Il rapper Guè si racconta nel podcast di Alessia Lanza, disponibile dal 30 gennaio su OnePodcast e tutte le principali piattaforme.

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Guè, tra i nomi più influenti della scena rap italiana, è il protagonista della nuova puntata di Mille Pare, il podcast condotto da Alessia Lanza e prodotto da OnePodcast. In questo appuntamento, l’artista si apre su tematiche personali e professionali, dal suo ultimo album ‘Tropico del Capricorno’ alla prossima partecipazione al Festival di Sanremo 2025 insieme a Shablo, Joshua e Tormento.

Se c’è un argomento che ha fatto discutere è proprio il coinvolgimento di Guè sul palco dell’Ariston. Il rapper ha chiarito la sua posizione: “Il mio manager, che è un mio amico da tre anni ed è anche un producer famoso e un musicista, va in gara. Però, essendo appunto un dj e producer va in gara con una band e la sua band siamo noi: io, Joshua e Tormento”, racconta Guè. “Io sono il più popolare e la gente associa a me la partecipazione. Ma, a parte gli scherzi, io non sono in gara. Vado a cuor leggero, nel senso, mi interessa supportare il mio team. Mi dispiacerebbe se Shablo arrivasse ultimo, però non è che sono io in gara. Quando andrò in gara, sicuramente lo farò tra qualche anno, sarà un altro paio di maniche. In questo caso è bello perché comunque ti senti tutelato, perché tu sei lì ed è come se fossi un featuring fisso”.

Durante l’intervista, poi Guè ha affrontato anche il tema del suo ultimo album, che secondo lui non è stato compreso appieno da una parte del pubblico: “I miei dischi hanno centinaia di reference culturali, a livello di testo, ma soprattutto anche musicali (…) Io non pretendo che il pubblico vada a scuola di musica, però, per dire c’è gente che non sa manco chi è Bob Marley. Non è per fare il boomer però ai nostri tempi non era così. Noi siamo andati a studiare la cultura hip hop. Adesso basterebbe anche solo andare su Google”.

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Haters e body shaming: la risposta di Guè

Non è mancato un commento sui social e gli haters, che spesso lo attaccano anche sul piano personale: “A me fanno un sacco di body shaming, nel senso che c’è tanta gente che mi fa battute sull’occhio: ‘Oh ma ci vedi? Ma stai guardando di là o di là?’ (…) Per me in Italia, e un po’ dappertutto, c’è un momento abbastanza grave di invidia sociale. C’è anche un momento storico secondo me, in cui anche l’Italia a livello sociale sta un po’ di diventando come quei paesi in cui c’è il ricco e poi il povero. Sta diminuendo la classe media (…) Nel futuro sarebbe utile avere un patentino per scrivere sui social, so che non è possibile».

Le puntate di Mille Pare sono disponibili anche su Apple Podcast, Amazon Music e Google Podcast.

Immagini da Ufficio Stampa