Davide Locatelli ci racconta il nuovo singolo ‘Symphony 40’, rivisitazione della celebre opera di Mozart. La nostra intervista.

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È Symphony 40 il nuovo brano di Davide Locatelli, rivisitazione della celebre opera di Mozart. «È stata una grande avventura che ho avuto l’onore di condividere con il Maestro Roberto Rossi. – ci dice Davide – Abbiamo arrangiato questo pezzo tempo fa, ma ho aspettato così che il suono rispecchiasse il mio intento. Ho voluto unire più generi che hanno caratterizzato la mia vita sui social e artistica. Così nasce Symphony 40».

Eclettico, originale, fuori dagli schemi, Davide, che vanta una formazione classica al Conservatorio, si è posto come obbiettivo quello di far conoscere e avvicinare la musica strumentale ad un pubblico giovane facendo crollare la convinzione che la musica classica sia vecchia. Il brano è accompagnato da un video, diretto da Sam Aotaki, girato sulla celebre Hollywood Sign di Los Angeles. «Sì, sono stato il primo italiano a girare un video sulla Hollywood Sign. – commenta – È stato difficilissimo per problemi di logistica. Portare un piano lassù è stata un’impresa difficile, ma sono molto orgoglioso di aver girato un video lì perché è un’icona degli Stati Uniti e di LA».

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Proprio alla fine del video, Davide distrugge il pianoforte. «Tanti vedono nella distruzione del pianoforte un atto fine a se stesso. – ci dice – Io invece vedo un Manifesto di libertà di espressione e, nel mio caso, voglio rappresentare l’unione tra musica classica e moderna. Una musica che appartiene al passato e una musica che ci rappresenta nel presente e nel futuro. Con questo atto voglio simboleggiare il fatto che le cose due possano stare insieme. Il sacro e profano diventano un tutt’uno nel mio stile crossover».

E Davide ha basato su questo la propria missione: «La musica classica – conclude infatti – è il fondamento di ogni artista. Ce lo insegnano al Conservatorio, dove si impara a far musica. Penso che qualunque persona che voglia fare questo mestiere debba andare al Conservatorio per avere la base e scegliere la propria strada».