‘Come si fa’, ‘Cercavo te’ e, ora, ‘Se ti va’ sono i singoli che inaugurano il percorso discografico di Samuspina, producer milanese che ci racconta il suo percorso. L’intervista.
Si intitola Se ti va il singolo che completa la tripletta di debutto discografico con cui Samuspina (vero nome Samuele Spina) si presenta al pubblico. Milanese con un percorso da producer alle spalle, il giovane artista compie così ‘il salto’ che lo porterà a esibirsi live sul palco nelle prossime settimane. Scrittura fresca ed entusiasta, le tracce con cui Samuspina esordisce nelle vesti di cantautore sono piccoli inni alla vita, inviti a godere del momento e a cogliere il bello che c’è.
Un’iniezione di positività, quindi, in un panorama musicale che spesso vede le nuove generazioni che si affacciano alla discografica tracciare ritratti cupi, in cui malessere e disagio la fanno da padrone. Complice proprio il percorso da dj, la musica per Samuele ha un altro sapore come ci ha raccontato lui stesso.
Tre singoli in tre mesi: che stagione artistica stai vivendo?
Beh, devo ammettere che è decisamente è un bel periodo per me! Questi ultimi sono stati mesi di lavoro molto intensi, sia sulla produzione sia sui testi, e vedere ora che tutto si concretizza con l’uscita dei singoli è una cosa bella. Per ora abbiamo rilasciato tre brani in tre mesi ma ne arriveranno altri e sono super contento di ciò. Ripeto, dietro c’è un processo creativo molto impegnativo che spero porti pian piano a risultati sempre più importanti, più grandi.
Immagino, dunque, che ci sia già una raccolta piuttosto ampia di brani da cui hai selezionato finora solo tre tracce…
Assolutamente sì, posso già dire che si chiuderà un cerchio verso fine settembre. Non voglio preannunciare troppo, però diciamo c’è stato uno sviluppo creativo partito un paio di anni fa. Avevo già ben chiare le idee da un po’ di tempo, però nell’ultimo anno e mezzo è cresciuta proprio la voglia di cambiare, di mettermi in gioco. Avevo in testa diversi pensieri che volevo scrivere e mettere in versi sulla mia musica in modo più reale. Per questo dico che sono super contento del fatto che ora tutto inizia a prendere forma. Vedere i fatti fa anche capire meglio l’artista, il personaggio e tutto quello che lo circonda.
La produzione, la scrittura e l’influenza di Milano
Da dove nasce l’esigenza di prendere in mano il microfono? La sola produzione era diventata insufficiente per te?
Esatto. Secondo me Samuspina ha chiuso un po’ il cerchio. Soprattutto il fatto di aggiungere la mia voce, scrivere io sulle mie stesse strumentali e scrivere nella mia lingua dopo aver lavorato tanto con l’inglese per progetti internazionali – tra remix e artisti da tutto il mondo –. A una certa è come se non sentissi più mia questa cosa, l’ho avvertito molto l’ultima volta che sono tornato dall’America. Mi sono detto “cavolo, voglio fare qualcosa di diverso nel mio paese, in italiano”.
C’è da dire, fra l’altro, che è un momento molto fortunato per la musica italiana anche a livello internazionale. Che sensazione hai da questo punto di vista?
Sì, è vero, tantissimo e aggiungo che secondo me, negli ultimi due anni, il gap tra la musica italiana e quella estera è molto diminuito. I due mondi si sono anche un po’ avvicinati, sia a livello di produzione che a livello di scrittura. Ho conosciuto un sacco di artisti internazionali che in sostanza lavorano nello stesso modo in cui lavoravano gli artisti italiani. Ho sentito proprio che non siamo così lontani dall’estero, c’è stata una grande crescita e ho capito che quello stavo vivendo fuori dall’Italia, sia come sound sia come scrittura di testi, non era affatto lontano.
Tutti gli artisti del momento in Italia non sono distanti da un mondo esterno, anzi negli ultimi anni ho percepito la vicinanza in modo molto forte. Dai remix ai feat, ci sono tante cose che ormai accomunano e devo dire che anche da parte di artisti internazionali c’è grande voglia di venire a cantare in Italia, di collaborare con gli italiani. Non nego che tutto questo mi ha gasato.
Ma la scrittura quando è arrivata nel tuo percorso?
Principalmente dopo un bell’anno e mezzo di vari pensieri nella mia testa, di vita quotidiana che vivevo e che cercavo di trasmettere per immagini attraverso le parole. Scrivevo tutti i pensieri che mi passavano in testa su fogli o banalmente nelle note del telefono per poi creare un concept che li unisse.
Quindi non eri di quelli che a scuola si appuntava i versi sul diario?
No no, però ad esempio il nome del mio vecchio progetto come producer era nato su un quadernone di scuola. Anzi, devo cercarlo, chissà dove è finito. In generale, però, non ero una persona che scriveva tanto a scuola anche allora il mio mondo era molto più incentrato sulla parte di dj e produzione. Ora, forse, se dovessi ritornare a scuola probabilmente scriverai sui quaderni le cose che mi frullano per la testa.
Come sta cambiando, con questi tre singoli, il pubblico che ti ascolta?
Credo siano cambiate proprio le persone, prima di tutto perché la musica italiana ti porta ad avere ascoltatori dall’Italia. Anche se, in verità, mi sono arrivati dei bei feedback anche da fuori e da altri artisti con cui ho lavorato. Cerco sempre di non parlare di numeri perché, secondo me, è la cosa che influenza maggiormente in negativo o comunque non è la parte che mi interessa adesso. Ora voglio cercare di arrivare sempre di più alle persone con tante diverse opportunità e cose che girano intorno a me. Il fulcro del mio progetto è cercare di far capire ciò che vorrei realmente alle persone che mi stanno intorno.
Quello che ho avvertito ascoltando questi tre pezzi è un approccio alla vita/musica che vuole celebrare entusiasmo. E questo ti distingue rispetto anche ad altri artisti della tua generazione che riversano nella scrittura disagi e difficoltà. Pensi sia questa la tua cifra distintiva?
Io spero di sì. Spero che questo possa distinguere più che altro perché, tra alti e bassi normali, non vivo una vita piena di ansie e paranoie. Quindi, perché dover scrivere cose brutte o non essere allegro e felice nei testi? Non tanto per distaccarmi necessariamente dagli altri ma proprio perché vivo così, quindi scrivo le sensazioni che vivo e ciò che mi fa stare bene. Sono una persona vivace, allegra che cerca di sempre di fare festa e creare connessioni, ed è quello che cerco di scrivere anche per ispirare persone verso la positività. Forse, questo approccio mi arriva anche dal mio DNA di dj, per cui conta far saltare e divertire la gente.
Milano quanto ti ha segnato sul piano musicale?
Devo dire tanto, e negli ultimi anni ho notato sempre di più come Milano sia città per cui un secondo ci sei secondo dopo non ci sei, quindi devi continuare a essere nel meccanismo. Secondo me, continuare a fare e a impegnarti ti sprona tanto e devo ammettere che probabilmente non riuscire a vivere altrove che ho sempre vissuto in questa città. Non so se sarei in grado di confrontarmi con un mondo dove non c’è tutta questa voglia di fare, di competitività genuina. Ovviamente, come ogni città e ogni situazione, ci sono anche lati più negativi ma per me Milano è una città che sa dare molte possibilità e che sa ripagarti con il tempo. È un po’ diventata l’American Dream per cui, se fai bene il tuo lavoro, col tempo puoi svoltare la tua vita.
Un’estate live di Samuspina (con Tananai)
Si apre una stagione di appuntamenti live: come ti fa sentire il fatto di calcare il palco in una veste nuova, ti mette più a nudo, a diretto contatto con il pubblico?
Mi sto preparando e non vedo l’ora di arrivare a contatto col pubblico per far sentire alle persone che è questa la mia musica. Secondo me è quella la è la chiave migliore e sono in arrivo dei live molto frizzanti quest’estate! Apriamo anche tre date di Tananai per il suo tour e sono super contento di questa opportunità anche perché lui è un artista che mi piace veramente tanto.
Anche Tananai ha affrontato lo stesso tuo percorso, dalla produzione al palco, quindi avete un profilo simile. È un po’ quello a cui aspiri tu, Sanremo compreso?
Assolutamente sì, il palco in sé è sempre stato il mio sogno: essere lì al centro, davanti alla folla è sempre stato un sogno, che fosse come dj, produttore o cantante. Ora abbiamo unito tutte e tre le carte. Quello di Tananai è un percorso, secondo me, veramente bello anche perché è arrivato un po’ a tutti, dai bambini come i miei cuginetti di 5 anni alle persone di 80. Secondo me quando giri quella chiave, puoi dire di avercela fatta. E lato Sanremo, anche lì ci spero, lo metto come obiettivo perché sarebbe veramente una bella opportunità.
Queste le date per l’estate in apertura agli show del LIVE 2023 – Festival di Tananai:
- 14 luglio – Collegno (TO), Flower Festival
- 9 settembre – Sesto San Giovanni (MI), Carroponte
- 25 settembre – Roma, Cavea Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Foto da Ufficio Stampa GOIGEST