La hit internazionale ‘Safety Net’ di Bea and her Business parla (anche) italiano nella nuova versione insieme a Sarah. La nostra intervista.
Nella scena pop britannica ha iniziato a brillare la nuova stella di Bea Wheeler alias Bea and her Business, giovanissima artista che ha scalato le classifiche con il brano Safety Net. Dal 22 novembre, il singolo ha una nuova versione impreziosita dalla partecipazione di Sarah, tra le più promettenti voci del pop italiano. Una collaborazione nata a distanza unendo due mondi molto vicini fra loro, per attitudine e ambizione. Abbiamo incontrato Bea e Sarah a Milano, nella loro casa discografica: ecco la nostra chiacchierata
Benvenuta in Italia, Bea! È la tua prima volta qui?
Bea Sì, è la mia prima volta. È fantastico, mi sta piacendo moltissimo!
Congratulazioni a entrambe per questa vostra collaborazione! Com’è stato lavorare insieme?
Bea È stata un’esperienza davvero incredibile! Abbiamo lavorato a distanza: io ero nel Regno Unito, mentre Sarah era qui in Italia, quindi non eravamo fisicamente nello stesso posto mentre il tutto prendeva forma. Ma incontrarci di persona dopo, uscire, passare del tempo insieme e mangiare un sacco di pasta è stato così divertente. Lavorare con qualcuno dall’altra parte del mondo è stato davvero speciale.
Safety Net è la prima collaborazione internazionale per entrambe? Come vi sentite al riguardo?
Sarah Sì, è la mia prima collaborazione internazionale e anche il mio primo featuring, quindi è una pietra miliare enorme per me! Sono davvero entusiasta, e molto molto emozionata. È incredibile come con la musica si possano connettere parole diverse e mondi completamente differenti. Ti permette di esprimere così tanto e ti fa capire che, anche dall’altra parte del pianeta, le persone possono condividere le stesse emozioni e comunicare gli stessi messaggi.
Bea Devo dire che è quasi strano ascoltare, sulle stesse note, parole in una lingua diversa dall’inglese, ma è stato bello.
Questa canzone parla di consapevolezza di sé, un tema importante a maggior ragione per ragazze e giovani donne come voi. Bea, quando hai scritto il testo e qual è stata l’idea, o l’esperienza, da cui sei partita?
Bea Ho scritto il brano a marzo, o aprile, di quest’anno, mentre ero a Los Angeles. La prima scintilla, l’ispirazione iniziale, che mi ha fatto scattare l’idea è venuta da una relazione personale: una storia complicata e altalenante con un ragazzo durata circa due anni. Era un continuo ON/OFF… Lui era il tipo di persona che ti cerca solo quando gli è comodo, trattandoti come un’opzione di riserva quando altre cose non funzionano. Così, la canzone è nata dalla sensazione di essere una rete di sicurezza (safety net, appunto; ndr) per qualcun altro. Dal senso di frustrazione per essere messa da parte ed essere trattata come un Piano B, come qualcuno su cui fare affidamento solo quando necessario. Finalmente, quindi, è proprio il racconto delle mie frustrazioni. E c’è anche un certo senso di rivalsa nei confronti di quel ragazzo che ho canalizzato nella canzone.
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Esiste anche un’altra versione del singolo, Cry in Your Bed. Come è nata e in che modo, invece, Sarah ha contribuito all’adattamento italiano?
Bea Mi sono resa conto che le persone erano molto attratte dal mio registro vocale più basso, che si notava soprattutto nei miei primi video online. Fino ad ora, però, non avevo mai pubblicato una canzone in cui sfruttavo davvero quel tipo di vocalità. Quindi, ho deciso di creare una versione molto più bassa e intima, quasi sussurrata al microfono, con un’atmosfera più cupa, cantata un’ottava più in basso. È praticamente l’opposto della versione originale, ed è stato così interessante vedere come la canzone assumesse una sfumatura completamente diversa. Ha assunto una luce differente.
Sarah Non abbiamo ancora fatto una versione italiana di questa versione lenta e bassa! Ma sarebbe un’ottima idea, ci hai dato un’idea!
Ci sarà un videoclip o un visual video, per questa versione alternativa?
Non ne siamo ancora sicure… Ho già pubblicato un videoclip per la versione originale, quindi forse faremo una versione montata combinando le mie immagini con quelle di Sarah. Nel video originale mi vedete a cavallo con una rete mentre inseguo un ragazzo per poi catturarlo e tirargli della frutta in faccia. È stato incredibilmente soddisfacente da girare!
Siete entrambe artiste molto giovani: essere in cima alle classifiche vi porta un senso di responsabilità o pressione nel mantenere tale livello di successo?
Sarah Per quanto mi riguarda, cerco di concentrarmi semplicemente sul fatto che sto facendo quello che amo. Questo è ciò che mi mantiene con i piedi per terra e motivata.
Se doveste catturare questo momento in una cartolina, quale immagine rappresenterebbe?
Bea Probabilmente ci saremmo noi due davanti al monumento con il dito medio a Milano (è L.O.V.E. alias Il Dito di Maurizio Cattelan in Piazza Affari; ndr). Un’immagine audace e sfacciata, ribelle e piena di carattere, perfettamente in linea con il messaggio della canzone.
Vi siete consigliati qualche artista da ascoltare?
Sarah Uh, dobbiamo assolutamente scambiarci dei consigli! Parlando di donne forti nella musica, posso suggerire Emma, Elodie, Annalisa. E poi ci sono ovviamente i Måneskin.
In questo momento della vostra carriera, qual è il palco su cui sognate di esibirvi?
Bea Mi piacerebbe molto potermi esibire al Glastonbury Festival un giorno, soprattutto sul Pyramid Stage. Essere lì sarebbe iconico. Un altro sogno sarebbe fare una versione orchestrale delle mie canzoni alla Royal Albert Hall di Londra. E, poi, ovviamente ci sono posti come l’Hollywood Bowl e altri grandi locali che sono sulla mia lista. Ma sto facendo un passo alla volta!
Sarah Sono d’accordo con lei, anche per me vale lo stesso: passo dopo passo
A proposito di palchi, c’è anche quello del Festival di Sanremo per il quale il nome di Sarah è molto accreditato… Bea, conosci Sanremo?
Bea Mhh…
Sarah In pratica il vincitore di questo festival partecipa a Eurovision, è il concorso musicale televisivo più importante e seguito in Italia.
Bea Non lo sapevo ma sembra un evento immenso. Ho così tanto da imparare!
Immagini da Ufficio Stampa