Si intitola Ho voglia di te il primo singolo che porta il nome del producer Jvli e che lo vede collaborare con Emma e Olly. Un vero e proprio battesimo che arriva dopo importanti collaborazioni dietro le quinte – tra cui Apnea di Emma e Devastante di Olly – con cui il produttore ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo. «Il processo non cambia, è un brano che ho fatto come tanti altri. – ci dice subito Jvli – Solo alla fine ho capito che poteva essere il mio primo singolo. Dopo, certo, cambia tutto. Sono abituato a stare in studio, al buio a fare musica. Già essere qui oggi è una novità, ma mi piace e mi dà modo di non esprimermi solo con la musica finalmente. È un primo passo che mi sta dando luce in più».
Ho voglia di te nasce in studio con Olly e Paolo Antonacci («Con cui ho fatto anche Apnea», precisa Jvli): «Ho dato vita a questa session perché i loro due mondi potevano creare qualcosa di diverso, con una scrittura differente. – aggiunge poi – È nata Ho voglia di te e l’abbiamo fatta sentire a Emma per dargliela. È stata lei in primis a dirmi di lanciarla come mio singolo». Un pensiero che Jvli in realtà non caldeggiava particolarmente, perché scettico «sui singoli e dischi dei produttori»: «Lo reputo un passo importante. – spiega poi – Ci ho pensato tanto, ma non mi sono mai sentito pronto. Almeno non come quando ho avuto tra le mani il brano e l’ho sentito mio».
Jvli, la cassa dritta e un sound che sia solo suo
Già un anno fa – con Polvere di Olly – Jvli si riteneva infatti una variabile impazzita del sistema. «Era un brano completamente folle per lo standard. – dice – Ora c’è tanta cassa dritta, ma prima di noi quella follia l’aveva fatta solo Dargen D’Amico. Lì mi sono reso conto di quanto fosse importante fare musica con caratteristiche tue. Per emergere ho dovuto produrre di tutto, ma ho capito che su tante cose di mio non c’era nulla. È bello che i produttori abbiano un’identità. Nell’ultimo anno ho cercato di fare meno cose, ma di metterci qualcosa di mio». Non che ci sia stata una vera e propria ricerca sonora. Jvli confessa ad esempio di ascoltare molto Lucio Dalla («Per quanto sia cantautorato, ci sono molti spunti di produzione»), eppure oggi qualcosa sicuramente è cambiato: «Due anni fa, se proponevo un brano come Apnea, mi dicevano che era folle. Dopo aver sgomitato un po’ nelle gerarchie si fidano molto di più. Mi piace rischiare e posso essere più libero di proporre cose».
Ricordiamo comunque a Jvli che l’album Manie di Axos già vantava una produzione incredibile. «Quel lavoro mi ha fatto crescere. – ci racconta – È stata la mia prima direzione artistica. Volevamo dare un colore nuovo a un artista con una nicchia di fan molto tosti, affezionati alla barre crude. È stata una scommessa molto divertente. L’unica roba di cui mi prendo il merito su quel progetto è che Axos non aveva strutture. Io ho voluto dare valore alle sue parole con un colore nuovo senza snaturarlo. Dargli per la prima volta la visione chiara di una canzone».
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Torniamo però al presente e chiediamo a Jvli cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi. «Il bello di questo momento è che non ho idee. – ci risponde – Prendo quello che capita. Vorrei fare qualcosa che mostri anche l’altra mia faccia. Se dovessi rifare un singolo, vorrei che si vedesse il mio lato più intimo. Ora ci siamo divertiti e ci stiamo divertendo».