Si intitola ‘Periodo di merda’ il nuovo singolo dei La Rua che introduce anche un nuovo approccio artistico della band.
Il nuovo singolo dei La Rua – già dal titolo – sembra fotografare alla perfezione il momento storico che ci troviamo attualmente a vivere e condividere: Periodo di merda (Believe) – fuori dall’8 dicembre – nasce però in realtà da un’esigenza artistica ben precisa. Daniele Incicco ci confessa di averla scritta in appena 15 minuti, in un periodo chiaramente non sereno e neanche particolarmente allegro. «Vedevo tutti i personaggi del mondo della musica che si allontanavano – ci racconta – e non potevamo lavorare per via del Covid. Mi chiedevano Ma ancora canti e fai questo mestiere?. C’era insicurezza verso il futuro e, quando rimani da solo in mezzo al nulla, fai i conti con te stesso e capisci che non sei così forte come pensavi. Me la sono fatta sotto in realtà ed è nato questo sentimento, questa emozione che cresceva. Mi son detto È veramente un periodo di merda, e ho scritto una canzone».
Un sentimento, un’emozione che ha guidato anche la penna di Daniele verso lidi diversi dal solito: «Prima cercavo sempre metafore che rendessero un testo accattivante. – precisa – Qui ho detto solo la verità: dove si ricompra il tempo perso? Devo ammettere però che io mi convinco sempre che qualcosa possa migliorare e che esistano i miracoli. A volte la Provvidenza arriva e il destino ti rimette in mano una parte di vita che non ti aspettavi. Da quel periodo è infatti nata la canzone che me ne ha tirato fuori, come se il genitore di questo momento storico che sto vivendo, che è di rinascita, fosse quel dolore lì. Il fatto che tante persone ci abbiano voltato le spalle ci ha portato dove siamo ora».
La Rua: il video di Periodo di merda
E in effetti tra le righe di Periodo di merda si scorge già la speranza verso un futuro migliore, soprattutto nel ritornello: «Mi rivolgo ad una lei dicendo che mi basta che ci sia qualcuno al mio fianco di cui possa fidarmi. Mi basta una persona. – spiega Daniele – Mi rivolgo a una lei, ma non è detto: può essere qualcuno che ti sta accanto e non ti lascia, perché prima o poi passerà. Gli affetti, la famiglia, in quel ritornello arrivano». E poi c’è un altro elemento che in questo specifico caso è fondamentale: il video, opera di Giacomo Triglia, allarga il malessere dei La Rua a un piano global trasformandolo in un racconto collettivo.
«La canzone è molto personale, ma credo tantissimo nel fatto che una volta rilasciati i brani non ti appartengano più. – dice Daniele Incicco – È ingiusto che la canzone resti mia. Questo periodo è complicato, assistiamo a guerre e ad eventi climatici assurdi. Volevo un video che parlasse di tutto quello che c’è di merda in questo periodo, dalle alluvioni alle dipendenze che ormai sono viste come qualcosa di figo. Tutte queste immagini creano una storia che appartiene alla gente e che viene condivisa. Il video mi fa piangere ogni volta».
«Credo – continua poi l’artista – che nel momento in cui leggi Periodo di merda pensi a una furbata, perché apparteniamo a quel 5% della popolazione mondiale che vive nel benessere totale. Siamo gli eletti, eppure la testa e la vita ci portano anche a momenti di down. Questa sensazione, questi sbalzi, appartengono a persone di tante condizioni sociali diverse. Per questo il video era fondamentale. Però passerà, deve passare. E questa canzone è il modo con cui ho esorcizzato quel periodo. Sulla cicatrice che mi ha lasciato ci ho scritto una canzone».
Il futuro dei La Rua e la strada dell’autenticità
Chiediamo allora a Daniele verso quali approcci si sta muovendo la musica dei La Rua. La risposta è semplice: verso l’autenticità. «Vogliamo scrivere canzoni che abbiano a che fare con la verità, niente di costruito o che strizzi l’occhio alla hit. – risponde Incicco – In questo cambiamento, è nata una nuova serie di canzoni che mi hanno fatto credere in me stesso e capire di non aver bisogno di nulla. Solo di essere sincero. Sono veramente entusiasta e, per la prima volta nella mia vita, non mi interessano i risultati».
Una direzione in parte guidata anche dalla crescita umana del gruppo: «Avevamo bisogno di qualcosa di forte che portasse con sé scelte forti. La prima scelta è stata quella di avere coraggio. – dice il cantante – Ad esempio, fare canzoni senza ritornelli o che ricordano un suono, una scrittura diversa. Con gli anni che passano è cresciuto il coraggio. Ora abbiamo il coraggio di fare cose che non avremmo fatto per paura e tutto perché ci siamo slegati dal risultato. Siamo noi e il pubblico».
Oltre all’autenticità c’è una certa primordialità che si avverte anche nei suoni. E infatti Daniele ci rivela che la voce in Periodo di merda è stata registrata tra le sue mura domestiche. «Il pianoforte che senti lo abbiamo registrato poi. Il provino aveva due note, due accordi. – spiega – Il pianoforte ha seguito la voce che già c’era, e non riuscirei mai a ricantare il brano in quel modo. Prima usavamo molto il banjo e la chitarra acustica. Abbiamo abbandonato quell’idea, non per sempre, ma queste canzoni sono nate spontaneamente e senza archi, pianoforte o chitarra elettrica si distruggevano. Quel modo di scrivere, se lo sovrasti, svanisce. Ci sono le voci dei provini in tutte le canzoni, Elisa ci ha consigliato ciecamente di tenerle così. E sono esageratamente orgoglioso».
Un palco in mezzo al bosco
Tra i progetti dei La Rua – oltre a quello di farci ascoltare presto questi nuovi brani – c’è anche la costruzione di un palco nel bosco. «In questo percorso di rinascita ci è venuta in mente una roba folle: costruire un palco nel bosco dove condividere la nostra musica con il pubblico. – chiosa Daniele Incicco – Ci siamo armati di motoseghe e stiamo costruendo questo palco che sarà composto da materiali di recupero. Lo inaugureremo con un live».
Foto: Alessio Panichi