Mayomi ci racconta il singolo ‘Maradona’, un omaggio alle proprie radici e alla città di Napoli. Con un occhio al futuro.

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Dalla firma con Warner Music al nuovo singolo: Mayomi (nome d’arte di Giordana Di Tota) pubblica Maradona, un chiaro omaggio alla sua città d’origine, Napoli. «Ho scritto Maradona due anni fa. – ci dice Mayomi – In realtà poi, per una serie di coincidenze, mi sono trovata questo brano nel cassetto dopo aver firmato con Warner. Non è un brano semplice, perché ti deve piacere la musica underground. Inoltre non va troppo nella napoletanità, perché non è il classico brano napoletano, ma ha qualche richiamo. E non è neanche un brano rap. Molte persone mi hanno detto che sembra un brano francese e io sono d’accordo. Molti dei miei pezzi, non volutamente, hanno un qualcosa nella produzione che ricorda la Francia. Ma io voglio rimanere attaccata alle mie radici».

Anche per questo motivo, ci spiega Giordana, «in tutti i miei progetti c’è un mash-up tra napoletano e italiano. Trovo che il napoletano sia bellissimo e anche molto musicale rispetto all’italiano, che è più duro». Maradona nasce dunque da un’intenzione «molto club» ed è stato lavorato da Mayomi insieme al suo producer Luigi La Porta. «Ci eravamo un po’ stancati di lavorare in studio alle solite cose. – racconta – Prima di essere un’autrice, sono un’interprete. E cantare sulla base di Maradona è stato un esperimento». 

Proprio la sperimentazione sembra aver alla fine conquistato Mayomi, che ammette di essersi enormemente divertita. «È un esordio e volevo farlo sulla mia città e nella mia città. – commenta – Volevo che anche un cinese o un inglese, quando sente il brano, pensi È Napoli. Ho cercato questa contrapposizione che è, in fondo, la mia vita. Mi piacciono l’America e la black music, ma nello stesso tempo amo Napoli».

Mayomi e il rapporto con i produttori

Un connubio in realtà neanche tanto insolito quello tra Napoli e la black music, a cui Mayomi è tuttavia arrivata col tempo. «Sono arrivata a Milano dopo aver scritto i primi pezzi in inglese. – ci racconta – Dio ha voluto che questi pezzi li ascoltasse Big Fish. Subito abbiamo iniziato a lavorare insieme, ma io ero anche molto giovane e immatura. Per me è stato complicato perché lui è una leggenda. Non sono quindi riuscita a sperimentare. In seguito, sono entrata in un collettivo dove ho incontrato il mio producer attuale. Su Maradona è stato lui a farmi sentire il beat». La prima reazione è stata tuttavia di diffidenza («Gli ho detto Ma sei un pazzo»), finché non si è instaurata una simultanea collaborazione («Scrivevo mentre lui faceva il beat»). «A traccia finita – conclude Giordana – ho capito che era una figata. Ora lui fa il beat e io scrivo. Ho lavorato anche con altri produttori, ma io amo il contatto. Devo molto a Luigi. Abbiamo fatto qualcosa di diverso in questo mare di musica che esce».

Nel futuro, non a caso, Mayomi ha pronti nel cassetto «brani e un paio di collaborazioni importanti che non spoilero per questioni di tempistica». Una è su Napoli (con un artista napoletano), l’altra «con un artista milanese». «I pezzi che verranno solo comunque belli tosti – anticipa l’artista – Maradona è quello più leggero».