Edito da Goodfellas per la collana Spittle, è da poco uscito questo ampio volume (607 pagg./ 22 Euro), scritto da Federico Guglielmi che rappresenta la prima testimonianza letteraria dedicata al panorama rock (e non solo) romano del passato e del presente, a cominciare dalla fine degli anni ’70.
Si tratta di un lavoro davvero interessante che non vuole essere didascalico ed esaustivo ma che, proprio per questo, trasmette emozioni e sensazioni difficili da ritrovare in opere dello stesso genere. Guglielmi è, come molti sanno, un ottimo critico musicale che ha collaborato negli ultimi quarant’anni con le più importanti testate nazionali (Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Rumore, Rockstar, Blow Up, Classic Rock etc. ed è responsabile delle pagine musicali di AudioReview), conduttore radiofonico (Stereonotte, Stereodrome etc.), oltre ad essere autore di oltre venti libri nello stesso ambito. Ma quello che, forse, più conta è la militanza sul campo dell’autore, fatta di continue frequentazioni e partecipazione ad esibizioni live di artisti e gruppi che costituiscono l’argomento del libro.
A questo si aggiunga l’ottima scelta di utilizzare testimonianze raccolte nel corso del tempo: cioè articoli ed interviste realizzate con i protagonisti di questa epopea musicale rock romana e già pubblicate sui giornali e riviste prima citate ed anche nel blog L’ultima Thule (pluripremiato progetto dello stesso Guglielmi).
Fra le varie scene musicali capitoline trattate non poteva certo mancare (conoscendo l’autore) quella punk hardcore di band come gli Elektroshock, la galassia new wave di gruppi come i Carillon del Dolore, Fleurs Du Mal, Gronge o solisti (come Pierluigi Castellano), il rock antagonista di gruppi come Assalti Frontali, Banda Bassotti o Radici nel Cemento e il rock anni ’90 rappresentato da formazioni come Elettrojoyce o Frangar non flectar.
Non mancano poi ampie sezioni dedicate ai cantautori di scuola romana come Max Gazzè, Niccolò Fabi o Daniele Silvestri, il progressive e dintorni del Banco del Mutuo Soccorso, Arturo Stalteri , Pierrot Lunaire etc, il folk rock dialettale di Ardecore e Muro del Canto o la canzone d’autore del 2000, portata avanti da personaggi come Roberto Angelini, Francesco Forni e Ilaria Graziano insieme a nomi consolidati, fra i quali Paola Turci, Simone Cristicchi, Riccardo Sinigallia etc.
Insomma, oltre duecento artisti trattati, centinaia di recensioni di dischi e concerti, interviste e rare fotografie che descrivono bene lo spirito di un periodo musicale intenso, anche se non perfettamente noto. Pur mancando quasi del tutto (per via del target dei periodici che hanno pubblicato, nel tempo, materiali dell’autore) riferimenti a sonorità come metal, pop di consumo, world music o blues, “Roma Brucia” è una testimonianza ben fatta e decisamente indispensabile di un ampio periodo musicale che ha coinvolto la capitale e sicuramente appassionerà chi l’ha vissuto e tutti quelli interessati a saperne di più.
Tonino Merolli