Alessandro Gassmann, Ambasciatore di Buona Volontà di UNHCR, presta la propria voce per Mosaico di una fuga, la serie audio di UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati) realizzata da Chora Media che ripercorre il viaggio, personale ancor prima che geografico, di chi fugge dal proprio paese. Storie e vite che vengono spesso escluse dalla narrazione dei media.
Mosaico di una fuga si compone di otto coinvolgenti episodi, ognuno della durata di circa 20 minuti. Nei primi sette, la voce di Alessandro Gassmann conduce gli ascoltatori in un viaggio attraverso le toccanti storie di donne e uomini che, in cerca di rifugio, hanno condotto viaggi estenuanti per giungere in Italia. Dopo essere stati costretti a fuggire dal proprio paese a causa di guerre e persecuzioni, aver affrontato prove difficili, da traversate pericolose attraverso la Libia e il mare Mediterraneo a passaggi di confini via terra in condizioni climatiche estreme, tra neve e deserto, le loro narrazioni mettono in luce il valore cruciale di trovare opportunità per costruirsi un futuro significativo e indipendente, lontano dalla propria terra d’origine.
I racconti di Mahdia, Ameen, Yonas, Baryallai, Hamdi, Yohannes, Christelle, Alina contribuiscono così a tessere il racconto collettivo che si cela dietro la parola rifugiato, delineando una narrazione fatta di voci, prospettive ed esperienze con cui potremmo avere in comune molto più di quanto si possa immaginare. L’episodio finale racconta invece attraverso le storie di Armando e Romina cosa significa vivere da apolidi, invisibili, dentro al proprio stato.
Mosaico di una fuga è disponibile a partire dal 16 gennaio sulle principali piattaforme audio gratuite (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Google Podcasts).
Mosaico di una fuga, sinossi degli episodi
Ep. 1 – Anche scegliere è un privilegio
Mahdia è una giovane donna afgana, una atleta di Taekwondo cresciuta nell’Afghanistan post 11 settembre, quando la coalizione a guida americana ha deposto il regime dei Talebani. La sua è una vita divisa tra lo studio e gli allenamenti in palestra, ed è proprio qui che si trova il giorno in cui i Talebani riprendono il potere. Ha appena il tempo di organizzare le sue cose e partire, non riesce nemmeno salutare i suoi genitori. Senza rendersene conto, ha lasciato il suo Paese. Forse per sempre.
Ep. 2 – La vita in fuga
Da bambino Ameen si vestiva con tanti strati di vestiti, era convinto che indossare giacche e occhiali lo avrebbe protetto dai proiettili. D’altronde, per Ameen la guerra è quasi la normalità: prima per il conflitto in Darfur, quando era ancora bambino, e poi per la guerra civile in Sudan, è stato costretto a fuggire già due volte in appena 23 anni. Due fughe, due viaggi, l’ultima fino in Egitto, attraverso il Sahara.
Ep. 3 – Le rotte via terra
Baryallai ha lasciato il suo paese, l’Afghanistan, che era appena sedicenne. Da quel momento ha attraversato quattro stati via terra e percorso migliaia di chilometri per arrivare a Roma. Ha attraversato valichi alpini e confini recintati, ha passato due tratti di mare e ha visto i suoi compagni morire, in un viaggio lungo le antiche vie dei mercanti che collegavano l’Europa con l’Asia minore.
Ep. 4 – Il Sahara, la Libia e poi il mare
Nel Sahara non c’è niente. Non ci sono alberi, non c’è ombra, non c’è acqua. Ci sono solo il sole del deserto, la sabbia e le persone come Yonas, che lo attraversano per arrivare in Libia e poi in Europa. Prima dell’Europa però ci sono i campi di prigionia e lo sfruttamento; c’è il Mediterraneo, con le sue barche fatiscenti e l’oscurità delle sue notti.
Ep. 5 – Ricominciare dallo studio
Hamdi arriva in Italia dopo aver passato l’inferno della Libia. Una volta qua deve affrontare molte difficoltà per mantenersi senza mai abbandonare il suo sogno, quello di continuare a studiare. Yohannes ha un percorso diverso, arriva grazie ad un programma di corridoi universitari rivolto alle persone rifugiate grazie al quale riesce a uscire da una realtà difficile e a ricostruirsi una vita. Anche Hamdi è oggi una studentessa universitaria, più determinata che mai.
Ep. 6 – Un lavoro
Quando Christelle riceve la notizia che il padre è stato arrestato in Camerun le crolla il mondo addosso. In quel momento si trova a Parma per studio e a causa di questa notizia perde tutto: la concentrazione e la borsa che le permette di mantenersi in Italia. Tornare in Camerun e’ troppo pericoloso, ma non sa come fare a cavarsela in Italia con i mezzi che ha. La svolta arriva con un lavoro nell’ambito di un programma per persone, come lei, rifugiate.
Ep. 7 – Il legame che non si spezza
La storia di Alina potrebbe essere quella di tante ragazze e tanti ragazzi italiani sulla trentina. Una passione e un talento, una vita di studio tra il suo paese, l’Ucraina, e l’estero. E poi la vita da expat per costruirsi un futuro, sempre con il desiderio di tornare a casa. Solo che, quando arriva il momento di rientrare, la guerra arriva a casa sua. Alina è costretta suo malgrado a trasferirsi in Italia e le sembra di perdere tutto. Ma proprio qui avverrà l’incontro che le permetterà di rimettere al centro la propria vita e il proprio talento.
Ep. 8 – Le persone apolidi
Romina e Armando sono nati e cresciuti in Italia. Eppure, fino a pochi anni fa erano praticamente invisibili. Sono entrambi nati apolidi, senza documenti che attestassero la loro identità e senza una nazionalità. La loro è una condizione spesso romanticizzata e non compresa, ma la realtà è diversa da come ce la immaginiamo. Ed è molto più dura.