciotto album”.
Per ora si parte, appunto, con Rutti, presentato in anteprima sul palco del Primo Maggio Roma. “Il mio ritorno in una casa discografica è proprio grazie a quella canzone, che neanche doveva chiamarsi così. Lo ha deciso la gente a cui il testo è piaciuto molto. È una canzone di protesta. Oggi non ci sono più canzoni di protesta perché nessuno protesta più. L’ho scritta recentemente: a un certo punto mi sono ritrovato il testo nelle note dell’iPad e ci ho strimpellato sopra con la chitarra. Mi sembrava curiosa come cosa e lo mandata a Pico Cibelli (Presidente di Warner Music Italia, ndr) che l’ha subito apprezzata”.
Da qui, una nuova strada. “Sono sotto contratto con Warner con la quale c’è un progetto pensato in termini di singoli e non di album, per il momento. E per me è un’esperienza nuova. È cambiata la discografia, sono cambiate la promozione e le radio. Io, per esempio, tendo sempre ad allungare le canzoni ma la realtà porta ad accorciarle. Resto dell’idea che la musica non si venda al metro come la stoffa. Oggi anche il ruolo dell’artista è diverso. Ma mi piace quest’esperienza, voglio dialogare e imparare da questo nuovo mondo e sono contento di poter essere una risorsa per portare un modo di essere diverso”.
La diversità, del resto, non è mai mancata a Morgan che proprio del suo andare in direzione ‘ostinata e contraria’ ha spesso pagato le conseguenze. “Parlo anche di questo nella canzone Rutti nel cui testo faccio uso del termine discernimento, una parola complessissima che indica la capacità di distinguere il bene e il male. È il senso critico. Manca l’ordine nel senso di comprensione [delle cose] contro la cancellazione delle differenze. Il mondo non va nella direzione dell’inclusione: per questo, ogni volta che esce la mia diversità, vengo punito”.
Eppure, “nel bene e male sono una garanzia, una certezza, sono sempre qui. Perché faccio accadere qualcosa, non sono conforme alla realtà. È la vita che ha dinamica e se non succede niente è perché non c’è vita”.
Di canzoni, arte e studio
Dopo Rutti, Morgan conferma di essere al lavoro su nuova musica. “Valuteremo anche un eventuale album. Ovviamente ci penso e sarà un disco di protesta e rivoluzionario, di cui Rutti è il primo mattone. Parlo di protesta culturale a favore del ripristino dei valori umanistici contro la tecnocrazia, una protesta della qualità sui numeri, del merito sulla quantità. Dobbiamo recuperarci culturalmente, siamo disgregati culturalmente. Ed è la scuola che va ripristinata, perché sennò costruiamo su fondamenta marce”.
In questo contesto, prosegue, “come cambiare un paese? Serve che ognuno di noi faccia qualcosa nel quotidiano, che richieda una dose di coraggio. Occorre tirare fuori i cog**ni, solo coì le cose possono migliorare e si compone il puzzle. Serve il coraggio iniziale. Per questo dico: ‘Siate voi stessi, fin dalle piccole cose’”.
“In questi anni – spiega poi Morgan a proposito del percorso personale – ho fatto più che altro divulgazione della forma canzone e ho scritto un sacco, quasi una canzone al giorno. Ho fatto un viaggio mio, slegato da qualsiasi realtà, una specie di sogno. Mi sono creato una mia dimensione per cui praticamente non so niente di ciò che è successo musicalmente attorno; sono quasi una mummia o un sarcofago musicale. Un alieno, anzi, una reliquia. Mi sono dedicato alla storia della musica e mi sono proiettato nella storia”.
“La canzone è la cosa più importante della terra, e la forma d’arte più diffusa della musica oggi. Questa forma così piccola include e implica tante cose: c’è l’aspetto umano e quello antropologico per cui la canzone ha un ruolo per ognuno di noi. E poi c’è il suo ruolo sociale, che arriva anche alla tecnologia. La canzone è cultura. Ma che fine ha fatto in Italia?”, si chiede (e ci chiede) Castoldi.
È questo il presupposto sul quale è fiorita la stessa Rutti “che si pone il problema della discografia. Io amo la discografia perché e l’industria della canzone e voglio il suo bene. Per me è bellissimo tornare a lavorare nel sistema discografico. Ho voglia di dialogare anche con quelle che oggi chiamano canzoni e che per me non lo sono. Tutte le canzoni trap hanno gli stessi accordi, non c’è armonia… È un abbrutimento totale perché non c’è ricerca né attenzione”.
I progetti in arrivo
Qualcosa però si salva. “La creatività non ha limiti e, al di là del genere, se l’artista è valido ne nasce qualcosa di buono”, riconosce Morgan confermando anche alcune collaborazioni. La prima è quella con Achille Lauro e Chiello: “c’è in cantiere un featuring e per come abbiamo messo giù le cose adesso sarà molto diverso da quello che siamo abituati a sentire. Sarà una canzone mia, di protesta, che canterò con loro due. Mi hanno invitato in studio da loro chiedendomi semplicemente di suonare al pianoforte. Sono partito da Chopin e loro ne hanno fatto nascere un pezzo trap”.
Inoltre, il nome di Morgan compare anche nella tracklist della Deluxe Edition di ‘No regular music’ dei producer Sadturs & KIID in uscita venerdì 12 luglio, in fisico e in digitale. Tra i progetti musicali è ancora in attesa di un futuro il disco con Pasquale Panella (“è lì, pronto, vorrei farlo uscire. Con Panella è stata una figata, un’illuminazione”) mentre per Villa Verdi “c’è un interesse ma manca ancora un incarico ufficiale”.
In cantiere, poi, c’è un volume per Rai Libri che dovrebbe essere pubblicato per Natale, La Nona spiegata ai giovani in occasione dei 200 anni della composizione di Beethoven. “Ero stato invitato a un party da Achille Lauro. C’erano tutti e mi ha fatto trovare un pianoforte. Sul momento ho fatto Beethoven ed è piaciuto a tutti, perché spacca di brutto. E più rock del rock, è potente. Ho cercato di spiegare l’opera e da lì è nata l’idea del libro”.
Lato tv, invece, il musicista conferma l’impegno su Rai Tre con un programma di sei puntate in access dal lunedì al sabato, in alternanza a quello di Stefano Bollani. Immancabile la domanda su Sanremo: “Cos’è? (sorride, ndr) Amadeus e Carlo Conti sono due direttori artistici che più diversi non possono essere. Ma io dialogo con loro… Partecipare al festival? Beh, tutti vorrebbero farlo no? ogni anno c’è un tentativo.
Il commento all’assoluzione nel processo per diffamazione di Bugo
Da ultimo, il commento di Morgan alla notizia di assoluzione nel processo penale che lo ha visto accusato di diffamazione da Bugo. “Beh, sono contento di aver vinto la gara dei becchi! A parte gli scherzi, devo ringraziare gli avvocati: è la vittoria dell’impegno e della verità. Il giudice si è sorbito una questione complicatissima, dietro c’è stato tanto lavoro e alla fine è stato decretato che sono innocente. Ho solo fatto leva sulla verità e la verità vince sempre. Sono sempre stato disposto a dialogare con Bugo. Un feat della pace? Io voglio fare pace perché sono in pace con lui e che la pace sia con lui”.
Foto di Matteo (baglyo) Baglioni da Ufficio Stampa