Arrivederci Deddy, ora c’è solo Dennis. Il giovane artista cambia direzione e sceglie di tornare sulla scena con il suo nome. Qui ci racconta il perché: l’intervista.
Solo qualche mese fa, era ottobre 2023, durante la presentazione del suo nuovo singolo Deddy sceglieva di farsi radere i capelli a zero. Una scelta, un po’ voluta un po’ subita sul momento incalzata dai fan presenti, che a ripensarci ora raccontava già molto di un cambiamento in corso. Oggi, Deddy lascia il palco a Dennis, a testimonianza del bisogno di unire qualcosa che per lungo tempo è stato diviso e che ha finito per rendere l’altro da sé qualcuno di sconosciuto.
Vita e musica, del resto, sfuggono alle etichette e quando l’equilibrio viene meno, la soluzione migliore è anche la più semplice. Tornare a se stessi. Così fa Dennis, che ha inaugurato il nuovo percorso artistico con il singolo Un altro nome, brano che segna anche il debutto con una nuova etichetta.
Mi viene da dire che il taglio di capelli dello scorso autunno ha scatenato, o forse solo reso più evidente, la necessità di un cambiamento. Che mesi hai vissuto da Le regole del fuoco a oggi?
Sì, pazzesco! Sono felice, molto felice, in questo momento. Non so bene che periodo sia stato, ci sto ragionando adesso ad alta voce con te su questa cosa. Effettivamente ho scelto di rasarmi di colpo i capelli, durante la presentazione del Le regole del fuoco e lì sicuramente era già iniziato questo processo di cambiamento, anche un po’ inconscio. Ma la mia volontà di cambiare evidentemente partiva già da piccolezze del genere… Quindi sì, credo che già in quel momento io sentissi il bisogno di cambiare qualcosa anche se forse non avevo ancora capito cosa. I capelli, infatti, sono tornati quelli di prima ma il ho deciso di cambiare il nome.
Cambiare nome d’arte non è solo togliere un tag già noto e che ha marchiato un percorso. Come hai maturato questa scelta? Hai avuto timori in merito?
Penso che la mia una scelta sia molto coraggiosa perché comunque mi hanno conosciuto come Deddy e ho realizzato anche delle cose importanti. Soprattutto in un’età anagrafica particolarmente bassa, visto che avevo 18 anni. Però, allo stesso tempo, credo che sia un passaggio davvero importante, così come il processo che c’è stato, dovuto dal fatto che sia a livello artistico che a livello umano sentivo un reale bisogno di essere Dennis.
Sentivi uno scollamento tra Deddy e Dennis?
Forse sì nel senso che Deddy e Dennis hanno vissuto in parallelo per tanto tempo però, realmente, non si sono mai vissute davvero. Probabilmente questo è anche frutto del fatto che, quando mi è successo tutto, non ero completamente pronto, ero piccolo. Pensa che ho alcuni ricordi confusi, per cui alcuni sono di Dennis e altri ricordi sono di Deddy. Ne parlavano qualche tempo fa con mia mamma e con mio padre: ricordo il primo concerto, ero a Bellinzona in Svizzera ed è stata la prima volta che ho suonato live dopo Amici. Erano venuti a vedermi anche i miei genitori e per me, figlio di separati, è stata la prima volta che siamo stati di nuovo tutti insieme.
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Ecco, di quella serata ho ricordi di prima del concerto, della felicità nei loro occhi, e dopo quando abbiamo cenato tutti insieme. Ma del concerto in sé non ricordo nulla, è come se non fossi mai salito sul palco. So che è una cosa molto strana e molto forte, però è la realtà. Anche da quello ho capito che Dennis e Deddy non si stavano incontrando, stavano vivendo due vite a se stanti e non poteva esistere questa cosa. Da qui la mia volontà di essere me stesso sempre e di potermi godere appieno tutti i momenti.
Per non dover dividere due anime.
Sì. Credo molto nelle leggi karmiche, nelle leggi dell’universo e credo che la decisione di dividere le strade di Deddy e Dennis sia stata la più giusta. Tutto quello che mi è successo mi ha insegnato tanto e io sono fiero di quello che sono oggi, sia dell’artista che sono diventato sia dell’uomo che sto diventando. E lo devo sicuramente alle cose belle e brutte che mi sono successe, così come alle consapevolezze che ho preso e al positivo che sono riuscito a trarre. Quindi non rimpiango niente in assoluto.
Parlavi di coraggio, hai avuto o hai timori per questo cambiamento?
Sinceramente no, non ho paura. So di aver vissuto così tante emozioni e raggiunto certi risultati ma ho capito quali sono le cose che mi interessano davvero. Quindi, nel momento in cui io mi sento sereno e tranquillo, va bene tutto perché penso che in primis bisogna essere sereni con se stessi e io, probabilmente, non lo ero più come Deddy.
Lo hai comunicato via social: quali sono state le prime reazioni che hai raccolto? C’è qualche commento che ti ha colpito o stupito particolarmente?
Devo dire che sono rimasto particolarmente stupito in generale dalla reazione delle persone che mi seguono. C’è stato un sostegno forte, anche a livello numerico, che non mi aspettavo perché non era scontato. In fondo, gran parte del mio pubblico arriva da Amici e quindi sono tanto affezionati a quell’idea, quindi abbandonare in qualche modo il loro ‘pupillo’ e prendere quello che ha scelto di essere, senza sapere che cosa sarà, è sempre complicato. Invece, ho trovato tanto sostegno e sono particolarmente stupito da questa cosa. Anche per questo non vedo l’ora di capire come verrà accolta la canzone.
E infatti, il primo passo di questa nuova fase, tra l’altro con una nuova etichetta, è il singolo Un altro nome, che esce nel pieno dell’estate ma direi che non è affatto il solito pezzo estivo.
Sì questa è stata proprio una nostra volontà, nel senso che abbiamo scelto di presentarci con la verità più assoluta di quello che è Dennis. Era giusto mostrare delle fragilità anche in un periodo come l’estate che probabilmente è sovraffollato di musica uptempo, reggaeton o rap. Per me era importante mantenere questa verità e questa mia linea. Noi non ci aspettiamo nulla ma vogliamo semplicemente far parlare la musica anche perché la realtà è che la gente è malinconica, triste e arrabbiata pure d’estate! Quindi, penso che sia giusto anche uscire con un brano del genere che possa rappresentare tranquillamente tanto quanto una canzone leggera che puoi ascoltarti la sera durante una bevuta.
La sensazione al primo ascolto è che sia il resoconto liberatorio di un processo che ormai si è esaurito e che quindi hai metabolizzato. Ma quanto c’è voluto per arrivare a questa sintesi?
Beh, in realtà non ho sintetizzato niente con questa canzone nel senso che per sintetizzarlo serve un disco intero, quello che arriverà. Penso che Un altro nome parli solo di una piccola parte di tutto quello che sarà, è una piccola fetta. Ma in quella fetta racconta qualcosa di molto reale, qualcosa che è esistito e ho vissuto sulla mia pelle. Ho cercato di raccontarlo con le mie immagini. Avrei potuto fare di meglio? Sì, ma anche di peggio. Semplicemente, quelle sono le mie immagini.
Ci sono tanti passaggi chiave nel testo, se dovessi fare una mappa concettuale per enucleare le emozioni principali della canzone quali parole useresti?
Sicuramente il pre ritornello, quando canto ci ho fatto casa mia con quei muri che mi hai messo davanti. Secondo me è un immaginario molto forte per quello che riguarda il significato della canzone che può essere interpretata in due modi. Come amore verso qualcun altro, quindi come una relazione, ma anche amore verso se stessi. Questo secondo caso è quello in cui scegliamo di non parlare, di non aprirci con gli altri e di chiuderci nella nostra solitudine senza avere un riscontro. Ma questa chiusura è solamente nociva e fare una casa con muri del genere, che noi stessi abbiamo messo, non può che fare male.
Allo stesso tempo, se pensiamo a una relazione d’amore, rappresenta il momento in cui dopo che si sono vissute cose forti inizia a crearsi un distacco. Anche in questo caso, la scelta è fra discuterne e aprirsi al dialogo o mettere dei muri davanti per cui convivere con i muri dell’altra persona penso sia una cosa complicata. Andare oltre i limiti di una persona e venirsi incontro per stare bene insieme penso sia la più grande forma di amore.
E poi c’è anche il passaggio in cui dico se sei la mia tristezza domani avrei un altro nome, frase che si ripete negli hook del ritornello del drop. Significa che se oggi sei qualcosa che mi ha fatto male, domani sarai per me un insegnamento, qualcosa che non mi farà più male nello stesso modo perché l’ho già vissuta una volta e dovrei averne tratto insegnamento. Prendo l’esempio dei pugili: se tu prendi il cazzotto per la prima volta sul naso ti fa male, la seconda volta un po’ meno, la terza meno ancora e la quarta non la senti più. O impari a evitare il cazzotto. Ecco, è questo un po’ il senso di quella frase.
Del videoclip così ci puoi raccontare?
Ne sono molto orgoglioso e con i miei amici continuo a chiamarlo film! Ogni tanto dico “ragazzi guardiamo il film” perché per me è davvero perfetto, cioè racconta esattamente la canzone e l’idea che ne avevo io. È molto crudo, come è cruda la canzone, e ha un forte impatto visivo che secondo me rappresenta benissimo tutti cambiamenti che ci sono stati anche nel mio essere artista. Quindi, diciamo che il pubblico troverà un’interpretazione più dura e rude ma più vera, con molta cinematografia. Non a caso mi sono ispirato a Fight Club, quindi l’ida è quella della lotta con se stessi.
Dal punto di vista musicale, qual è la tua direzione in questo momento?
Beh, sicuramente a livello sonoro ci saranno tante sfumature che magari fino ad ora non si sono mai sentite con Deddy e ma che con Dennis si sentiranno sempre. E saranno, anzi, l’aspetto caratterizzante di quello che è questo nuovo progetto e questo nuovo percorso. Entro la fine dell’anno posso promettere altre due, tre canzoni ma ci sono tante cose in ballo…
Ma nella tua playlist estiva quali sono le canzoni (non tue) che stai ascoltando più spesso?
Uh, mi rendo conto che la canzone che conosco di più di quest’estate è Sesso e samba, cioè quando parte in macchina non ne esci! E poi ti direi Storie Brevi di Tananai con Annalisa anche 30°C di ANNA. Nel complesso, però, confesso di non ascoltare molta musica estiva, questa è la verità! Ogni tanto metto la Top 50 e la lascio andare ma per il resto ho i miei ascolti e la mia playlist che lascio andare quando non voglio essere troppo impegnato a livello di cervello musicalmente. Poi, ci sono degli album che magari non conosco e che, quando mi metto in macchina, faccio partire.
E di questi nomi un po’ che mi ha citato, con chi ti piacerebbe collaborare?
Oddio… sicuramente mi piacerebbe lavorare sia Tananai che con Annalisa e poi mi piacerebbe tantissimo Olly, che secondo me è un fenomeno attualmente. È davvero fortissimo: aveva già spaccato con Polvere ma ora sta davvero facendo bene con Devastante. Ha un progetto fighissimo e lui è un grande artista quindi spero di poterci collaborare un giorno. Mi piacerebbe tanto collaborare con Nayt e IZI.
Intanto, che estate stai vivendo?
Per ora non ci sono appuntamenti estivi live perché voglio far uscire tutta la musica che serve e poi torniamo a suonare come si deve. Sento proprio il bisogno di suonare musica nuova non tanto perché non mi riconosca nelle canzoni vecchie ma perché ho la necessità di raccontare quello che mi è successo in questi due anni. Quello che avevo vissuto l’ho già raccontato, adesso voglio raccontare quello che mi è successo ora, per sentirmi più rappresentato. Mi sono dato tanto da fare, sia nello studio che nella scrittura, ho letto e scritto tantissimo. Penso e spero che questa cosa si percepirà nella musica che arriverà.
Ascolta la Spoty Funweek dedicata a Dennis
Immagini da Ufficio Stampa