Rettore e Beatrice Quinta ci raccontano il loro incontro – umano prima che artistico – sulle note di ‘Thelma & Louise’. Un brano che dimostra quanto il femminismo abbia ancora tanta strada da fare.
Con il brano Thelma & Louise, Rettore e Beatrice Quinta hanno incrociato non solo le loro strade artistiche ma anche le loro personalità. Schiette, dirette, sicure e soprattutto libere. In questo sento il loro approccio alla vita, prima ancora che alla musica, ne racconta una somiglianza sostanziale che si ritrova pieno nelle due icone della cinematografia che danno il titolo al loro singolo. Disponibile da qualche settimana, insieme alla nuova release Disco Prosecco (Spritz c’èst chic), anticipa il nuovo album di Rettore ‘Antidiva Putiferio’, atteso per il 10 gennaio 2025.
Spesso i titoli di giornale recitano ‘la coppia che non ti aspetti’, nel vostro caso invece non c’è questo interrogative quanto verrebbe da chiedersi ‘perché solo ora?’, nel senso che avete un’attitudine artistica simile per molti aspetti. Come è stato il vostro incontro anzitutto a livello personale?
Rettore È stato molto semplice, perché siamo praticamente molto simili. Siamo un po’ sorelline, gemelline. Per quanto io possa essere tua nonna (sorridono, ndr) però siamo davvero anime molto simili quindi è stato naturale lavorare insieme.
Avete pubblicato insieme Thelma & Louise, quindi non posso che chiedervi chi si sente Thelma e chi Louise?
R Io sono Luis ovviamente e Beatrice è Thelma!
Siete coautrici del brano con Carlo Aprea, Luigi Bordi e Riccardo Scirè. Come è nato dal punto di vista autorale e come lo avete poi vestito in termini di suoni?
R È stato un po’ work in progress nel senso che, quando ci siamo viste in studio, e abbiamo rifinito diciamo il brano con alcune cose più folli altre meno. C’è un lato dark anche spumeggiante perché io trovo che lei sia proprio fisicamente una ragazza spumeggiante. È bella, bionda, sinuosa, piena di bollicine!
Beatrice Ci siamo chieste che tipo di brano sarebbe stato naturale per noi cantare insieme. E la citazione di un altro film, dove due donne forti e collaborano, era perfetta. Thelma e Louise, infatti, sono diverse ma hanno lo stesso desiderio di essere libere e fare le cose a proprio modo. Ecco, questo è qualcosa che abbiamo in comune.
Nel testo c’è la rivendicazione di un’indipendenza che è anzitutto autodeterminazione, penso al verso non saremo mai come loro.
R Ancora non vediamo luce sotto questo aspetto, anzi mi sembra che questa cosa sia peggiorata ulteriormente. Mi sono illusa che il femminismo avesse preso piede e fosse accettato, invece non è così.
B Siamo nell’epoca del ‘washing’, dal green washing al pink washing… Non basta indossare una maglia a gridare ‘vive il femminismo’ se poi dietro le quinte non c’è femminismo, neanche se te lo buttano in faccia con una padella.
Rispetto agli Anni Settanta e Ottanta, oggi è più facile o più difficile dissentire dal pensiero comune? Paradossalmente pur avendo a disposizione più strumenti quel ‘non essere come gli altri’ sembra richiedere una dose di coraggio addirittura maggiore…
R è ritornato l’oscurantismo. In questo mondo dove tutti guardano alla tecnologia, la tecnologia è stato un ulteriore passo indietro per quello che riguarda il femminismo. Sul web ho letto tante volte ‘tanto è solo una donna’, ma che vuol dire?
B Finché eravamo noi che controllavamo la tecnologia riuscivamo a gestirlo, adesso che la tecnologia controlla noi, è un altro paio di maniche perché non riusciamo più a farci strada. E i social hanno contribuito non poco: già nel piccolo mi è capitato un sacco di volte di essere in shadow ban. Oggi è un problema soprattutto perché, a livello di consenso, è polarizzante affermare di essere femminista.
R Invece bisogna dirlo ancora. sono femminista. Perché se lo dimentichi, gli altri lo dimenticano immediatamente e passano oltre.
Le giovani generazioni cosa hanno raccolto, quindi, dalle battaglie dei genitori?
R Intanto, le giovani generazioni non amano la politica e la vivono in maniera pesante, disonesta ed effettivamente non hanno mica torto… Questo perché rappresenta la politica in questo momento non è rappresentativo, personalmente non mi sento di ispirarmi a nessun partito politico né di dare la mia vita o la mia anima per qualcuno. Negli Anni Settanta e Ottanta, invece, era diverso. C’erano gli uomini politici e le donne politiche. Io sono nata a Castelfranco Veneto che ha dato i natali a Tina Anselmi e l’Italia si è persa l’occasione di avere finalmente un presidente del Consiglio o della Repubblica donna. Hanno fatto di tutto per ucciderla politicamente.
B Lo stesso motivo per cui adesso le donne che, fortunatamente e sfortunatamente, si fanno strada nel panorama politico italiano rispettano dei codici maschili. Perché per essere donna in un panorama maschile devi adottare i loro codici o non ti accettano, e a me questa cosa non sta bene. Però in politica ogni epoca ha un nemico pubblico che unisce il popolo e a mi fa molta impressione che il nemico – dalla mia generazione a quella di Donatella e prima ancora – sia sempre lo stesso. Sgnifica che le cose non stanno cambiando come pensiamo. Mi sono rotta le palle dei post su Instagram in cui leggo che le cose sono cambiate…
R No, non sono cambiate, sono peggiorate.
C’è anche forse una certa mancanza di voglia di impegnarsi nei giovani?
B Vedo due estremi secondo: da una parte c’è chi considera tutto troppo facile e dall’altra chi pensa che tutto sia troppo difficile, quindi non provano neanche a cambiarlo perché è inutile. C’è un nichilismo di fondo che a me spaventa tantissimo perché significa che le persone non si alzano più per dire ‘questa cosa non mi sta bene’. Ma il dissenso è l’unico diritto che non ci possono togliere. Oggi pur di placare gli animi e piacere a tutti stiamo in silenzio.
È appena uscito il nuovo brano Disco Prosecco (Spritz c’est chic), titolo che mi sembra perfetto a ridosso dei brindisi di fine anno. Tra l’altro si tratta di una versione differente rispetto a quella con BigMama che sarà nel disco… è un regalo ai fan?
R è uscito proprio in vista delle feste, per alleggerirle un po’ visto che veniamo da un periodo pesante. C’è stato il Covid dal quale non abbiamo fatto in tempo a uscire che Putin ha scatenato la guerra in Ucraina. Dall’altra parte, c’è Israele che se la sta prendendo coi poveracci non con i terroristi. Quelli sono quattro gatti che squartano le persone, invece quelli che pagano sono sempre innocenti e i poveretti.
Il mio piccolo pensiero per Natale è ‘signori state calmi, smettete di usare la polvere da sparo. Mettete via i fucili contro gli animali e contro le persone che non si sanno difendere e che non hanno possibilità di difendersi, senza acqua né mangiare’. Vedo foto che sembrano della Prima Guerra Mondiale e che non vorrei vedere nel 2025. Speriamo che sia un bell’anno, finalmente di pace e solidarietà per tutti. Basta con le guerre.
Il post Covid, in effetti, ha scatenato un imbruttimento generale.
R Da una parte c’è la globalizzazione e dall’altra parte c’è quello che ammazza per provare cos’è uccidere, togliere la vita… Ma io dico, ripigliati!
B E dovremmo proteggere tutti gli artisti che decidono di esporsi come Ghali e Dargen perché, anche da quel punto di vista, dovrebbero essere salvaguardati. Lo si è fatto quando ci fu la guerra in Afghanistan e tutti gli artisti si alzarono e furono compatti. Dovremmo farlo anche noi.
R La voce dell’artista è fondamentale solo che noi siamo pacifisti e manifestiamo, al massimo buttiamo delle vernici rosse. Che cosa dobbiamo fare? Riprendere le molotov?
Il vostro incontro artistico racconta anche un confronto generazionale in cui credo che si impari sempre un po’ da entrambe le parti. Che cosa pensate di aver lasciato l’una all’altra?
R Ma io, prima di tutto spero di non lasciare Beatrice! E spero che questo incontro, questo connubio, rimanga finché viviamo e oltre. Le voglio molto bene,
B Io Spero di averla fatta divertire perché lei mi ha fatto stare molto bene e siamo davvero tanto unite.
E del cast di Sanremo 2025, che cosa ne pensate?
B Sono tanto felice soprattutto per Lucio Corsi e Joan Thiele. Lucio è un gigante, un genio, e Joan ha fatto un percorso bellissimo scrivendo grandi pezzi per altri. E poi sono bimba di Elodie e adoro Gaia ma appunto sono particolarmente felice che ci siano quei due nomi inaspettati.
Immagini da Ufficio Stampa