Difficile trovare un equilibrio fra la cultura musicale e la commercializzazione della musica. È una ricerca che va avanti da quando il consumo di musica è diventato di massa, creando, per reazione, musicisti che alla massa non hanno voluto proprio guardare.
Underground e mainstream sono parole contrapposto, politiche, parlano di schieramenti che se possono far sorridere, hanno dentro dei modi radicalmente differenti di vivere, pensare e produrre la musica. Manuel Agnelli sta camminando sul confine fra i due schieramenti. Simbolo dell’indie italiano, indie sul serio, cioè slegato dalle dinamiche commerciali del business musicale delle multinazionali discografiche (addirittura paragonate alle multinazionali del tabacco o delle armi), Agnelli è uno dei volti di X Factor, lo spettacolo della musica, il programma musicale che usa i sogni di chi vuole vivere di musica per alimentare un concorso e una serie di show televisivi. Come sia possibile bilanciare le due cose, solo una persona intelligente come Agnelli può saperlo.
Forse proprio dall’incontro di quelle due pulsioni (underground e mainstream) è all’origine della voglia di raccontare musica in uno spazio dedicato tutto e solo alla musica. Forse è nato così Ossigeno, il programma condotto da Manuel Agnelli in onda su Rai 3 dal 15 febbraio. Non è casuale la scelta della location che ha fatto da studio al programma: il Lanificio di Roma, un esempio di recupero industriale e riconversione di uno spazio abbandonato a luogo multifunzionale e culturale. Cibo, musica a, ballo e architettura aleggiano negli spazi del Lanificio nel quale Agnelli propone il suo viaggio attraverso le connessioni tra la parola scritta e cantata, le immagini, il ricordo, le storie personali. In Ossigeno, la musica è la scusa per parlare anche di altro, come fosse un tessuto connettivo fra arti, cultura e pensiero.
Agnelli ospiterà scrittori, musicisti, attori e personaggi di culto, con i quali approfondire in modo intimo, temi del contemporaneo.