Non il solito brano per l’estate. LDA è in radio e sulle piattaforme digitali con il singolo Rosso Lampone, le cui vibes positive fanno da tappeto a una serie di riflessioni a tratti malinconiche. Quasi crepuscolari. Perfette quindi per i trasmonti estivi più che per la canicola di mezzogiorno. Un pezzo che, a detta di Luca, è solo un assaggio dei brani che sta custodendo nel cassetto fino al momento giusto. Perché sì, LDA non ha fretta e ogni canzone merita il suo tempo.
Hai inaugurato la tua estate lo scorso 3 maggio con Rosso Lampone che musicalmente pesca anche dal funk con un testo dai toni malinconici e agrodolci. Come si incontrano questi mood?
Mi piace creare questi contrasti perché credo sia bello che un pezzo dalle vibes estive abbia un testo un po’ più malinconico, preso male. Un testo che poi è nascosto dal sound che invece è preso benissimo. Ho proprio cercato quel tipo di contrasto.
Non il tipico brano estivo, quindi. Ci sono stati riferimenti specifici per quanto riguardo proprio l’atmosfera musicale che volevi creare?
Specifici no, però tutto il mondo di Bruno Mars mi ha ispirato. È uno dei miei artisti preferiti, forse nella mia personale Top 3 è al secondo posto e forse lo amo più di me stesso! Quindi, vuoi o non vuoi, mi ha mi ha influenzato. E posso anticipare che questa influenza la sto portando tanto nei miei nuovi pezzi.
Fin dall’inizio, il testo è un equilibrismo fra i dubbi e ripensamenti, apri con tra amarezza e paura: due stati d’animo particolari. Cosa rappresentano per te?
Io direi soprattutto la confusione, come è giusto che sia a parte alla mia età. Il pezzo non è scritto su di me ma su un mio amico, che venne in studio e mi raccontò la sua storia. Avevo chiuso una canzone poco tempo prima e stavamo giocando alla Play in totale relax. Ci stavamo rilassando e a un certo punto venne a trovarci questo carissimo amico che fa parte del mio gruppo.
Ci ha raccontato questa sua storia con una ragazza e mi ha appassionato tanto. Alcune cose mi hanno fatto, altre mi hanno fatto riflettere a tal punto che ho scritto la canzone. In due ore e mezza c’era Rosso Lampone. È la prima o la seconda volta che capita e quando il mio amico ha ascoltato il pezzo non ci poteva credere. È stato bello e divertente.
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Tra le parole ci sono poi rimpianti, ricordi, illusione termini che rimandano a una sfera dolente. Quanto appartengono caratterialmente a te e forse anche a un’intera generazione?
Secondo me, rimpianti pochi. Come fai ad avere rimpianti a 20 anni? Li potresti avere nel caso avessi fatto un qualcosa di veramente sbagliato, però nel mio caso anche le cose che ho sbagliato o le brutte azioni che posso aver compiuto non volendo mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi. E io sono tanto fiero della persona che sono, quindi non rimpiango nulla. Però sicuramente quei sentimenti fanno parte della mia generazione, che vive tante incertezze e inizia ad avere a che fare con le prime responsabilità.
Anche io mi rendo conto di non essere più un bambino e inizi ad avere delle responsabilità importanti che non sono cosa da poco. Quindi l’incertezza di ciò che sarà la nostra vita un pochino fa paura a tutti ragazzi però la vita va vissuta. E ci prendiamo quello che ci dà.
Siamo alla fine dell’anno scolastico per gli studenti, come è stato questo tuo ultimo anno dal punto di vista creativo? Che stagione stai attraversando?
È stato molto bello. Il problema è che ho fatto una marea di compiti, ne ho fatti veramente tantissimi però ne ho fatti vedere alla professoressa. E forse i peggiori. I migliori li ho tenuti per me. Quindi sarei uscito con una buona media, ti dire un bell’8/8 e mezzo ma se dovessi valutare solamente ciò che ho portato alla prof. mi darei un 5 e mezzo! E partivamo da un 2 che poi Rosso Lampone ha alzato come media portandola a quel 5 mezzo. Però, ecco, se valuto tutto quello che ho in cantiere per me è un 8 abbondante, un 9. Ho roba veramente forte e che non fa nessuno perché non possono farle ma deve uscire tutto al momento giusto come è successo per Quello che fa male. Non posso permettermi scusa di buttare via le canzoni perché sono brani che non escono tutti i giorni.
Serve il tempo giusto, quindi.
Sì, è importante che io mi prendo del tempo per pensare. Ed è importante che prendo del tempo proprio per vivere la vita perché come fa un autore a scrivere senza prima vivere? Per me è infattibile. Io ho bisogno di vedere quello che fa un mio amico, quello che faccio io, quello che fanno la mia fidanzata, mia mamma, mio padre, i miei fratelli… Ho bisogno di vedere quello che succede nel mondo perché se io sono la macchina, la macchina può andare da sola fino a un certo punto però poi serve la benzina.
A proposito di scuola, si è appena conclusa quella di Amici, hai avuto modo di seguire un po’ quest’edizione? C’è qualche cantante che ti ha colpito?
Assolutamente sì, trovo interessanti Petit e Holden; sono i miei preferiti cantanti. Non metto voce, invece, sui ballerini perché non posso dare un giudizio. Non ci capisco quasi niente.
Dal 24 maggio ti ascoltiamo anche nell’album ‘FRA’ di tuo papà in Primo appuntamento 2024 da una tua idea in studio, è così? Come è nata?
È vero, stavo in studio e avevo già chiuso o stavo chiudendo un mio pezzo. Così, stavo per i fatti miei, a perdere tempo e stavo divertendo con un pezzo di papà, Primo appuntamento. L’ho scelto sia perché mi piace sia perché è il suo unico pezzo che ha la strumentale ufficiale su YouTube, quindi non dovevo perdere tempo a riprodurla. Vado su YouTube, la scarico e faccio un po’ di tagli con le voci. Poi ci scrivo la strofa e gliela mando: papà ne esce pazzo! E gli piace così tanto che ha subito voluto metterla nel suo disco. Sono anche io uno dei suoi ‘Fra’!
Ti troviamo poi su Netflix con due brani (Castello di sabbia e Promesse) che fanno da colonna sonora alla serie DI4RI. Come sono nati? Il mondo del cinema e della tv ti ispira?
Assolutamente sì, il cinema mi ispira tantissimo tant’è che un po’ di tempo fa ho fatto uscire su Instagram un freestyle al pianoforte dopo aver visto Fabbricante di lacrime. Quella melodia al piano mi aveva ispirato, era incredibile. Tornando a DI4RI, quei due brani li ho fatti apposta per la serie: prima l’ho guardata tutta due volte perché ho avuto bisogno di centrare bene tutti i punti e non perdermi niente. Quindi, Castello di sabbia è fatta proprio ad hoc mentre Promesse più che per la serie è stata un una dedica ai ragazzi che hanno sogni ma che non hanno proprio le possibilità per realizzarli. Il brano, poi, è piaciuto a Netflix è piaciuta le quindi l’hanno utilizzato.
E a distanza di oltre un anno che polaroid porti del tuo Sanremo?
Un sorriso grosso enorme! Cioè se devo ricordare una cosa del Festival di Sanremo, non mi ricordo oramai nemmeno più il palco, mi ricordo solo un momento felice della mia vita. Un sorriso.
Programmi per l’estate? Abbiamo capito che sarai in studio ma ci sarà spazio anche per qualche live?
Sì, assolutamente! Ci saranno tantissime date e aggiornerò tutti quanti sui social. Ovviamente sarò tanto in studio ma sarò a vari festival. Quindi ci vediamo in giro.
Immagini da Ufficio Stampa