Domenica 9 luglio si è conclusa l’edizione 2023 del festival tra musica e natura di Renzo Rubino: noi eravamo all’ultima tappa. Le parole dell’artista.
Emma, Francesca Michielin, Dardust e Dente sono gli ultimi artisti a unirsi alla ciurma di Renzo Rubino per la quinta edizione di Porto Rubino. A fare da cornice alla tappa finale del festival 2023 è la ex tonnara di Campomarino di Maruggio (TA) che nella serata di domenica 9 luglio ha accolto un migliaio di persone. E il calore umano ha saputo alzare ancora di più la temperatura, abbracciando uno show che è lo specchio di uno stile di vita nel segno dell’amore per musica e del rispetto del mare.
“Quella che si è appena conclusa è l’edizione che finora mi è piaciuta di più, oltre che la più semplice da organizzare”, spiega Renzo poco prima di salire sul palco. “Le persone vengono per vivere lo spettacolo. Sono felice che il festival si conosca di più e gli artisti vogliano tornarci, come è stato per Mahmood e per Francesca Michielin. Emma, poi, pur di esserci quest’anno ha cancellato altri impegni precedenti. Nel complesso, c’è davvero grande collaborazione da parte degli artisti e questo dimostra che il festival è cresciuto molto, ed è cambiato diventando più che mai eterogeneo”.
Da Brindisi a Campomarino di Maruggio, passando per Giovinazzo, Monopoli e Tricase, Porto Rubino ha costruito un itinerario di incontri dal fascino prezioso. E raro. Così, anche se l’ambizione è quella di esportare il festival al di fuori della regione Puglia (“da tempo parliamo di luoghi esterni, mi piacerebbe come prima tappa la Darsena a Milano”, specifica Renzo), l’anima originaria deve essere rigorosamente preservata.
“Ci sono molti comuni che si propongono di ospitarci ma vorrei che Porto Rubino rimanesse esclusivo e non commerciale, per tanti fattori”, dice ancora l’artista. “A partire dal fatto di avere cura dei luoghi in cui andiamo e dare la possibilità alle persone di vivere qualcosa di veramente speciale”.
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“E gli astisti, quando vengono qua devono suonare”, afferma Rubino. “Questo è un festival poetico in cui ci sono il tramonto la luna, il mare e gli strumenti. No basi, niente elettronica ma solo una band costituita per l’occasione, La risacca. Inoltre, ciascuno più ciascuno può portare dei propri musicisti. Devo dire che nessuno, finora, mi ha mai detto di no e laddove è successo è stato per altri impegni. Qualche artista era spaventato all’idea di venire ma questo festival vuole essere una festa in cui sia gli artisti sia chi viene ad ascoltare deve sentirsi libero”.
Andar per mare con Porto Rubino
Se il gran finale è a terra – incorniciato dalla splendida scogliera di Torre dell’Ovo, le altre tappe sono state per mare. “Questa zona della Puglia ha un pescaggio basso per cui non avevamo la possibilità di avere la barca”, spiega Capitan Rubino. “Questo è anche un modo per noi di far conoscere posti meno noti. E la ex tonnara è un posto molto amato da chi abita queste zone, presto restaurato da San Marzano”.
“Per il resto del viaggio, ogni tappa ha avuto una barca diversa con una storia diversa”, prosegue. “Siamo stati su un veliero che aveva ospitato dei migranti. Su una barca usata dai pescatori e utilizzata anche in processione. Su un caicco. Sono tutte imbarcazioni del luogo con un forte valore simbolico. Giovinazzo, poi, è stata sorprendente e io da pugliese non ci ero mai stato, è stupenda”.
Tra i momenti di questo Porto Rubino 2023 che Renzo ricorderà con maggior gioia ci sono poi almeno tre nomi. “Madame mi ha fatto un grande regalo a esserci, scegliendo un contesto completamente diverso dal suo in un momento in cui è molto richiesta”, osserva. Il regalo che mi sonno fatto, insieme a lei, è la presenza di Nada; quello che ho fatto a mamma è stato Raf che fatto un grandissimo show”.
E adesso? Con un disco pronto (“molto pugliese, prodotto da Taketo Gohara”) e qualche idea già in testa, Renzo Rubino ha ben chiaro quel che vuole continuare a fare. “Ho un rapporto strano con la musica – conclude prima di dirigersi verso il palco –, devo fare quello che mi piace sennò sto male. E devo dire che sono sereno, mi diverto e faccio le mie cose. Il pubblico io lo devo quasi toccare, devo vederlo, conoscerlo”. Capitano, è stato un piacere.
Le parole di Emma e Chiara Galiazzo a Campomarino
Foto di Ilenia Tesoro da Ufficio Stampa Goigest