Anche quest’anno torna (l’apertura è stata 19 settembre e si andrà avanti sino al 25 novembre) il Romaeuropa Festival “Between Worlds”, manifestazione della creatività internazionale che condivide narrazioni e scenari dei quattro continenti.
I numeri della nuova edizione sono davvero sorprendenti: 27 i luoghi del festival che ospiteranno 68 progetti per 168 repliche oltre a mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione. Circa 55.000 i posti per gli spettacoli in vendita, 38 prime nazionali, 29 programmi internazionali e 10 coproduzioni in un’edizione che si apre al mondo intero. Più di 60, inoltre, le compagnie presenti (di cui 40 per la prima volta) provenienti da 24 nazioni differenti per un totale di 311 artisti coinvolti con i loro suoni, le loro visioni di mondi utopici e immaginari o le loro storie reali.
Appuntamenti anticipati dal progetto ‘120 motivi in più per tornare nelle Valli Reatine’, a cura della Fondazione Romaeuropa, promosso dal MiBACT e la Regione Lazio per le aree del cratere. In programma nel mese di giugno, infatti: Ascanio Celestini (Cittareale e Amatrice), Danza Aerea – Compagnia il Posto (Accumuli e Cittareale) e Alessandro Baricco (Cittareale e Amatrice).
Per quanto riguarda il programma ufficiale del Festival l’apertura è stata affidata, a partire dal 19 Settembre, a “Kirina”, un viaggio tra Africa e Occidente all’insegna del movimento e dell’immaginario firmato dal coreografo burkinabé Sergè-Aime Coulibaly e dalla sua Faso Dance Théatre, con i testi dello scrittore e studioso Felwine Sarr, le musiche della cantante icona della world music Rokia Traorè e la presenza live della sua band.
Ancora una volta, così, la musica è in primo piano e la chiusura del festival non poteva che essere un grande evento musicale: il 25 novembre all’Auditorium Parco della Musica per una “gran finale”, in coproduzione con Fondazione Musica per Roma, che coinvolgerà tutte le sue sale.
Nel mezzo tanti altri spettacoli (in luoghi, come il Mattatoio, e date diverse) che vedono la partecipazione d’interessanti artisti come il libanese Omar Rajeh con la sua compagnia Maqamat e il compositore e creatore visivo Zad Moultaka, la francese di origini vietnamite Caroline Guiela Nguyen, la cinese Wen Hui, lo svizzero Milo Rau, le argentine Lola Arias e Cecilia Bengolea, le cantanti e musiciste Oumou Sangarè (Mali) e Angelique Kidjo (Benin), la Great Jones Repertory Company de La Mama di New York con la compagnia Motus, Mario Martone, Office for a Human Theater con Filippo Andreatta, Mimmo Cuticchio con Virgilio Sieni, il duo francese Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons e l’artista visivo e compositore giapponese Rioji Ikeda. Al loro fianco, oltre ai già annunciati Peter Brook, Hofesh Shechter e Ivo Van Hove, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Luigi de Angelis e Fanny & Alexander, Tim Etchells con Ant Hampton e i coup de coer più recenti del festival come gli israeliani Sharon Eyal, Gai Behar e la loro L-E-V o i catalani Agrupación Señor Serrano, fra gli altri.
Tonino Merolli