Si potrebbe dire che il post-rock è un genere “di nicchia”, anche se ci sono band impossibili da ignorare. E’ il caso dei Godspeed You! Black Emperor in concerto il 4 Luglio a Villa Ada Roma Incontra il Mondo, con l’apertura dei This Will Destroy You. Siamo andati ad ascoltare il trionfo del post rock di questa estate
Le mille sfumature del post-rock e il concerto dei Godspeed You! Black Emperor a Villa Ada Roma Incontra il Mondo
Leggere il nome del gruppo post-rock canadese Godspeed You! Black Emperor sulla line-up di un festival come Villa Ada Roma Incontra il Mondo è una piacevole sorpresa. Non si possono non fare alcune considerazioni, come il fatto che i fan fanno bene ad abbreviare il nome del gruppo in GY!BE, e che c’è troppa confusione su questo genere musicale. Il termine post-rock è stato coniato da Simon Reynolds nel ’94 in riferimento ad alcuni gruppi creativi – Stereolab, Pram e Bark Psychosis, per citarne alcuni – e si è esteso a band con produzioni estremamente diverse fra loro, dai Tortoise a I Giardini di Mirò.
Di certo non si tratta di un genere di larga diffusione o facile comprensione. Magari lo avete sentito in qualche soundtrack senza nemmeno saperlo: Paolo Sorrentino, ad esempio, in Youth – la giovinezza ha incluso nella colonna sonora proprio un brano dei GY!BE ‘Storm’. Si potrebbe dire quindi che il post-rock è un genere “di nicchia”, anche se ci sono band impossibili da ignorare.
Ma tornando al concerto a Villa Ada, il punto è un altro. In apertura alla performance del complesso canadese troviamo un’altra formazione davvero interessante: parliamo dei This Will Destroy You, texani, in attività dal 2005, avrete ammirato la potenza commovente della loro opera “The Mighty Rio Grande” nel film “Room” di Lenny Abrahamson. Quasi incredibile, per gli amanti del genere, trovare queste due band insieme e di fatti gli spettatori si sono riversati numerosi sull’isola di Villa Ada, per una serata contraddistinta dai paesaggi della mente e dell’anima che solo il post-rock sa dipingere.
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L’apertura dei This will destroy you
Come definire l’apertura dei This will destroy you? Stare sulla spiaggia in inverno ad assistere al graduale montare del mare prima di una tempesta. I 45 minuti di live scaldano il pubblico che applaude spesso la precisione e l’intensità nell’esecuzione dei brani, tratti dai tre album in studio. La band chiude con “Quiet”, dal primo EP “Young Mountain”, lasciando il cuore e le menti degli spettatori in subbuglio. I quattro musicisti texani mancavano da Roma dal 2015 e con un breve annuncio a fine concerto rassicurano tutti: a settembre uscirà il nuovo album e saranno presto di ritorno in Italia… o almeno così promettono.
Lo show onirico dei Godspeed You! Black Emperor
E’ il momento dei Godspeed You! Black Emperor. I nove elementi del gruppo si avvicendano sul palco un po’ alla volta: non iniziano a suonare tutti insieme e non esiste un vero “inizio” di questa performance. Usano le corde dei loro strumenti per calarci non solo nel primo brano in scaletta, “Hope Drone”, ma anche nel viaggio del live che hanno progettato. Più che un concerto, un’esperienza. Complici le spettacolari proiezioni in pellicola a cura di Philippe Leonard, elemento imprescindibile dello show che ha una sola possibile definizione: onirico. Il tutto si sussegue sui brani dell’ultimo album, Luciferian Towers, con il valore aggiunto dell’ospite Edoardo Marraffa, al sassofono, che improvvisa sui brani “Fam/Famine” e “Undoing a Luciferian Towers”.
Il violino di Sophie Trudeau spezza il cuore a molti di noi emergendo dall’incredibile sinergia di un gruppo che letteralmente dipinge con la musica. Assistiamo al semplice e puro lavoro di artisti/artigiani che stanno creando, a volte in cerchio, a volte seduti a terra. L’interazione col pubblico avviene attraverso il muro di suono, che letteralmente stravolge i sensi, e le proiezioni di scene naturali, la violenza delle manifestazioni di piazza, un aereo che sembra perdere il controllo, quotazioni in borsa, la pellicola che brucia e si scioglie.
Ci mettiamo qualche minuto per accorgerci che loro ormai hanno abbandonato il palco e ciò che sentiamo non è altro che il loop effect che porta avanti da se’ la magia dei demoni che sapientemente i Godspeed You! Black Emperor hanno evocato. Il loop si è spento a Villa Ada, ma ancora gira e vibra in qualche posto fra il cuore e lo stomaco di tutti coloro che hanno visto e sentito tutto questo.