Incontriamo Deddy a poche ore dalla release del nuovo singolo, Le regole del fuoco, brano i cui suoni scanzonati accompagnano il racconto di uno smarrimento da cui si esce riconoscendosi davvero. Ed è quello che è successo proprio al giovane talento uscito dalla scuola di Amici che, dopo il successo e la velocità post talent, ha dovuto affrontare la fatidica domanda ‘che fine hai fatto?’. Una frase di quelle che, rivolte a chiunque e ancora di più a un ventenne, possono far crollare il mondo addosso.
Era il momento di fermarsi per Deddy e ritrovare Dennis, il barbiere che scrive canzoni e che sogna gli stadi. Così, pettine e forbici in mano, ha dato appuntamento a un manipolo di fortunati fan per un taglio di capelli e una chiacchiera informale, esattamente come succede dal parrucchiere. Almeno fino a quando non è lo stesso barbiere a decidere, su due piedi, di farsi rasare i capelli in un’esperienza collettiva che non dimenticherà presto. Un taglio netto e via, il ciuffo è roba del passato. Rimane quantomeno in questa intervista video, a pochi minuti dal passaggio impietoso del rasoio.
Ben ritrovato Dennis! Partirei con il ricapitolare questo tuo anno discografico scandito dall’uscita di Casa gigante il 13 gennaio, poi Balla (come la domenica) e ora, dal 13 ottobre, possiamo ascoltare ‘Le regole del fuoco’.
Beh, considerando le date non siamo per niente superstiziosi, sempre il venerdì 13 hai visto (sorride, ndr)? È stato un anno sicuramente molto produttivo dal punto di vista artistico, nel senso che sono nate molte canzoni che usciranno in seguito ma è stato anche un anno di rinunce sotto certi aspetti. Lo dico con sincerità, nel senso che è capitato di dover tenere da parte canzoni più forti, per momenti e vetrine diverse per cui poi devi aspettare risposte che non dipendono da te. E questa cosa è stata sicuramente un limite, per me e anche nei confronti dei miei fan.
In che modo?
I miei sostenitori più forti, quelli che mi seguono da sempre, hanno avuto poca musica e questo sicuramente è stato complicato. Mi sono sentito in dovere nei loro confronti in merito a questo. Dal punto di vista artistico e anche umano, però, è stato un anno stato fondamentale perché mi ha dato tante consapevolezze. Mi ha fatto rendere conto di essere un artista. Il discorso è che io, quest’anno, ho capito davvero di essere un artista e di voler fare l’artista per tutta la vita a prescindere da come vada. Questo è stato il mio anno di lavoro dietro le quinte, ce n’è stato tanto e penso che si veda, piano piano.
Quando parli di tempi diversi e di vetrine diversi, alludi a Sanremo?
Sì, Sanremo, Io l’anno scorso ho provato ho provato ma non sono entrato e il brano che ho presentato non è ancora uscito. Il festival è una vetrina molto importante ma lì non dipende da troppo da te, nel senso che poi è una persona che decide e ci sono tantissimi artisti. Quindi, quando arriverà il momento giusto.
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Da quanto hai detto, i tre singoli usciti in questi mesi sono i primi tasselli di un progetto già a buon punto.
Sì, in realtà direi che il primo sassolino o sasso vero e proprio lo lancia Le regole del fuoco, questo nuovo singolo. Vediamo un po’… Intanto credo che il pezzo abbia un linguaggio diverso rispetto a quello che ho sempre presentato perché sta dando il via a quello che sarà il nuovo Deddy. Mi sento cresciuto molto a livello testuale, musicale, e credo che appunto Le regole del fuoco rappresenti questa rinascita.
Per annunciare il singolo hai giocato, anche sui social, con la famosa frase ‘che fine ha fatto?’: te la sei sentita ripetere anche tu?
Purtroppo è stata la frase che più mi sono sentito dire nell’ultimo anno: ‘che fine ha fatto Deddy?’, ‘Cosa stai facendo adesso?’ oppure ‘Ah, ma tu sei Deddy? E che fai adesso?’. Probabilmente la gente non si rende neanche conto di quanto fare una domanda del genere sia brutto e pesante per un ragazzo di poco più che 20 anni che sta vivendo un determinato momento. Non è bello… quindi mi sono detto, sai che c’è? Io ci gioco sopra. Allora lo dico anche io: ‘che fine ha fatto Deddy?’.
Mi sembra di capire che non ha passato un bel periodo e hai sofferto di quest’assenza discografica.
Sì, io sono stato molto male per quello che è stato il post Amici. Cioè, subito è stato tutto meraviglioso per me che non avevo nulla con cui confrontarmi rispetto al prima perché prima ero solo un barbiere e non avevo fatto niente nel settore. Quella è stata una follia incredibile ed è incredibile come l’essere umano o comunque io sia stato debole e sia caduto. Però, ora, mi sento molto maturato da questo punto di vista perché me ne sono reso conto e sono molto grato, oggi, per quello che ho. E per la possibilità che ho di fare quello che faccio. Quindi, non mi pento di nulla; mi è servito solo ad imparare e riflettere.
Ne Le regole del fuoco racconti il bisogno di re-incontrare il te stesso prima del talent, ma quando ti sei reso conto che ti stavi perdendo o forse che ti eri già perso?
Diciamo che, quando esci dal talent, hai in mano un filo che corre e non lo devi trascinare tu, tu devi solo starci attaccato. Non saper stare dietro a quel filo non vuol dire che tu non sia adatto, semplicemente vuol dire che stai sbagliando qualcosa. E me ne sono reso conto quando ho smesso di certificare. Mi chiedevo perché non stessi più avendo il riscontro come prima. Allora lì mi sono dovuto guardare indietro, ho rifatto tutto il mio percorso di vita a ritroso e, sì, sono passato dai successi ma sono passato anche da quando ero barbiere e pensare di fare un concerto o un disco pensare o anche solo una canzone era assurdo.
Mi sono ricordato chi sono e mi sono detto che non avrei più sbagliato, che non sarei cascato più in più quella cosa. Perché la vita mi ha dato la prova di chi sono come persona e di che cosa faccio. Come canto nel singolo, anche se domani non avrò più un cazzo da fare sarò comunque un artista e continuerò a scrivere.
Per una riflessione e un percorso così duri, hai scelto suoni leggeri, quasi scanzonati. Quanto l’ironia e l’autoironia ti hanno aiutato nella vita?
Mi hanno proprio svoltato. Saper ironizzare su dei problemi fa sì che tu non soffra troppo e quindi, banalmente, se adesso mi chiedono ‘che cosa fai?’, io rispondo non ho più un cazzo da fare. Questa è la mia risposta, e non ci sto più male. Quello che ho vissuto almeno mi è servito a questo. Ho dovuto imparare e sono dovuto crescere ma a 21 anni mi do ancora il tempo.
E del videoclip de Le regole del fuoco cosa ci racconti?
Il videoclip inizialmente non doveva essere un vero e proprio videoclip. Simone Scarcelli, che è un mio carissimo amico, ha fatto un grande lavoro inserendo dei playback matti perché mi erano venute delle idee particolari usando, per dire, la schiuma da barba e il rasoio che riprendono un po’ il personaggio di Joker. Io, poi, sono sempre stato molto affascinato da quel personaggio. Ne è nato un videoclip che questa storia, una lunga camminata verso un qualcosa con l’affanno di arrivare a destinazione. Per poi capria, arrivato in cima, che tutto quello che ti serviva era quello che sei stato.
Dopo aver portato nelle piazze italiane la tua Casa gigante, ora hai voluto chiamare a raccolta i fan con un pettine e forbici…
Esatto! Volevo rappresentare questa mia volontà, questo mio essere perché oggi dico che se da domani dovessi tornare a fare il barbiere continuerei a essere artista, continuerei a sentirmi artista e continuerei a fare musica. È proprio questo il punto, il non abbandonare quella cosa lì perché la so ancora fare. Anzi, in realtà ogni tanto taglio ancora i capelli ai miei amici. E poi ci tengo a ribadire il fatto che alla fine io sono un barbiere che scrive canzoni e canta. Quindi, anche se un giorno per qualsiasi ragione o fortuna dovessi mai arrivare a fare gli stadi, sarei sempre un barbiere che canta e scrive canzoni. Questo voglio essere nella vita e non c’è piano B, è sempre il piano A perché è quello che sono e sarò sempre. Non riesco a immaginare niente di diverso, niente.
Alla luce della tua esperienza, ai giovani e giovanissimi che entrano in un talent, c’è un consiglio che oggi ti sentiresti di dar loro?
Direi sicuramente di viversi di più il momento, di essere sempre grati e non dare nulla per scontato. Ma, soprattutto, di fare le cose con la testa, portando rispetto a chiunque. Questo non per ché io non l’abbia fatto, anzi penso di essere stata sempre una persona molto rispettosa, però è importante avere rispetto per tutti. È qualcosa che alla lunga ti ripaga e credo che fare una bella impressione, essere buoni con gli altri dia sempre beneficio perché gli altri ti tratteranno nello stesso modo in cui li tratti tu.
Foto da Ufficio Stampa