Dopo Sanremo 2024 con Due Altalene, Mr.Rain pubblica il nuovo album e ci porta sul ‘Pianeta di Miller’ in cui il tempo assume la centralità dell’istante da vivere. La nostra intervista.
Si intitola ‘Pianeta di Miller’ il nuovo progetto discografico di Mr.Rain che, reduce dalla (duplice) partecipazione a Sanremo, accompagna l’ascoltatore in un nuovo viaggio. Cuore delle tracce è il senso del tempo, lo stesso che la contemporaneità tende a fagocitare proiettandoci sempre al domani. Ma anche quello che ci fa vivere cullandoci di soli ricordi in un passato che non può tornare. E allora, eccolo, un pianeta fatto d’acqua (elemento ‘naturale’ del Signor Pioggia) in cui il tempo si muove lento, quasi sospeso. E l’istante presente ci ricorda che la vita è adesso, facendo acquistare profondità alle cose e all’esistenza stessa.
Vorrei partire dal concetto di tempo, o meglio dalla riflessione sul tempo e sul vivere il tempo che è in qualche modo il tessuto che sottende l’album, emerge nello skit e nel titolo. Come nasce?
Ho scelto di chiamare il nuovo disco ‘Pianeta di Miller’ intanto perché sono un mega fan di Interstellar che è uno dei miei film preferiti. Sono molto legato al concetto del tempo che viene raccontato e spiegato in questo film. Spesso io mi sento come Cooper, il protagonista, è come se viaggiassi a una velocità diversa rispetto al mondo che mi circonda. Il fatto di sentirmi proiettato sempre nel futuro o nel passato non mi fa godere ogni traguardo o dedicare il tempo giusto alle cose che amo nella mia vita privata . In un mondo così veloce, al giorno d’oggi e soprattutto per me, è fondamentale imparare a gestire il tempo per dedicarlo alle cose che contano davvero.
Ad aprire la tracklist c’è quello che, almeno per il pubblico, è l’ultimo tassello, la chiusura del cerchio di un anno solare che ha visto accelerare il tuo percorso artistico. Rispetto alle aspettative pre-Sanremo, senti che Due altalene è stato accolto come speravi?
Questo mio secondo Sanremo è stato un sogno perché ogni anno il festival mi regala tantissime cose, tra cui l’amore delle persone. Credo che sia stata capita specialmente l’ultima sera, quando ho fatto il gesto di appoggiare i fiori sulla seconda altalena. E sono veramente contento che la gente mi stia scrivendo ancora oggi, ogni minuto, per raccontarmi le proprie storie. Era proprio questo [il mio intento]: sono tornato a Sanremo per dare voce a tutte le persone che si sono confidate con me, non per altro. Quindi. sono veramente ma veramente felice.
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In Paura del buio guardi al te stesso bambino e a qualcosa che non sapevi affrontare. Ma il lato bambino sa anche insegnarci come vivere il tempo presente: quanto credi sia importante coltivare?
In merito al tempo, rimanere bambini, secondo me, è la chiave. Quando sei piccolo non ti preoccupi di quanto tempo ti rimane o di come lo gestisci. Il tuo semplicemente lo vivi. E vivi ogni secondo come fosse l’ultimo. Parlando per me, ricordo ho sempre dedicato il tempo giusto alle cose che amavo, abitudine che crescendo è sfortunatamente purtroppo si perde. Perché siamo schiavi di un sistema e viviamo in un algoritmo che quasi ci obbliga a pensare a tutto quanto tranne che a noi stessi. Quindi dobbiamo imparare a gestire il nostro tempo.
A proposito di paure e mostri con cui fare i conti, ne La fine del mondo duetti con Sangiovanni, che sta affrontando un momento difficile. Vi siete sentiti?
Il fatto che Sangio abbia deciso di fermarsi per me è un atto di coraggio enorme perché serve coraggio ad ammettere pubblicamente che non stai bene e ti serve aiuto. Ovviamente lui lo sa e ci sentiamo spesso, avrà sempre il mio completo appoggio. Potrebbe chiamarmi ora e partirei a piedi anche per fare 500 km. Ha fatto la scelta giusta perché deve iniziare a pensare a se stesso, al suo benessere mentale e fisico prima del lavoro.
Solo tre anni fa in Non fa per me scrivevi Forse dovevo impegnarmi di meno: oggi, guardando al percorso più recente, quell’impegno lo senti ripagato o qualcosa manca?
Guarda, sono anni che sto lottando e mi sto impegnando veramente tanto quindi io ringrazio sempre il mio pubblico per supportarmi e permettermi di fare ogni giorno quello che amo fare, la musica. Questo è un privilegio che ho e che sono consapevole di avere. Però è vero anche che tutto è frutto del duro lavoro e del mio impegno, quindi sono fiero di me. Dopo tanto tempo sono veramente fiero di me.
‘Pianeta di Miller’ è un disco molto suonato e in cui ti muovi tra stili diversi: come lavorerai anche dal punto di vista musicale per i prossimi live?
Sì, è un disco suonato al 100% e ho scelto di farlo perché, essendo produttore di me stesso, sono sempre stato convinto che uno strumento vero abbia un’anima. Un musicista sa donare a ogni canzone un peso specifico che è veramente gigante. Per questo ho scelto di farlo suonare a tantissime persone, tra cui me stesso, e ovviamente tutto questo l’ho fatto anche perché sono proiettato nella dimensione live. Voglio ampliare la mia band e portare sul palco cose sempre più suonate.
E a proposito di concerti, nell’album Figli della notte conserva una parte nella versione live: come mai in disco in studio?
Proprio così. Figli della notte è una canzone che ho voluto scrivere per il mio pubblico, perché voglio che ogni live non sia una serata karaoke. Ma un evento che lasci a ogni persona qualcosa quando torna a casa. Vorrei davvero fosse un’esperienza e Figli della notte è rimasta come l’ho cantata al Forum di Milano: è stato il primo spoiler di tutto il disco e tra l’altro è uno dei miei pezzi preferiti.
In occasione dell’uscita di ‘Pianeta di Miller’, Mr.Rain incontra i fan negli instore delle principali città italiane (qui le date) dando poi appuntamento a novembre con il tour nei palazzetti.
Foto da Ufficio Stampa / Kikapress