È Zitto (Columbia Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo degli AUCH, la boyband formata da Tommycassi, Andrea Pisani (del duo comico Panpers) e Gabriele Boscaino, storico membro dei Nirkiop. Il brano è uscito sulle piattaforme il 3 novembre e segue i precedenti singoli del gruppo: Pisciare in mare, Sotto la doccia e 3mendo, uscito a giugno 2023. «Eravamo in studio da Okgiorgio, il produttore. – racconta Tommycassi – Volevamo creare un altro brano più studiato e organizzato. Abbiamo prenotato lo studio con le idee chiare, talmente chiare che abbiamo chiuso con un’ora di anticipo. È rimasto un po’ di tempo e, siccome siamo una fucina di hit e ci avanzava un’ora, ci è venuto subito in mente Zitto. Tutto è successo in modo spontaneo». «Purtroppo – aggiunge Andrea Pisani – abbiamo questa onta: se starnutiamo esce una hit. Ora che arriva il freddo per gli altri sarà un incubo».
Zitto è un brano ironico e teso, che invita – tra le righe – a non parlare a sproposito. Sulle idee dei brani, gli AUCH sembrano però non avere contrasti: «Abbiamo le idee molto chiare sul progetto e siamo completamente in sintonia. – dice Andrea Pisani – Nel gruppo ci mandiamo gli spunti, che non vanno neanche messi in discussione ma sono già giusti perché abbiamo chiara la direzione. Ognuno mette il suo, ma sulla direzione siamo coordinati. Anche perché il nostro è un progetto speciale, trattiamo argomenti che sarebbero troppo leggeri per una canzone ma che invece, secondo noi, la meritano. Sono solo snobbati. Vogliamo dare dignità ad argomenti spesso sottovalutati».
A dare spessore a Zitto, ad esempio, ci pensa anche il videoclip: diretto da Matteo Croci, nel video Martina Rebecca Romano – performer e interprete LIS – usa il linguaggio dei segni per mostrare il testo del brano. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Fondazione Lega del Filo d’Oro E.T.S., a cui gli AUCH doneranno i proventi ricavati dalla vendita della stampa della cover del singolo, disegnata da Gio Quasirosso. «Conosco Martina da un corto realizzato di cui lei è protagonista. – spiega Gabriele Boscaino – Sono sensibile all’argomento e ho proposto l’idea ai ragazzi che l’hanno colta subito. È stato semplice unire la copertina al discorso di beneficenza. Venderemo le stampe e il ricavato andrà alla Fondazione. Ora siamo super amici della Lega del Filo d’Oro, commentano i nostri post e hanno capito il mood di ciò che facciamo».
I messaggi nei brani degli AUCH
«Abbiamo a cuore i messaggi delle canzoni. – dice Tommycassi – Prima di lanciare un pezzo facciamo lunghe sessioni filosofiche tra di noi per capire la profondità del messaggio». L’esempio calzante è Pisciare in mare: «È leggera – dice Tommy – ma dal testo capisci che ci sono degli scorci. Se ti affacci, vedi molto di più. È una metafora del lasciarsi andare. Questa visione ci esalta». Anche per questo, il genere del pezzo passa in secondo piano: «Le sonorità sono scelte in funzione del messaggio. – dicono gli AUCH – Scegliamo il giusto tipo di canzone a seconda del messaggio che vogliamo mandare, che nasconde ore e ore di discussione veramente filosofiche. Sembra una fatica, ma è ciò che è ci piace».
Non ci sono dubbi, del resto, sul fatto che gli AUCH siano un «progetto discograficamente anomalo». «Sono idee messe in musica, non siamo una band. – precisa Andrea Pisani – Siamo schiavi dell’idea. Forse siamo anche un po’ vittime delle nostre realtà singole, ma non facciamo del genere la nostra linea guida. Le nostre idee sono il mandante che si piglia il genere che serve per l’occasione. È qualcosa che rende ancora più onesto il progetto». Nel caso specifico di Zitto, le chiacchiere filosofiche che cela riguardano le classiche chiacchiere da bar.
«Pur di non tener la bocca chiusa – dice Pisani – la gente ci tiene più a far vedere che ha un’opinione piuttosto che a costruirsela davvero. Stiamo vivendo un periodo incredibile e la gente occupa il tempo a fare commenti come Ma hai visto l’ultimo post di…? per poi parlare dell’oroscopo. Il nostro è uno Zitto maleducato, ma è nascosto in ognuno di noi. È un invito a riflettere prima di commentare e di dire la nostra quando non te la chiedono o non ne sai niente».